Il manoscritto del XII secolo, con commenti ai quattro Vangeli, probabilmente proviene dall'Alsazia. Lo dimostra la storia della fondazione del monastero benedettino di Santa Fede a Sélestat, aggiunta sulle ultime pagine. Nel 1530 era posseduto da Johannes Schornegg, parroco a Muri.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto chiamato «Evangelia ad Missas» contiene le letture del Vangelo della Messa lungo tutto l'anno secondo la liturgia cistercense. Fu scritto nella seconda metà del XII secolo ed è quindi più antico del monastero cistercense di Wettingen, fondato nel 1227. Non si sa in quale monastero sia stato scritto, e decorato con iniziali con tralci di vari colori.
Online dal: 10.12.2020
Questo libro liturgico (Epistolare Cisterciense) può essere datato abbastanza precisamente agli anni intorno al 1173 sulla base della scrittura che della successione delle feste che contiene. Il volume di epistole è il secondo più antico manoscritto tra i codici di Wettingen; con tutta probabilità fu consegnato al monastero di Wettingen nel 1227 in occasione della nuova fondazione, quale regalo dal monastero di Salem, di cui costituisce una filiazione.
Online dal: 17.12.2015
Obituari redatti al tempo del doppio monastero di Muri, tra il 1120 e il 1140. Il codice comprende anche obituari di Hermetschwil, donazioni e interessi stagionali, il martirologio di Usuardo di Saint German, una copia della Regola benedettina.
Online dal: 14.04.2008
Questo messale rappresenta il più antico documento finora conservatosi del cantone di Appenzello Interno e si trova in possesso della parrocchia di S. Maurizio di Appenzello. E' probabilmente stato realizzato per una chiesa situata nella diocesi di Costanza ma la sua origine rimane sconosciuta. L'importanza del messale per la storia del territorio di Appenzello è data anche dal fatto che contiene l'unica trascrizione conosciuta del documento di fondazione della parrocchia di Appenzello del 1071. Il volume contiene delle parti separate (calendario, graduale, sequenziario, sacramentario, lezionario). Il calendario è particolarmente ricco di feste di santi, delle quali però nessuna è rubricata come festa di patronato.
Online dal: 17.12.2015
Foglio proveniente dal terzo volume volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Martialis così come della Passio sanctorum Primi et Feliciani e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Primo di un'edizione in due volumi dei Moralia in Iob di Gregorio. Proviene dalla certosa di Basilea, fu acquistato durante il concilio di Basilea. La parte principale del manoscritto fu scritta nel periodo di passaggio dall'XI al XII secolo; la Tabula che si trova all'inizio e alla fine del volume fu aggiunta nel sec. XIII. Incerta la provenienza originaria del manoscritto, ma sembra essere vicina a quella del secondo volume (B I 13a).
Online dal: 26.09.2017
Secondo di una edizione in due volumi dei Moralia in Iob di Gregorio. Il volume della fine del XII secolo, decorato con ricche iniziali, fu acquisito durante il concilio di Basilea e completato dal copista Heinriche von Vullenhoe nella certosa. L'origine del volume non è chiara. Una nota di possesso erasa di un monastero di S. Maria in Insula potrebbe indicare il monastero premonstratense di Marienwerd in Goldern o il monastero cistercense Notre Dame de l'Ile-de-Ré presso La Rochelle. Il primo volume (B I 12) ha probabilmente la stessa origine.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto, decorato con parsimonia da iniziali ornamentali con tralci e figure, fu realizzato alla fine del XII secolo e apparteneva alla biblioteca della certosa di Basilea. Oltre alle cantica ad laudes et ferialia glossate contiene principalmente il salterio con la glossa ordinaria, il commento standard del Medioevo ai testi biblici. La disposizione del testo è stata progettata nel consueto stile del commentario a corona: il testo del salmo è al centro della pagina, attorniato nei margini e tra le righe dall'interpretazione.
Online dal: 14.12.2018
Foglio dal volume sesto (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Chuniberti, della Vita s. Trudonis e della Vita s. Severini, e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Foglio proveniente dal volume sesto (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il volume contiene parti della Vita s. Silvestri e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (calendario del mese di giugno, introduzione redazionale e indici dei mesi di maggio e giugno). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Parte inferiore di un foglio dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Symeonis di Eberwin di Treviri e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio proveniente dal sesto volume (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (calendario del mese di dicembre). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Foglio proveniente dal sesto volume (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (una introduzione redazionale e un indice del contenuto dei mesi novembre e dicembre). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Foglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della vita di s. Atanasio e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Waldeberti di Azzone di Montier-en-Der e la Vita s. Macharii heremitae e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio mutilo proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della vita di Bonifacio di Otlo di S. Emmeram e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Passio sanctorum Nerei et Achillei così come la Vita s. Maximi di Lupo di Ferrières e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel(1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio mutilo proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Willehelmi confessoris (in una versione inedita in questa forma), così come la Vita s. Germani episcopi e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Passio s. Albani di Goswino di Magonza e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Il manoscritto, conservato in modo frammentario e in fogli sciolti, fu utilizzato nel 1543 dallo stampatore basileese Heinrich Petri quale modello per la sua edizione del Rabani Mauri Moguntinensis archiepiscopi commentaria in Hieremiam prophetam. Questo utilizzo è testimoniato dalla presenza di diversi segni di composizione e tracce di inchiostro da stampa. Dalla stamperia di Petri il manoscritto passò più tardi nella raccolta di Remigio Fäsch e, con i rimanenti fondi del Museo Faesch, nel 1823 divenne proprietà dell'Università di Basilea. L'originaria provenienza del manoscritto non è chiara.
Online dal: 14.12.2017
Poco si sa di Albino di Chiaravalle, detto anche Albuinus de Gorze o Albuinus Eremita, se non che intorno all'anno 1000 redasse una raccolta di scritti a carattere morale-teologico dedicati a un canonico parigino di nome Arnoldus e all'arcivescovo Eriberto di Colonia (999-1021). Questa copia risale all'XI o XII secolo ed è rilegata in morbida pelle, che in origine era probabilmente abbastanza lunga da coprire completamente il libro, ma così stretta che il blocco del libro sporge sopra e sotto. Nel XV sec. appartenne alla certosa di Magonza, ed è giunto alla biblioteca universitaria con la collezione Remigius Faesch.
