Su richiesta di Jeanne de Laval, sposa del re Renato d'Angiò, nel 1465 un chierico di Angers termina la messa in prosa della prima redazione del Pèlerinage de vie humaine di Guillaume de Deguileville. Il suo lavoro, anonimo, rispetta il testo originale e la suddivisione in quattro libri. Miniato interamente e riccamente, il manoscritto è databile al terzo quarto del XV secolo.
Online dal: 13.10.2016
Su richiesta di Jeanne de Laval, sposa del re Renato d'Angiò, nel 1465 un chierico di Angers termina di mettere in prosa la prima redazione del Pèlerinage de vie humaine di Guillaume de Deguileville. Il suo lavoro, anonimo, rispetta il testo originale e la suddivisione in quattro libri. Di seguito si trova la Danse aux aveugles (prima del 1465) di Pierre Michault. Il Maître di Antoine Rolin realizza per questi due testi una ricca decorazione miniata, che tuttavia non è stata del tutto completata.
Online dal: 13.10.2016
Philippe de Mézières (1327-1405) compose nel 1389 il Songe du viel pelerin, un racconto di viaggio allegorico e un eccezionale specchio dei principi, destinato al re Carlo VI. Di questo testo sono sopravvissute solo nove copie, compresa questa in due volumi. Manoscritto su carta, fu probabilmente realizzato a Lille, dove ricevette una serie di disegni ad acquerello attribuiti al Maestro del Livre d'Eracles, un miniatore della cerchia del Maestro di Wavrin. Prima di appartenere alla collezione Petau, poi ad Ami Lullin e infine alla Biblioteca di Ginevra, questa copia era in possesso di Jean V de Créquy, come testimonia il suo stemma dipinto nell'iniziale del primo libro (c. 36r).
Online dal: 18.06.2020
Questo trattato in forma di dialogo tra un chierico e un cavaliere è stato commissionato dal re Carlo V a Evrard de Tremaugon, maestro delle richieste presso il Palazzo del Re. I due protagonisti discutono del potere ecclesiastico e laico alla fine del XIV secolo, del rapporto tra il re e il papa. L'autore, imparziale, difende infine l'indipendenza del re nei confronti del temporale, che rimane comunque il «vicaire de Dieu en la temporalité». Scritto per la prima volta in latino nel 1376 con il titolo Somnium Viridarii, il testo fu velocemente tradotto in francese nel 1378.
Online dal: 08.10.2020
Le Jouvencel racconta le gesta di un giovane nobile che, grazie al suo coraggio e alle sue imprese militari, sposa la figlia del re Amydas. Il testo si ispira alla carriera militare di Jean de Bueil, che servì a lungo Carlo VII. Il manoscritto è ornato da tre dipinti attribuiti al Maestro del Mamerot de Vienne, che fu vicino a Jean Fouquet.
Online dal: 18.06.2020
Il Tristano in prosa è un romanzo in prosa del sec. XIII, continuamente riscritto nel corso del medioevo. Di natura cavalleresca, l'opera è fortemente influenzata dal Lancelot en prose scritto alla fine del primo quarto del sec. XIII. In questa compilazione, dove si affiancano miti su Tristano e su re Artù, Tristano diventa l'amante perfetto, il cavaliere perfetto che partecipa, in quanto cavaliere della Tavola rotonda, alla ricerca del Graal. Il manoscritto di Ginevra è incompleto. La narrazione si svolge intorno al torneo tra re Artù e Tristano, quest'ultimo che disarciona il re e Yvain che ritornano alla Roche Dure (t. 3 dell'edizione di Philippe Ménard, 1991). Fino ad oggi si conoscono 82 manoscritti o frammenti di manoscritti.
Online dal: 22.03.2012
Laurent de Premierfait traduce in francese il De casibus virorum illustrium di Giovanni Boccaccio nel 1400. Quest'opera descrive i tragici destini di personaggi illustri soprattutto dell'Antichità. Nel 1409 il traduttore presenta al duca di Berry una seconda versione, dopo averla completata con notizie estratte da storici latini. L'esemplare di Ginevra, che porta l'ex-libris del duca bibliofilo, contiene la seconda versione. E' riccamente decorato da numerose vignette istoriate attribuite principalmente al Maestro di Luçon.
