Autore di numerose comedias de santos, Felix Lope de Vega y Carpio (1562-1635) finì questa Historia de Barlán y Josafat, comedia in tre atti e in versi, nella sua casa "En Madrid a primero de febrero de 1611". Completo, questo manoscritto autografo presenta ancora numerose correzioni e ritocchi dell'autore. Più che di un'autentica leggenda cristiana (allora attribuita a s. Giovanni Damasceno), questa storia di una conversione è soprattutto un racconto cristianizzato. In questo principe, che dapprima abbandona il suo palazzo per scoprire le piaghe del mondo, poi il suo trono per abbracciare una vita meditativa di asceta, si riconosce bene la figura del Budda. L'edificante storia cristiana, peraltro collocata sulle rive del Gange, non è altro che la trasposizione della Via del bodhisattva, testo in sanscrito del II-IV secolo, tradotto ed adattato nel corso dei secoli, dapprima dai manichei, poi dagli arabi, dai georgiani, dai bizantini, prima di toccare infine i popoli del lontano Occidente: l'opera di Lope de Vega si inserì dunque (senza che l'autore ne avesse coscienza), in una delle più impressionanti catene di trasmissione intellettuale della storia.
Online dal: 17.12.2015
Necrologio compilato, su incarico del principe abate Bernhard Müller (1594-1630) nel 1611, sulla base di antichi libri dei morti; costituisce un sostituto del necrologio contenuto nel Cod. Sang. 452. La registrazione continuò fino al 1847. Oltre ad abati, monaci e fratelli laici del monastero, vi sono anche registrate persone che erano state inserite nel libro della confraternita quali benefattori del monastero. Nelle registrazioni più tarde si trovano anche indicazioni sull'anno di morte, occasionalmente sul luogo della morte o della sepoltura. L'età del defunto viene ricordata solo in alcuni casi. Sulle ultime pagine (pp. 126-131) si trovano indicazioni sulle messe per i morti e analoghe forme riguardanti la memoria dei defunti. Secondo un appunto di Franz Weidmann (p. 1) dopo la secolarizzazione del monastero il manoscritto fu in possesso per un certo periodo di p. Aemilianus Hafner, e venne da questi consegnato alla biblioteca nel 1840.
Online dal: 23.09.2014