Online dal: 18.06.2020
Il cosiddetto Liber ad honorem Augusti di Pietro da Eboli è uno dei manoscritti più famosi e maggiormente richiesti della Burgerbibliothek di Berna. Il codice, straordinariamente decorato, è originario di un atelier della cerchia della corte imperiale nell'Italia meridionale. Copista e miniature sono sconosciuti; tuttavia senza dubbio il testo venne corretto dall'autore stesso. Il testo, un panegirico in latino di circa 1700 distici conservatosi in questo solo manoscritto, è suddiviso in tre parti. I primi due libri descrivono gli antecedenti e la conquista della Sicilia da parte degli Svevi; il terzo libro contiene una celebrazione dei genitori – l'imperatore Enrico IV e la moglie Costanza, figlia ed erede del re Ruggero II di Sicilia – del famoso imperatore Federico II di Svevia, nato a Jesi, presso Ancona il 26 dicembre 1194.
Online dal: 22.03.2018
Resti di un manoscritto del Summarium Heinrici e di un annesso glossario di piante con glosse interlineari in tedesco. Staccato prima del 1875 da Hermann Hagen da tre rilegature della Stadtbibliothek di Berna. Altre parti si trovano nella Zentralbibliothek di Zurigo e nella Universitäts- und Landesbibliothek di Bonn.
Online dal: 14.06.2018
Bifoglio appartenente ad un manoscritto del Viaticus di Costantino l'Africano, un manuale di viaggio per medici tradotto dall'arabo. Staccato prima del 1875 da Hermann Hagen da un volume della Stadbibliothek di Berna.
Online dal: 14.06.2018
Bifoglio da un manoscritto dei Moralia in Hiob di Gregorio Magno, scritto probabilmente in Francia, e che fu usato nel XVI secolo come legatura di ordini e statuti della contea di Lenzburg. Inizialmente in possesso della famiglia von Hallwyl, fu poi acquisito da Wolfgang Friedrich von Mülinen (1863-1917) e presumibilmente acquistato nel 1937 con la collezione Mülinen dalla Stadtbibliothek di Berna. Nel 1954 è stato staccato dal volume che lo conteneva (BBB Mss.Mül.377).
Online dal: 02.07.2020
Due frammenti di fogli di un manoscritto contenente la Tebaide di Stazio, probabilmente proveniente dalla Svizzera centrale. In seguito utilizzato come maculatura nella legatura del volume a stampa Hunger, Conrad: Unser liebe Frauw zue Einsidlen, Lucerna 1654, di proprietà di un certo Ueli Fässler intorno al 1665. Acquisito nel 1920 dallo studente Ernst Burkhard nel Brockenhaus di Berna e donato alla Stadtbibliothek di Berna.
Online dal: 02.07.2020
Bifoglio da un manoscritto dell'Exameron di Ambrogio della regione Reno superiore/Svizzera, in seguito utilizzato come copertina di un libro. La provenienza e l'acquisizione del frammento sono sconosciute.
Online dal: 02.07.2020
Fogli singolo di un manoscritto con lettere di Pelagio, probabilmente scritto in Francia. Origine sconosciuta. Il frammento è arrivato con la collezione di Leonhard Hospinian nella Stadtbibliothek di Berna, dove è stato staccato da un volume (MUE Hospinian 208) nel 1935.
Online dal: 02.07.2020
Due frammenti di un foglio singolo di un manoscritto delle Antiquitates Iudaicae di Flavio Giuseppe. Luogo di origine e provenienza del frammento sono sconosciuti.
Online dal: 02.07.2020
Foglio singolo, con una splendida iniziale, da un manoscritto riccamente illustrato delle Antiquitates Iudaicae di Flavio Giuseppe proveniente dal monastero di Engelberg. Fu venduto intorno al 1600 dall'abate Andreas Hersch, o dall'abate Melchior Kitz, al libraio e legatore zurighese Johann Felix Haller (attivo 1603-1637) e da lui poi maculato per essere utilizzato in un'opera storica di Hans Felix Grob il Giovane (1572-1653). Non è chiaro quando il volume giunse alla Stadtbibliothek di Berna dove gli venne attribuita la segnatura Mss.h.h.XXIa.25; le maculature nella legatura sono state staccate da Johann Lindt nel 1941.
Online dal: 02.07.2020
Questo rotolo, che proviene probabilmente dal monastero di Marbach, costituisce un esempio per questo tipo di trasmissione testuale. Il rotolo von Mülinen contiene più di 460 ricette, scongiuri e benedizioni in latino, che contengono puntuali glosse interlineari in antico tedesco. Oltre a ciò vi appare una singola ricetta solo in antico tedesco Contra paralysin theutonice. Sul verso trova posto un voluminoso glossario con più di 1500 lemmi provenienti dal campo della medicina, che sono in parte corredati di spiegazioni in latino e in antico tedesco.
Online dal: 17.03.2016
La facciata con la miniatura presenta nella metà superiore Giobbe nudo ed i suoi tre amici, nella parte inferiore l'autore Gregorio Magno con la colomba ispiratrice dello Spirito Santo ed un benedettino, raffigurato solitamente come Pietro Diacono, quest'ultimo forse disegnato da un altro artista. Sulla facciata posteriore si legge un verso leonino in due righe con una dedica per Frowin che permette chiaramente di attribuire il foglio a Engelberg. Secondo P. Karl Stadler, ancora nel 1787 questo foglio apriva il primo volume dei Moralia in Iob di Gregorio Magno (Engelberg, Stiftsbibliothek, Cod. 20, qui immediatamente prima del f. 1). A metà del sec. XIX si trovava in possesso di Jacob Heinrich von Hefner-Alteneck (1811–1903) e venne da lui accuratamente copiato nel suo libro Trachten des Mittelalters. Nel novembre 1953 il foglio venne acquistato dal J.H. Wade Fund per il Cleveland Museum of Art.
Online dal: 19.12.2011
Nel corso di tutto il medioevo occidentale i testi di Aristotele e di Boezio circolarono in grande numero, ispirando numerosi pensatori. Questi due grandi filosofi sono stati riuniti in questa raccolta composta da due manoscritti distinti. Il primo, che data tra l'XI e il XII secolo, contiene le opere di Aristotele e tra queste è inserito uno schema molto interessante (f. 27) e delle iniziali a penna ritoccate di verde o ornate di racemi con qualche palmetta. Il testo di Boezio, un po' più tardo, è stato copiato nel sec. XII. Vi si osservano alcune correzioni contemporanee e delle glosse databili al sec. XIV.