Online dal: 21.12.2010
Laurent de Premierfait traduce in francese il De casibus virorum illustrium di Giovanni Boccaccio nel 1400. Quest'opera descrive i tragici destini di personaggi illustri soprattutto dell'Antichità. Nel 1409 il traduttore presenta al duca di Berry una seconda versione, dopo averla completata con notizie estratte da storici latini. L'esemplare di Ginevra, che porta l'ex-libris del duca bibliofilo, contiene la seconda versione. E' riccamente decorato da numerose vignette istoriate attribuite principalmente al Maestro di Luçon.
Online dal: 21.12.2010
Secondo il calendario e il santorale, il messale è destinato all'uso della cattedrale di San Pietro a Ginevra. Realizzato nel XIV secolo, il manoscritto è stato restaurato e vi è stata una aggiunta di alcuni fogli intorno al 1500, segno che era ancora in uso a quel tempo. Inoltre, nella pagina che presenta tra l'altro una Crocifissione ed una iniziale istoriata con la Pentecoste (c. 95r) – entrambe originali – è stato dipinto, su una più antica miniatura nel margine, un riquadro raffigurante degli angeli che reggono lo stemma di Ginevra. In seguito alla Riforma, il messale fu conservato insieme agli altri libri del capitolo della cattedrale presso il municipio (Hôtel de Ville), per poi essere trasferito definitivamente alla Biblioteca di Ginevra nel 1714.
Online dal: 14.12.2018
Questo missale fu allestito a Ginevra intorno all'anno 1460 per Urbano Bonivardo, priore di San Vittore di Ginevra dal 1458 al 1483. L'uso liturgico è quello di Cluny; le miniature sono l'opera di Janin Luysel e Guillaume Coquin. Al momento della Riforma, questo manoscritto scomparve da Ginevra e vi ritornò solo nel 1912, quando fu acquistato dalla città durante un'asta a Monaco.
Online dal: 09.12.2008
Il libro d'ore di piccolo formato all'uso di Parigi, comprende, oltre alle solite funzioni, alcuni testi in francese (una preghiera a san Rocco, Les quinze joys de Notre-Dame e Les sept requêtes à Notre Seigneur). La ricca decorazione è costituita da miniature a piena pagina e più piccole, attribuite (Gagnebin, 1976) alla bottega del Maître di Coëtivy (identificato con Colin d'Amiens). Anche se alcune miniature sono leggermente danneggiate, testimoniano dell'alta qualità di esecuzione, specialmente nei suffragi dei santi (ff. 201r-220v). Queste ore erano destinate ad un uomo (indirizzi di preghiera al maschile, f. 21r e 25v), forse un certo Jean Novelli, la cui legatura settecentesca ricorda il nome associato alla data 1460.
Online dal: 13.06.2019
Questo libro d'ore all'uso di Parigi, databile al XV secolo, contiene anche un salterio biblico completo. Le miniature sono state attribuite all'atelier del duca di Bedford nella sua fase finale (intorno al 1435-1460). Ogni mese del calendario è preceduto da un verso latino in esametri che indica i due giorni nefasti del mese (primo e 25 gennaio, 4 e 26 febbraio, primo e 28 marzo, 10 e 20 aprile, 3 e 25 maggio, 10 e 16 giugno, 13 e 22 luglio, primo e 30 agosto, 3 e 21 settembre, 3 e 22 ottobre, 5 e 28 novembre, 7 e 22 dicembre). Entrato nella "collection Petau", costituita dai due consiglieri al parlamento di Parigi, Paul Petau († 1614) e il figlio Alexandre Petau († 1672), questo manoscritto fu acquisito nel 1720 dal ginevrino Ami Lullin (1695-1756) e lasciato in eredità alla Biblioteca di Ginevra dopo il suo decesso.
Online dal: 08.10.2015
Il libro d'ore all'uso di Roma presenta nel calendario delle devozioni a san Clarus (2 gennaio) o alla dedicazione della chiesa di San Pietro a Ginevra (8 ottobre) che sono specifiche per la diocesi di questa città. Il manoscritto ha subito, in un momento imprecisato, numerosi danni: strappo e lacerazione di pagine, taglio di iniziali miniate. Delle cinque miniature presenti in origine ne rimangono solo due, poste rispettivamente all'inizio delle ore della Croce (c. 15r) e dei salmi penitenziali (c. 74v), che sono probabilmente state eseguite a Ginevra, o nei suoi immediati dintorni, intorno alla metà del XV secolo.