Online dal: 02.06.2010
Il manoscritto di origine francese, forse incompleto, contiene il commento ai salmi CI-CXVII di S. Agostino (f. 1r-110v e 113r-136v). Tra il salmo 108 (f. 110v) ed il salmo 109 (f. 113r) è inserito un trattato sulla meditazione di Ugo di S. Vittore. Proviene probabilmente dal fondo di manoscritti dell'abbazia di Altacomba in Savoia, che l'arcivescovo di Torino Giacinto della Torre aveva acquistato per la biblioteca del seminario arcivescovile della città, e che in seguito venne disperso. Fu acquistato da Martin Bodmer nel 1957 dalla libreria antiquaria Hoepli di Milano.
Online dal: 23.06.2014
Manoscritto redatto in area germanica nel sec. XII e contenente il commento al Vangelo secondo Marco di Beda il Venerabile († 735). Il codice appartenne alla biblioteca benedettina dell'abbazia di Gladbach presso Colonia.
Online dal: 07.10.2013
Il CB 30 riunisce, in una legatura tedesca databile al 1569, due manoscritti latini del sud della Germania. Il primo, costituito da un centinaio di fogli, è databile al XII-XIII secolo. Si apre con un calendario provvisto di numerosi disegni dei segni zodiacali e di disegni a piena pagina; termina con delle orazioni e dei canti liturgici. Gli ultimi trenta fogli, copiati nel XIV secolo in una scrittura gotica accurata, contengono una serie di preghiere latine.
Online dal: 20.12.2007
Il manoscritto contiene il Canticum canticorum con una lacuna (6.5-8) dovuta alla caduta di una pagina. La Glossa ordinaria è trascritta nella prima carta (1r-1v), con un commento sconosciuto, e affianca solo la prima parte del Canticum (2r-v) interpolata da un altro commento non identificato. Nelle ultime carte (29v-30) si leggono estratti dal prologo al commento del Canticum di Rupertus Tuitiensis. E' ornato da un'unica iniziale miniata raffigurante Salomone e la Sulammita.
Online dal: 09.04.2014
Oggi Cicerone è visto essenzialmente come filosofo e politico; nel Medioevo era invece conosciuto soprattutto come maestro di retorica. Lo testimonia il contenuto di questo manoscritto, trascritto senza alcun dubbio in Francia agli inizi del XII secolo e comprendente due trattati sull'”arte del saper ben parlare”: il De inventione e la Rhetorica ad Herennium, a lungo attribuita all'autore latino.
Online dal: 25.03.2009
Manoscritto probabilmente di origine francese, contenente la Historia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea nella traduzione di Rufino, ed i libri I-II del supplemento di Rufino stesso.
Online dal: 22.03.2017
Codice di origine italiana contenente le Homiliae in Ezechielem di Gregorio Magno. Sulla c. 1r si legge l'anatema Quicumque eum vendiderit vel alienaverit vel hanc scripturam raserit anathema sit, e un ex-libris parzialmente eraso che menziona un convento di S. Agnese. Acquistato da Martin Bodmer nel 1962, appartenne forse alla chiesa di S. Giorgio Maggiore di Venezia, in seguito all'abate Celotti, alla biblioteca di Thomas Phillips e a sir Sydney Cockerell.
Online dal: 22.03.2017
Questo manoscritto dell'Italia centrale del XII secolo contiene delle opere musicologiche di tre autori latini tra cui certi estratti sono da raffrontare con diversi passaggi della Institutio musica di Boezio. Uno d'essi non è altro che Guido d'Arezzo (Guido Aretinus), monaco toscano della fine del X secolo, al quale si attribuisce, senza dubbio con qualche esagerazione, l'invenzione dell'armonia, la «solmisazione».
Online dal: 31.07.2007
Testimone della riscoperta delle opere di Orazio nel XII secolo, il CB 89, trascritto in Francia, è corredato di una gran quantità di glosse marginali e interlineari.
Online dal: 25.03.2009
Contiene le Satire di Giovenale (I-XVI) con delle glosse forse ricavate dal commentario dello Pseudo-Cornuto. All'interno delle due copertine sono incollati dei frammenti di un manoscritto del sec. XIV in lingua olandese con una parte dell'opera poetica Martijn di Jacob van Maerlant, uno dei più grandi poeti fiamminghi del medioevo.
Online dal: 23.04.2013
Questo manoscritto, copiato nella Sicilia normanna, contiene il Commento al Cantico dei Cantici di Origene, nella versione tradotta dal greco in latino da Rufino di Aquileia (versi 345-verso 411) comprendente i primi quattro libri sugli iniziali dieci che il testo di Origene doveva contare. É preceduto da un prologo di s. Gerolamo e seguito da una breve preghiera di Gregorio di Nazianzio, anch'essa tradotta in latino da Rufino di Aquileia. Il commento di Origene, che incarna lo Sposo nel Cristo e la Sposa nella Chiesa, ma anche l'anima individuale, ha influenzato per secoli le interpretazioni spirituali del Cantico dei Cantici.
Online dal: 26.09.2017
Scoperti intorno al 1700 presso la scuola del monstero di Ilfeld, questi frammenti dei Fasti di Ovidio, da allora conosciuti con il nome di «Fragmentum Ilfeldense», sono entrati nella collezione di Martin Bodmer nel 1956. Precedentemente dovettero essere stati usati come fogli di guardia o in una legatura. I Fasti, un poema in distici elegiaci, tratta del calendario romano – solo i primi sei mesi dell'anno – e della sua trasformazione all'inizio dell'Impero con l'introduzione delle feste commemorative di Augusto.
Online dal: 08.10.2020
Il bifolio in pergamena, risalente alla fine del XII sec., è stato riutilizzato in un epoca imprecisata quale rilegatura, come mostrano i segni di piegatura nel margine inferiore. Contiene un estratto della Tristia, una raccolta di lettere in distici elegiaci che Ovidio scrisse durante il suo esilio. Il testo è continuo, ciò che indica che il bifoglio si trovava al centro di un fascicolo; mancano solo alcuni versi a causa del taglio nella parte superiore del foglio. E' stato acquistato da Martin Bodmer nel 1958 dal libraio Kraus di New York.
Online dal: 13.06.2019
Sontuosa raccolta di vite di santi latini trascritta nel XII secolo in Germania, forse nell'abbazia di Weissenau, il CB 127 è decorato con numerose iniziali ornate e istoriate, tra le quali figura anche la notevole rappresentazione del «Frate Ruffilus» (f° 244r).
Online dal: 20.05.2009
Il manoscritto contiene le Satire del poeta romano Persio – Aulus Persius Flaccus (34-62). Ad eccezione del prologo scritto in esametri, le satire sono brevi per quanto riguarda il numero dei versi (circa 650). Furono molto popolari nel corso del medioevo e anche oltre, visto che Jean-Jacques Rousseau vi prende in prestito delle parole – intus et in cute (Satire III, v. 30 – fol. 5v) – per inserirlo all'inizio delle sue Confessions. Questa copia delle Satire risale al XII sec. e potrebbe essere stata trascritta in Francia, come suggerisce l'aggiunta di una parafrasi in francese del vangelo di Luca che occupa l'ultimo foglio del manoscritto.
Online dal: 14.06.2018
Contiene tra altri il Liber antiquitatum biblicarum che narra la storia biblica iniziando da Adamo fino al re Saul (dalla Genesi alla fine del primo libro di Samuele), attribuito pseudoepigrafiamente al filosofo ellenistico di cultura ebraica Filone di Alessandria (I sec. d.C.) e estratti dai Carmina del poeta e vescovo di Tours Ildeberto di Lavardin (1056-1133). Fu probabilmente scritto nell'abbazia benedettina di S. Eucario-S.Mattia di Treviri, cui sicuramente appertenne, come si legge nell'ex-libris di c. 1r.
Online dal: 18.12.2014
Nella Prefazione, collocata in apertura del CB 142, Prudenzio afferma il suo desiderio di piacere a Dio se non per i suoi meriti, almeno grazie ai suoi poemi. Riflessi della luce della parola divina, le opere principali del poeta latino cristiano nato nel sec. IV a Tarragona sono riunite in questo manoscritto della fine del sec. XI o inizio del sec. XII. Vi si legge tra le altre la celebre Psychomachia nella quale viene messa in scena la lotta tra le figure allegoriche dei vizi e delle virtù, e la cui lettura ha profondamente influenzato la poesia e le arti medievali.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto, di origine francese e databile al XII secolo, contiene i libri I-VI dell'Eneide di Virgilio con gli Argumenta attribuiti allo Pseudo Ovidio. Tra gli illustri precedenti possessori di questo codice figurano Charles de Montesquieu (1689-1755), che ha lasciato il suo ex-libris a c. 1r, e sir Thomas Phillipps (1792-1872). Martin Bodmer ha acquistato questo manoscritto nel 1966, nel corso di una delle vendite della collezione Philipps.
Online dal: 17.12.2015
Il manuale di medicina di Garioponto, che fu attivo alla metà del sec. XI a Salerno, radunò in sette libri, ordinandoli sistematicamente dalla testa ai piedi, degli scritti già da tempo noti nell'area latina (il Ad Glauconem de medendi methodo I-II di Galeno con un Liber tercius di uno pseudo-Galeno, l'Aurelius e l'Esculapius che derivano dai testi di Sorano di Efeso, ed un estratto dalla Therapeutica di Alessandro di Tralles). L'opera esercitò un grande influsso sulla Scuola di Salerno. E' tramandata in più di 65 manoscritti e venne stampata già nel XVI sec. Il manoscritto Bodmer dell'inizio del sec. XII, presenta numerose glosse.
Online dal: 22.03.2012
Contiene il testo delle Adnotationes super Lucanum preceduto dalla Vita Lucani attribuita a Vacca, antico commentatore che alcuni collocano nel VI secolo. Forse proveniente dalla biblioteca dell'abbazia benedettina di Tegernsee in Baviera, il codice appartenne in seguito alla biblioteca dei principi Oettingen-Wallerstein e costituisce uno dei cinque testimoni - il codice Wallersteinensis I.2 - su cui si fonda l'edizione del testo, ancora oggi considerata di riferimento, pubblicata nel 1909 da Iohannes Endt.
Online dal: 17.12.2015
Il rotolo del Daihannya-haramitta-kyō, il sutra della Grande Saggezza, capitolo 540, consiste in un semplice foglio di carta senza montaggio. La versione completa del sutra comprende seicento capitoli. Venne introdotto in Cina dall'India dal monaco, studioso e traduttore Xuanzang, che tradusse il sutra in cinese nel VII secolo prima che venisse importato in Giappone. Il sutra è scritto in inchiostro nero su una carta di ottima qualità, molto probabilmente kōzo-shi, che è prodotta usando le fibre della Broussonetia papyrifera, o pianta del gelso, specialmente apprezzata ed usato per documenti importanti nel corso del primo periodo della storia giapponese, quale il periodo Nara e Heian. Sopra le prime quattro line del testo è collocato un sigillo rosso circolare, nel quale si dichiara: “Yakushi-ji-in” (sigillo del tempio Yakushi-ji). Il sutra venne scritto in Giappone nell'ambito dei riti religiosi atti a riprodurre la sacra scrittura per giovare al karma.
Online dal: 23.06.2016
Manoscritto composto di tre parti databili la prima al X e le altre due al XII sec. La prima parte (1-222) contiene delle glosse da Prisciano, la seconda (223-310) una raccolta di trattati di medicina compilata da Costantino l'Africano, la terza parte (311-357) il Liber Tegni del medico tardoantico Galeno.
Online dal: 19.12.2011
La maggior parte del contenuto è costituita da un commento anonimo al Vangelo di Matteo attribuito a Godefridus de Babion, seguito da altri brevi testi, non tutti identificati. Probabilmente prodotto ad Einsiedeln, vi è sicuramente presente almeno dal sec. XIV, come attestano la presenza di commenti e manine di attenzione di Heinrich von Ligerz.
Online dal: 23.09.2014
Il ms. 83 è un breviario completo composto dalle seguenti parti: calendario, antifonario con notazione neumatica, lezionario con le letture bibliche, omiliario con le letture del Padri della Chiesa, innario, i cantici del Vecchio e del Nuovo Testamento, salterio, letture brevi, orazioni, preghiere e benedizioni. Da rilevare soprattutto la più antica versione conservata dell'ufficio per Meinrad, ancora oggi utilizzato. Le melodie dell'antifonario appartengono al dialetto corale alemannico, così come ancor'oggi viene cantato ad Einsiedeln nella Liturgia delle Ore.