Online dal: 04.10.2018
Questo libro d'ore all'uso di Parigi, riccamente illustrato, è stato prodotto per la diocesi di Nantes nel terzo quarto del XV secolo. Proprietà della famiglia Petau nel XVII secolo, il manoscritto fu acquisito nel 1720 dal ginevrino Ami Lullin che lo lasciò in eredità alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Questo manoscritto della seconda metà del XV secolo è un libro d'ore ad uso dell'abbazia di S. Martino di Tours. Contiene sei grandi miniature, due relative alla vita di Cristo, due consacrate all'Annunciazione, una a s. Giuseppe e l'altra a s. Barbara. Il calendario segnala i tredici giorni nefasti (dies eger) dell'anno. Con la sua legatura antica in velluto cremisi, la decorazione dipinta e la scrittura accurata, prima di giungere a Ginevra questo manoscritto arricchiva la collezione della famiglia Petau.
Online dal: 18.12.2014
Il piccolo ed elegante libro d'ore miniato, all'uso di Roma, è probabilmente stato prodotto nell'atelier di Jean Colombe, il celebre miniatore di Bourges, attivo nel corso dell'ultimo terzo del XV secolo. Alcune delle 14 miniature che lo decorano si ritrovano in effetti in altri libri d'ore da lui illustrati, così come il cordoncino collocato nei margini decorati che inquadrano le miniature (Parigi, BnF, n.a. lat. 3181). Quest'ultimo motivo è stato diversamente interpretato, sia come segno di appartenenza all'ordine dei terziari francescani, sia come segno di vedovanza, nel qual caso il destinatario sarebbe una donna, cosa che però è contraddetta dal fatto che le preghiere sono indirizzate al maschile. Questo manoscritto appartenne in seguito a Paul Petau, e raggiunse nel 1756 le collezioni della Biblioteca di Ginevra con il legato della collezione Ami Lullin.
Online dal: 14.06.2018
Miniato in un atelier veneziano, questo Rituale romano è stato allestito per l'arcivescovo Philippe de Lévis nella seconda metà del XV secolo. Contiene le parole pronunciate secondo l'uso della Curia romana nelle diverse cerimonie quali il battesimo, la purificazione, il matrimonio, la comunione degli ammalati, l'estrema unzione, i funerali. Accuratamente scritto, ornato di bordure floreali dai colori vivaci e da fini miniature, e arricchito di oro in foglia, il manoscritto si presenta di una grande qualità.
Online dal: 13.12.2013
Allestito nell'abbazia di San Gallo, questo epistolario era utilizzato durante la messa per la lettura della lettera del giorno. Scritto in minuscola carolina ed ornato con iniziali dipinte in oro, argento e minio, è stato probabilmente copiato e miniato da Sintram all'inizio del X secolo. Una volta era ricoperto con due placche di avorio scolpito. Si ignora il percorso che ha portato questo manoscritto da San Gallo a Ginevra: si suppone che abbia lasciato l'abbazia alla fine del XVIII secolo, dopo essere stato messo in vendita; riappare poi negli anni 1863-1864 quando fu affidato alla Biblioteca di Ginevra dagli eredi del medico ginevrino Jean-Jacques de Roches-Lombard.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto contiene diversi testi copiati tra il XIII e il XVI secolo. Il più antico è l'evangelistario festivo della cattedrale di San Pietro a Ginevra (cc. 5-28v), probabilmente prodotto - a giudicare dalla sua decorazione miniata (in particolare la c. 5r) - a Parigi, anche se le pericopi corrispondono alle feste proprie di Ginevra. Seguono poi estratti dai vangeli cantati con notazione musicale, risalenti al XIV e XV secolo, tra cui un'interessante testimonianza liturgica della fine del XV secolo per la festa dell'Epifania (cc. 37v-40r).
Online dal: 13.06.2019
Sontuoso manoscritto contenente la Cronaca di Eusebio di Cesarea tradotta da S. Gerolamo, presentata in colonne e con la continuazione di S. Gerolamo e di Prospero di Aquitania. Realizzato intorno al 1480 a Padova o Venezia, venne miniato da Petrus V… che ha creato una maestosa decorazione a piena pagina sul f. 10r. Un errore di assemblaggio nuoce purtroppo al bell'aspetto del volume: il primo fascicolo dovrebbe essere al posto del secondo, e viceversa.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto contiene la traduzione latina del Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure realizzata nel 1287 da Guido de Columnis. Il testo si suddivide in 35 libri, dei quali nove solamente sono introdotti da una miniatura, per la maggior parte a piena pagina (cc. 1r, 5v, 16v, 46r, 72v, 83v, 89v, 107v, 124v). Inserite in un riquadro rinascimentale, le pitture illustrano diversi momenti della distruzione della città di Troia. Il manoscritto appartenne alla collezione di Paul e Alexandre Petau, prima di entrare in possesso di Ami Lullin, pastore e teologo ginevrino che ne fece dono alla Biblioteca di Ginevra nel 1756.