Online dal: 04.11.2010
Contiene tra gli altri il De viris illustribus di Gerolamo, il De viris illustribus di Gennadio, il Deflorata di Isidoro di Siviglia e da ultimo un Tractatus de VII sacramentis aggiunto nel XII/XIII secolo. Presente nella biblioteca di Einsiedeln probabilmente già dal sec. XIV, come attestano il tipo di legatura e la presenza dell'ex-libris a p. 1.
Online dal: 09.04.2014
Contiene la Expositio Evangelii secundum Lucam di S. Ambrogio. Il codice è stato allestito a Engelberg su commissione dell'abate Frowin (1143-1178), come attesta il verso dedicatorio sulla c. 1. Contiene inoltre tre iniziali decorate con motivi vegetali nella maniera in uso nello scriptorium di Engelberg all'epoca dell'abate Frowin.
Online dal: 19.12.2011
Questo manoscritto, trascritto in diversi periodi in Italia e a Einsiedeln, contiene opere di Isidoro, Ucbaldo e Bernoldo come pure il Vangelo di Nicodemo.
Online dal: 31.07.2009
Manoscritto del sec. XII (1170-1190) copiato probabilmente in Svizzera (Einsiedeln?) o in Austria. Contiene l'Introductio In prima parte agitur (fol. 1r-7ra) ed il Decretum di Graziano [Σ-group, cf. C. Wei, A Discussion and List of Manuscripts Belonging to the Σ-group (S-group)] (fol. 7ra-217va); una additio (a fol. 167vb a C.29: Adrianus papa Eberhardo Salzeburgensi archiepiscopo. ‘Dignum est et a rationis... [JL 10445: 1154-59]); diversi strati di glosse (erasi fino a fol. 21a), ed excerpta dalla Summa di Rufino (cfr. R. Weigand, Die Glossen zum Dekret Gratians. Studien zu den frühen Glossen und Glossenkompositionen, Roma 1991, pp. 737-740); frammenti della Glossa ordinaria di Bartholomaeus Brixiensis (Francia, sec. XIII med.) sono stati copiati su rasura ai fol. 6va-9va.
Online dal: 22.03.2017
Contiene la Panormia, una raccolta di testi di diritto canonico attribuita ad Ivo di Chartres, che l'avrebbe redatta dopo il 1095. Il codice, probabilmente prodotto ad Einsiedeln, è stato vergato da un solo copista in una carolina regolare e calligrafica. Delle otto iniziali che introducono gli altrettanti libri nel quale è diviso il testo, solo una è stata completata con il colore rosso (p. 78), mentre delle altre è visibile il disegno preparatorio.
Online dal: 23.09.2014
Contiene, quale testo principale, la Explanatio Dominicae Orationis dell'abate di Engelberg Frowin (†1178), abate che probabilmente ne commissionò anche la confezione, come si deduce dai versi riportati sull'ultima pagina (468). Il codice giunse ad Einsiedeln probabilmente all'inizio del sec. XVII.
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto costituisce, insieme ai codd. 247(379), 248(380) e 249(381), l'ultimo di quattro tomi contenenti una collezione di vite di santi e passioni di martiri, distribuite secondo l'anno liturgico. I quattro volumi furono sicuramente in uso ad Einsiedeln, dove probabilmente furono anche allestiti. Ogni vita è introdotta da una grande iniziale rubricata e lungo i margini sono presenti numerose glosse e manine di attenzione di Heinrich von Ligerz. Le antiche carte di guardia, ora staccate, hanno lasciato all'interno delle coperte le tracce di un testo liturgico con notazione neumatica e, in quella posteriore, di un'iniziale miniata.
Online dal: 22.03.2017
Manoscritto composito databile dalla seconda metà del sec. X contenente una raccolta di testi tra i quali gli Annales Einsidlenses, il De grammatica di Prisciano, il frammento di un testo riguardante il gioco degli scacchi ed un calendario utilizzato per annotazioni obituarie fino al XVI secolo.
Online dal: 19.12.2011
Manoscritto composito contenente vari testi per il calcolo della Pasqua, due calendari databili al 950-975 il primo (4-16) e al sec. IX/X il secondo (29-40) e delle Quaestiones morales databili al sec. XIII.
Online dal: 19.12.2011
Contiene opere di Isidoro da Siviglia: Libri originum (I-III e V-XX), De natura rerum, e uno scambio di lettere tra Isidoro e Braulio di Saragozza. Il codice è stato ricomposto da una serie di frammenti recuperati nel XIX sec. da volumi giuridici della biblioteca della prepositura di S. Gerold nel Voralberg. Il manoscritto, come attestano i versi di dedica sul f. 1r, è stato allestito su commissione dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178).
Online dal: 19.12.2011
I frammenti raccolti in questa raccolta vennero staccati prima del 1858 da copertine di libri ad opera di p. Gall Morel e riuniti in un volume intorno al 1860. Si tratta di frammenti di sequenze (due raccolte), melodie di inni (come ancora oggi vengono cantate ad Einsiedeln), tre melodie per il Gloria (la terza viene attribuita a papa Leone IX), tre spettacoli liturgici ed il Novem modi di Hermannus. Il codice è importante per la storia della musica perchè per la prima volta ad Einsiedeln i neumi vengono suddivisi su quattro righe musicali (incise); la lingua è il dialetto corale alemannico.
Online dal: 04.11.2010
Questo codice contiene più di cento vite di santi e di martiri, per la maggior parte introdotte da un Incipit e da semplici iniziali rubricate. Tranne qualche poca iniziale decorata in rosso, il codice non presenta nessuna decorazione miniata. L'organizzazione del manoscritto e l'attenta preparazione della pergamena, con gli artistici rammendi colorati, corrispondono alla tradizione dello scriptorium al tempo dell'abate Frowin (1143-1178). Il ductus posato della scrittura ad inchiostro nero, più volte interrotto da una mano più raffinata, si distingue tuttavia dagli altri volumi della biblioteca di Frowin; il codice potrebbe quindi anche essere stato realizzato all'epoca del successore Berchtold (1178-1197).
Online dal: 09.06.2011
Questo primo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg (insieme ai Cod. 4 e Cod. 5), contiene il Pentateuco ed i libri dei profeti. Il disegno a penna con i versi di dedica a c. 1v mostra l'abate Frowin (1143-1178) che consegna il manoscritto a Maria, patrona del monastero. Il grande volume venne scritto, secondo il colophon a c. 281v, da Richene, l'unico copista dell'epoca di Frowin di cui si conosca il nome. L'attenta preparazione della pergamena, con gli artistici rammendi colorati, e lo stile sobrio della scrittura e delle iniziali con pochi colori, sono caratteristici delle opere meglio conservate della biblioteca di Frowin.
Online dal: 09.06.2011
Questo secondo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg, contiene, dopo il Cod. 3, i rimanenti libri del Vecchio Testamento. Nei versi a c. 1v si legge come Frowin (1143-1178) dedichi il codice a Maria, patrona del monastero. La struttura e l'organizzazione del codice corrispondono al semplice ma elegante stile dei volumi della biblioteca di Frowin. Il colophon a c. 213r ricorda il nome del copista Richene, che ha scritto anche gli altri due volumi della Bibbia di Engelberg (Cod. 3 e Cod. 5); miniature e titoli sono opera del cosiddetto Maestro di Engelberg. Da notare a c. 69v una raffigurazione colorata a piena pagina di Cristo e della Chiesa.
Online dal: 09.06.2011
Questo terzo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg, contiene il Nuovo Testamento. Il codice comprendeva originariamente 204 fogli. Su uno dei fogli ritagliato, che oggi si conserva con la segnatura D 126 nell'archivio del monastero, viene menzionato in un verso di cinque righe il nome di Richene quale copista, scrittore anche dei due volumi con il Vecchio Testamento (Cod. 3 e Cod. 4). L'abate Frowin (1143-1178) ed il suo copista Richene sono raffigurati in una illustrazione a piena pagina a c. 1r. Allo stesso modo sono rappresentati i quattro evangelisti con i loro attributi, ricordati anche in alcuni versi (108v, 134v, 153v, 181r). Alle cc. 103r fino 105v sono inserite le tavole dei canoni. Il manoscritto presenta alcune iniziali non completate, parti lasciate libere per la decorazione ed alcune pagine completamente bianche.
Online dal: 09.06.2011
Questo manoscritto contiene il commento ai salmi di Agostino, ed è scritto in una scrittura molto fine e minuta. Il verso a c. 1r nomina l'abate Frowin (1143-1178) quale committente del volume. Il codice contiene delle semplici iniziali in rosso ed alcune molto artistiche con inchiostro marrone e rosso del Maestro di Engelberg. Soprattutto degna di nota la raffigurazione del Cristo quale schiacciatore d'uva a c. 101r, disegnata, come in altri casi, su rasura. Nei margini laterali e inferiori si possono qua e là vedere dei sottili schizzi di iniziali, motivi vari o figure.
Online dal: 09.06.2011
Questo codice con il Commento di Agostino ai Salmi venne realizzato, unitamente ad una intera serie di opere di questo Padre della Chiesa (Cod. 12-18, 87-88 e 138), nello scriptorium di Engelberg. Un verso di due linee a c. 1r attesta la sua realizzazione durante l'abbaziato di Frowin (1143-1178). Il testo è redatto in una scrittura minuta, curata e pulita. Contiene qualche iniziale decorativa figurata con gli usuali motivi a racemi e a bulbi. Il testo è altrimenti suddiviso da iniziali in rosso appena decorate.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene i 15 libri di Agostino sulla Trinità. A c. 1v sotto i Capitula si trova un disegno a penna raffigurante il Padre della Chiesa con i suoi tre oppositori. Il codice è stato decorato molto artisticamente dal cosiddetto Maestro di Engelberg. All'inizio dei vari libri ci sono delle grandi iniziali ad inchiostro rosso-marrone e nero con motivi figurativi, inframezzate da altre più piccole di colore rosso e riccamente ornate. Le circostanze della realizzazione del volume sono dettagliatamente spiegate nel verso del copista a c. 1r: promotore era stato l'abate di Engelberg Berchtold (1178-1197), morto però poco dopo l'inizio del lavoro di copia; l'opera venne terminata sotto il suo successore Heinrich (1197-1223).
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene l'interpretazione di Agostino al Vangelo di Giovanni. Conformemente al contenuto del verso a c. 1r il codice è stato realizzato sotto l'abbaziato di Frowin (1143-1178). La struttura del codice, la scrittura e la decorazione – sporadiche iniziali decorate con tralci e motivi a bulbo (2v, 5v, 136v) che si alternano con iniziali più semplici rubricate che suddividono le parti del testo – sono molto simili a quelle del Cod. 13.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene le prediche del Padre della Chiesa Agostino. Nel verso a c. 1r l'abate Frowin di Engelberg (1143-1178) dedica il codice a Maria, patrona del monastero. Le prediche sono elencate in un indice alle cc. 1v-3r. La metà dell'ultimo foglio (221) è stata asportata, sul foglio di guardia posteriore il copista ha sperimentato la sua penna (probacio penne). Come nella maggior parte dei volumi della biblioteca di Frowin, strappi e fori sono stati accuratamente rammendati.
Online dal: 09.06.2011
Il codice contiene la Città di Dio di Agostino. La realizzazione del manoscritto ha probabilmente avuto inizio al tempo dell'abbaziato di Frowin di Engelberg (1143-1178) ed è stata terminata, o il codice decorato, all'epoca del suo successore Berchtold (1178-1197). L'ultimo foglio, che come d'abitudine per lo scriptorium di Engelberg all'epoca di Frowin e Berchtold potrebbe contenere i versi di dedica, è stato asportato. Alcune delle iniziali decorate sono state erase e rifatte.
Online dal: 09.06.2011
Il codice contiene le Confessioni di s. Agostino. Un verso di due linee prima del Capitulum a c. 1r testimonia che la copia venne iniziata all'epoca dell'abbaziato di Frowin di Engelberg (1143-1178). Contiene due iniziali figurate (1v e 60v) e iniziali decorate ad inchiostro rosso. A c. 123v si leggono 7 distici in rima di mano del cosiddetto Maestro di Engelberg che prendono posizione a proposito della apologia del successore di Frowin Berchtold (1178-1197) contro la falsa et damnanda compilatio abbatis Burchardi in turtal.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene alle cc. 3v-142v le Omelie di Gregorio Magno sul profeta Ezechiele. Alle cc. 1v-3r il tam veteris quam novi testamenti testimonia della stessa mano che ha copiato il testo, alle cc. 143r-144r segue un breve trattato di grammatica di altra mano più tarda; la parte inferiore di c. 144 è stata asportata. A c. 4r, in una riga al di sopra del testo, il volume viene attribuito all'abate Frowin di Engelberg (1143-1178). Le parti danneggiate della pergamena sono accuratamente rammendate con diversi colori. Due delle iniziali decorate, conformemente allo stile più redente di Engelberg, sono campite su fondo colorato (24v e 76v). Alcune notizie marginali sono di mano più tarda.