Online dal: 22.03.2018
Questo codice trascritto intorno all'anno 1420 è un manoscritto di storia romana contenente due opere di Sallustio: la «Congiura di Catilina» e la «Guerra di Giugurta”. Fu miniato dal Maestro del duca di Bedford e dal suo atelier; degne di nota le miniature in grisaille, per la loro bellezza e per essere state realizzate secondo i dettami di Jean Lebèque, autore di una "Guida" (1417) sulle modalità d'illustrazione delle scene a contenuto storico di queste due opere. Proprietà della famiglia Petau nel XVII secolo, il manoscritto fu acquistato nel 1720 dal ginevrino Ami Lullin che lo lasciò in eredità alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Le «vite dei filosofi» costituiscono una sottocategoria del genere antico, rivisitato fin dal XII secolo, delle «Vite di uomini illustri». Il testo latino di questo manoscritto, attribuito a Gautier Burley (in effetti un autore anonimo italiano dei primi del XIV secolo), il Liber de vita et moribus philosophorum veterum, è una raccolta di massime morali di diversi filosofi, i cui nomi sono indicizzati alla fine del libro (ff. 93r-94r). Questa copia, datata al 1452, potrebbe provenire dall'abbazia di Saint-Denis, e successivamente appartenne a Paul e Alexandre Petau, prima di entrare a far parte della collezione della Biblioteca di Ginevra, in occasione del lascito di Ami Lullin (1756).
Online dal: 10.10.2019
Il manoscritto contiene il Decretum Gratiani con la glossa di Bartolomeo da Brescia. Si tratta di un testimone caratteristico della virtuosa impaginazione dei testi di contenuto giuridico, nei quali il testo principale è inquadrato, in generale su tutti i lati, dal commento. Il manoscritto è firmato dal copista, frate Adigherio (c. 341v). Il codice è sontuosamente decorato da grandi miniature che introducono le parti principali del testo, cioè le diverse cause, così che da molte iniziali istoriate, sovente molto raffinate (per es. c. 2r, 127v), e da iniziali figurate. Due miniatori bolognesi, il Maestro del 1346 e l'Illustratore, sono gli autori della decorazione realizzata intorno agli anni 1340. Il Decreto di Graziano entrò nel 1756 alla Biblioteca di Ginevra in occasione del legato di Ami Lullin, che aveva acquistato questa copia dalla collezione Paul e Alexandre Petau.
Online dal: 14.06.2018
Prodotto in un atelier parigino alla metà del sec. XIII, questo manoscritto contiene i libri I-XVIII del Digestum Vetus di Giustiniano, con un testo che offre delle varianti in confronto al testo corrente del Digesto. Una miniatura, sotto forma di banda verticale nel margine, presenta l'imperatore Giustiniano che sovrasta i cinque principali giuristi dell'inizio del sec. III, abbondantemente citati nel Digesto.
Online dal: 15.04.2010
L'umanista Lazzaro di Baïf (1496-1547), ambasciatore di Francesco I, è l'autore del trattato latino De re vestiaria, che costituisce, nel 1526, la prima monografia sui costumi antichi. Partecipe del gusto antiquario, questo testo scritto in latino e inframmezzato da citazioni in greco – lingua che Baïf studiò a Roma con Giovanni Lascaris – conobbe una vasta diffusione attraverso edizioni stampate ad esempio a Basilea presso Froben (1537) o a Parigi presso Charles Estienne (1535). La copia manoscritta della Biblioteca di Ginevra presenta il testo completo del De re vestiaria, suddiviso in 21 capitoli, con numerose annotazioni marginali probabilmente di mano di Lazzaro de Baïf (c. 79v), e che ne fanno un testimone particolarmente prezioso.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto, prodotto in un atelier parigino alla fine del sec. XIII, contiene la versione latina dei tredici trattari redatti da Aristotele, o considerati tali. Il volume termina con un frammento del De uno deo benedicto di Mosè Maimonide. Quaranta iniziali abbelliscono il testo, e una miniatura a piena pagina di Cristo in croce con Maria e Giovanni fu aggiunta sul verso dell'ultimo foglio.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto comprende tre testi medici tradotti dall'arabo e dal greco in latino. Si inizia con una piccola enciclopedia medica in dieci libri, il Kitâb al-Mansuri di Rhazes (ff. 4-126) nella traduzione attribuita a Gerardo da Cremona (m. 1187); subito dopo un trattato sulle febbri (ff. 126-144v), ispirato a Johannitius, che è il nome latino del medico e traduttore di Baghdad Hunain ben Ishāq al-Ibādī (808-873). La raccolta termina con il testo del medico bizantino Alessandro di Tralles, I dodici libri di medicina, qui suddivisi in tre libri, seguiti dal Trattato sulle febbri (ff. 146-289v). E' abbondantemente annotato e presenta delle iniziali decorate con bellissimi prolungamenti a penna in rosso e blu nel margine inferiore.
Online dal: 12.12.2019
Opera di Andrea Benincasa, questo portolano è firmato e datato 1476 sull'ultima carta incollata alla guardia inferiore del manoscritto. Le cinque carte marine, che occupano ciascuna una doppia pagina dell'atlante, descrivono il Mediterraneo orientale e il Mar Nero (carta 1), le coste tra la Sicilia e il Mar Egeo (carta 2), il Mediterraneo da Gibilterra a Roma con la Corsica e la Sardegna (carta 3), le coste atlantiche tra l'Inghilterra e l'Irlanda fine allo stretto di Gibilterra (carta 4), e infine le coste atlantiche, tra Gibilterra e Capo Bojador, con le Isole Canarie e altre isole (carta 5). Le linee stellari dei rombi con rose del vento indicano le direzioni della bussola, mentre le scale graduate, qui iscritte agli angoli dei fogli, consentono di stimare le distanze. Il preciso trattato delle coste rinforzato con dei colori e l'eleganza della scrittura dei toponimi sono caratteristiche delle mappe della bottega dei Benincasa, oggetti per bibliofili e non destinati alla navigazione. Tra le numerose scritte presenti su queste carte, quelle riguardanti le isole atlantiche sono le più sorprendenti perché sembrano anticipare la scoperta dell'arcipelago americano come «Antilia», o l'isola del «Brasile», nomi che Cristoforo Colombo e i suoi successori adottarono per battezzare alcuni territori del Nuovo Mondo.
Online dal: 12.12.2019
Dotato di una bella legatura alla “Du Seuil”, questo manoscritto del XV secolo contiene il Policraticus (Il governo della città), un'opera di riflessione sulle vanità dei cortigiani, redatta da Giovanni di Salisbury (1115/1120-1180). Copiato con una scrittura accurata, il testo è ornato da una grande miniatura raffigurante un autore che legge il suo testo al cospetto del re di Francia.
Online dal: 18.12.2014
Questo manoscritto dell'inizio del XVI secolo contiene due poemi di Raoul Bollart: un poema era destinato a celebrare la vittoria riportata nel 1509 dal re di Francia Luigi XII contro i Veneziani, mentre l'altro presenta, nell'ambito della morale, una richiesta di povera gente ad un uomo ricco. Le miniature, eseguite a Rouen, illustrano diverse scene e, quelle ornanti il poema morale, si succedono come in un fumetto moderno. Proprietà della famiglia Petau nel XVII secolo, questo manoscritto fu acquisito nel 1720 dal ginevrino Ami Lullin, che lo lasciò in eredità alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Gian Maria Filelfo avrebbe composto l'Amyris negli anni 1471-1476 su richiesta dell'amico Othman Lillo Ferducci di Ancona. Con questo lungo poema latino si intendeva ringraziare il sultano Mehemt II per aver liberato il cognato di Ferducci, fatto prigioniero dai Turchi in occasione della presa di Costantinipoli nel 1453. Gian Mario Filelfo avrebbe fatto decorare il manoscritto a Firenze con una decorazione a „bianchi girari“, l'avrebbe fatto rilegare ad Urbino con una bella legatura rinascimentale italiana ed in seguito l'avrebbe offerto al duca di Urbino Federico da Montefeltro, presso la cui corte soggiornò dal 1477 al 1478.