Online dal: 09.06.2011
Questo codice contiene il primo dei quattro volumi dei Moralia in Iob di Gregorio Magno. I volumi seguenti sono contenuti nei codici 21, 22 e 23. Il primo volume contiene la prima (f. 6r-99r) e la seconda parte (99r-193v), entrambe suddivise ciascuna in cinque libri. All'inizio del codice si trova una raffigurazione artistica a piena pagina nel quale è raffigurato nella metà superiore di Giobbe con i tre amici ed in quella inferiore una raffigurazione di Gregorio Magno ed un monaco intento a scrivere. Sulla parte posteriore, in realtà il recto del foglio, si legge un verso leonino su due righe con una dedica per Frowin. Il foglio venne descritto accuratamente da P. Karl Stadler nel suo catalogo manoscritto redatto nel 1787, circostanza che ha permesso di attribuire chiaramente questo membrum disiectum, oggi conservato nel The Cleveland Museum of Art, 1955.74 (Purchase from the J.H. Wade Fund), a questo codice.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene, con altri tre volumi (Cod. 20, 22 e 23), le interpretazioni del Libro di Giobbe di Gregorio Magno. In un verso in due righe a c. 1r il codice viene dedicato dall'abate Frowin di Engelberg (1143-1178) a Maria, patrona del monastero. Alle cc. 89r e 89v la rigatura cambia radicalmente e vi è un aumento dello spazio interlineare. Incipit ed explicit sono rubricati, all'inizio di ogni capitolo ci sono iniziali decorate ad inchiostro rosso e marrone con motivi di tralci e figure, tipici all'epoca dello scriptorium di Frowin. Struttura, scrittura e decorazione del manoscritto sono strettamente imparentate con quelle del Cod. 20.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene i Moralia in Iob di Gregorio Magno. Conformemente al contenuto del verso a c. 1r il codice è stato realizzato durante l'abbaziato di Frowin di Engelberg (1143-1178). I singoli capitoli sono introdotti da iniziali decorative di colore rosso e marrone; rispetto al prime due iniziali (6r e 16v) quelle che seguono sembrano non essere state completate. Gli Explicit sono scritti in maiuscole di colore rosso. Strappi e fori della pergamena sono talvolta rammendati, ma in modo meno artistico rispetto agli altri manoscritti della biblioteca di Frowin (per es. Cod. 16). Tra le cc. 39 e 40 è stata inserita una striscia di pergamena con un'aggiunta.
Online dal: 09.06.2011
Questo manoscritto costituisce l'ultima volume, dopo i Cod. 20, 21 e 22, della serie delle interpretazioni di papa Gregorio Magno al Libro di Giobbe. La decorazione è costituita da incipit ed explicit rubricati e da varie iniziali: semplici con inchiostro rosso (1v, 71r), alcune più grandi con il tipico motivo a bulbo (15r, 49v, 101v) o figurate con colore rosso e marrone (3r, 32r, 84r, 113r). Gli strappi della pergamena sono cuciti con del filo giallo e rosso. Le rare annotazioni marginali sono state scritte, almeno parzialmente, dalla stessa mano del testo. Una annotazione aggiunta alla fine della c. 123v indica l'abate Frowin (1143-1178) quale committente del volume.
Online dal: 04.10.2011
L'abate cistercense Bernardo di Clairvaux (1090-1153) ha scritto gli 86 sermoni sull'interpretazione del Cantico dei Cantici tra il 1135 ed il 1153. Il fatto che quest'opera, così come il Cod. 33, venne copiato già pochi decenni dopo nello scriptorium di Engelberg, testimonia della grande autorità attribuita a questo autore da parte dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178). La realizzazione del codice durante gli anni di abbaziato di Frowin è attestata dal verso a c. 3r, usuale sui volumi di Frowin. L'indice alle cc. 1v-3r e le numerose annotazioni marginali ad inchiostro rosso sono di mano dell'abate di Engelberg Ignatius Betschart (1658-1681).
Online dal: 09.06.2011
Questo manoscritto, analogamente al Cod. 34 , contiene 150 sermoni dell'abate cistercense Bernardo di Clairvaux (1090-1153). Il modulo della scrittura, ad inchiostro marrone scuro, è generalmente uniforme. I titoli dei vari sermoni sono scritti in rosso. La c. 97v è rimasta bianca. Per quanto riguarda la decorazione, il manoscritto presenta molte iniziali decorate con motivi a racemi e a bulbi su fondo policromo, e numerose iniziali piccole, per la maggior parte ornate in rosso o blu, talvolta con elementi di origine insulare (59r, 67v). Il codice è stato probabilmente realizzato all'epoca dell'abbaziato di Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto, analogamente al Cod. 33, contiene 150 sermoni dell'abate cistercense Bernardo di Clairvaux (1090-1153) che questi, a detta del testo iniziale a c. 1v, avrebbe esposto ai suoi discepoli e, per favorirne la diffusione, sarebbero stati trascritti da un certo Godefridus. Il testo, scritto da una mano regolare ad inchiostro marrone scuro, è interamente decorato con maiuscole rosse, a cui si inframezzano iniziali decorate con colore rosso e verde. Un'altra mano, che usa un inchiostro marrone chiaro, ha scritto, serrate nel margine superiore e talvolta rifilate, delle brevi annotazioni al testo ed alle affermazioni dell'autore. Il codice è stato probabilmente realizzato all'epoca dell'abbaziato di Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Questa copia delle Collationes di Cassiano contiene a c. 1r una nota di possesso di due righe, che attribuisce il codice alla committenza dell'abate di Engelberg Berchtold (1178-1197), ed un verso di dedica, solo iniziato, a Maria, patrona del monastero. Entrambe queste iscrizioni ritornano letteralmente anche nei volumi la cui committenza viene fatta risalire al predecessore di Berchtold, l'abate Frowin (1143-1178). Le singole Collationes, e talvolta i Capitula, sono introdotte da iniziali decorate; il testo è suddiviso da maiuscole decorate ad inchiostro rosso. Strappi e buchi della pergamena sono decorativamente rammendati, da notare in special modo quelli a c. 48v o 190v.
Online dal: 04.10.2011
Sottile evangelistario contenente 27 pericopi, costituito da soli 32 fogli di pergamena. Il codice, eseguito in modo particolarmente accurato e rilegato solo con una coperta in pelle, è decorato con artistiche iniziali a penna rosse e nere. Nonostante non sia datato, può essere attribuito, sulla base della scrittura e della decorazione, all'epoca degli abati Frowin (1143-1178) e Berchtold (1178-1197).
Online dal: 17.12.2015
Trattato sul libero arbitrio dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178), il De laude liberi arbitrii libri septem. L'opera, finora inedita, è da considerarsi come il più importante contributo nell'ottica della teologia monastica del periodo della prima scolastica.
Online dal: 31.07.2007
Il manoscritto contiene le omelie sul vangelo di Beda il venerabile, elencate in un indice dei capitoli alle cc. 2r e 2v, 65v e 66r. L'autore è raffigurato mentre sta redigendo il testo in una miniatura a colore a piena pagina, incorniciato dagli attributi degli evangelisti. Il testo, redatto con inchiostro di colore marrone che va dal chiaro allo scuro, è suddiviso da iniziali rubricate, incipit ed explicit; all'inizio anche il nome di Maria, patrona del monastero di Engelberg, viene evidenziato con l'uso di maiuscole o del colore rosso. Le cc. 3r e 11v contengono grandi iniziali decorate con più colori. Strappi e fori della pergamena sono rammendati artisticamente. A c. 1r un verso in due righe menziona quale epoca di realizzazione del manoscritto gli anni di abbaziato dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178).
Online dal: 09.06.2011
Questo codice con le interpretazioni di Gerolamo ai Vangeli di Matteo (1v-103r) e Marco (103v-128v) non è riccamente decorato, contiene però due iniziali più ricche, con vari colori (5r, 103v). Il testo, scritto con inchiostro nero e marrone scuro, presenta molti cambi di mano. Le suddivisioni del testo quali incipit ed explicit, capitoli ed indicazioni di capitolo, sono ad inchiostro rosso, una sola volta decorata con una figura (51v). Il verso di due righe a c. 1r attesta che il manoscritto è stato realizzato all'epoca dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
A detta del verso in due righe a c. 1r il codice è stato realizzato all'epoca dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178). Contiene delle semplici iniziali decorate rosse, raramente con più colori, e piccole iniziali con motivi a bulbo (2r, 25v, 41r, 54r, 62v). Il codice, dalle caratteristiche tipiche dei volumi della biblioteca di Frowin, è scritto ad inchiostro marrone da un'unica mano regolare; gli incipit dei singoli libri sono rubricati. Qua e là le maiuscole sono leggermente più grandi o ritoccate in rosso. I due terzi inferiori della c. 119 sono ritagliati.
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene la Panormia di Ivo di Chartres, una raccolta di testi di diritto canonico in 8 libri con 1038 capitoli. Il riformatore e vescovo di Chartres compilò quest'opera appena dopo il 1095, opera che, grazie alla sua facilità d'uso, trovò velocemente ampia diffusione. Il testo è stato scritto da due mani con inchiostro marrone chiaro e marrone scuro. Secondo la tradizione dello scriptorium di Engelberg nel sec. XII gli inizi dei capitoli ed i sommari sono sottolineati con inchiostro rosso, circonstanza che nel caso di questo manoscritto porta ad una ricca rubricatura. Nei margini esterni del blocco di scrittura del testo ci sono numerose notizie marginali.
Online dal: 04.10.2011
Questo codice contiene l'Hexaemeron di S. Ambrogio. A c. 1r il volume, indicato con il titolo esatto, viene dedicato in un verso di due righe alla madre di Dio e patrona del monastero Maria dall'abate di Engelberg Frowin (1143-1178). Più sotto, della stessa mano, si legge un verso in sei righe che a sua volta fa riferimento al contenuto del volume. Una piccola iniziale ad inchiostro blu, verde e rosso, tipica dei codici della biblioteca di Frowin, introduce il primo libro. I rimanenti sono suddivisi tramite semplici iniziali rosse. Le annotazioni nel testo e nei margini, scritte con inchiostro scuro ed in poche parti marrone chiaro, sono di un'unica mano che risalta per la scrittura pulita ed equilibrata.
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene il trattato De officiis di S. Ambrogio. I tre libri sono preceduti dal rispettivo elenco dei Capitula (1r fino a 3r, 65v fino a 103v e 67r fino a 104v). I primi due libri sono inoltre introdotti ognuno da una decorativa iniziale con motivi vegetali su fondo marrone scuro (3v) rispettivamente rosso (67r). Il rimanente testo è suddiviso da linee ed iniziali rubricate. Il verso di dedica a c. 1r, scritto con grandi maiuscole su due righe, afferma che il codice costituisce un'offerta dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178) alla patrona del monastero Maria.
Online dal: 04.10.2011
Il Codex 67 contiene il De mirabilibus mundi, una raccolta di testi curiosi del grammatico latino Giulio Solino, conosciuta anche sotto il titolo di Polyhistor e Collectanea rerum memorabilium. Il testo è scritto in grafia uniforme, e decorato con titoli e iniziali, di cui alcune con filigrana (per es. 2r e 6r), ad inchiostro rosso. Fori e strappi nella pergamena sono stati riparati con artistici rammendi colorati (per es. 23-25, 34, 62). Secondo i versi di dedica a c. 1v il codice è stato allestito all'epoca dell'abate Heinrich von Buochs (1197-1223).
Online dal: 13.12.2013
Questo manoscritto contiene alle cc. 6r-95v i tre libri De statu animae del teologo francese Claudiano Mamerto (ca. 425 fino a ca. 474), un trattato apologetico sulla incorporeità dell'anima che si opponeva ad uno scritto del vescovo Fausto di Riez (3r-6r). All'inizio del prologo e di ognuno dei tre libri si trova una iniziale del cosiddetto Maestro di Engelberg (3r, 6r, 7v, 48v, 77v). Le notizie marginali sono spesso inquadrate in rosso ed alcune maiuscole decorate in rosso. Una nota di possesso sul verso della carta di guardia attribuisce il volume alla committenza dell'abate di Engelberg Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011