Online dal: 18.12.2014
Cicerone è senza dubbio uno degli autori antichi più conosciuti del medioevo. Alcuni dei suoi discorsi – le Orationes - sono state riscoperte dagli umanisti, come testimonia il presente esemplare. Questo manoscritto contiene ventisette discorsi di Cicerone, in scrittura umanistica rotonda italiana. Si apre con una miniatura rappresentante un gruppo di oratori intenti a discutere (c. 1r), dipinta da Péronet Lamy, un miniatore documentato dal 1432 al 1453, e che ha lavorato soprattutto per il duca di Savoia Amedeo VIII. È probabile che Péronet Lamy realizzò questa miniatura nel periodo in cui fu al seguito ducale presso il Concilio di Basilea, dove si trovava anche Martin le Franc (1408-1461), segretario ducale e autore del Champion des Dames e del Estrif de fortune et de vertu il quale, secondo una iscrizione erasa (c. 290r), entrò in possesso di questo manoscritto. L'esemplare appartenne in seguito a Germain Colladon (interno della coperta posteriore), un condiscepolo di Giovanni Calvino, che si rifugiò a Ginevra nel 1550. Intorno al 1615 poi, una delle sue nuore lo vendette, con il Ms. lat. 53, alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 22.03.2018
Il libro d'ore in miniatura (11.5 x 7 cm), all'uso di Roma, fu probabilmente realizzato a Bourges dal Maestro di Spencer 6 (attivo tra il 1490 e il 1510). Tutte le 35 miniature a piena pagina, incorniciate, presentano una composizione identica in cui la scena principale, rappresentata in primo piano, è completata da una predella contenente delle piccole figure. La famiglia ginevrina Naville, proprietaria di questo manoscritto (stemma a c. 1v), ne fece dono alla Biblioteca di Ginevra nel 1803.
Online dal: 04.10.2018
Realizzato in Italia alla metà o alla fine del sec. XV, il volume è una raccolta epistolare che raduna le lettere di Falaride, di Diogene il Cinico e di Bruto, considerati nel medioevo i veri autori di queste lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Una bordura ornamentale a bianchi girari accompagna l'inizio del testo di ciascun autore. Alla fine del volume sono trascritti due frammenti del De officiis ministrorum di S. Ambrogio.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto di Philibert de Viry è uno dei rari libri d'ore all'uso della diocesi di Ginevra che si sia conservato fino ai nostri giorni. Miniato a Lione dal Maître de l'Entrée de François Ier, contiene delle miniature che si ispirano molto direttamente a dei legni incisi della Petite Passion di Albrecht Dürer (1511), ciò che costituisce una testimonianza precoce della ricezione di questa serie in Francia, e un esempio degli influssi, sovente insospettati, della incisione sulla miniatura.
Online dal: 17.03.2016
Il Libro d'ore contiene in primo luogo l'Ufficio per i morti e l'Ufficio di Maria. Le iniziali si distinguono le une dalle altre per i colori che vivace il testo.
Online dal: 10.11.2016
Il libro di preghiere risale al primo quarto del XVI secolo ed era destinato a una donna. Contiene soprattutto preghiere alla vergine e la liturgia delle ore per la Passione di Cristo.
Online dal: 20.12.2016
Questo Libro d'ore proveniente dalla Svizzera occidentale o dalla Savoia, risalente al 1490 ca., era proprietà del patrizio di Berna Thomas Schöni e della moglie Jeanne d'Arbignon. Le miniature sono attribuite al Miniatore del breviario di Jost von Silenen.
Online dal: 22.06.2010
Il salterio è un'opera del Maestro di Engelberg. I salmi 1, 51 e 101 sono introdotti da grandi iniziali. Soprattutto notevole il cavaliere a c. 41r.
Online dal: 10.11.2016
Il diurnale proviene dal monastero delle clarisse Gnadental a Basilea. La decorazione consiste in un gran numero di maschere, drôleries e figure di santi.
Online dal: 10.11.2016
Il piccolo volume contiene preghiere in memoria dei santi di un convento francescano femminile. E' decorato da iniziali che corrispondono a varie linee di testo, decorate con motivi vegetali e ricchi colori.
Online dal: 10.11.2016
Sono in totale otto i manoscritti realizzati a S. Gallo nel periodo compreso tra il 1022 ed il 1036, scritti e miniati per Sigebert, vescovo di Minden (1022-1036). Si tratta di un gruppo completo di manoscritti liturgici comprendente un sacramentario, un epistolario, un evangelistario, un graduale, un tropario-sequenziario, un graduale-innario, un innario e l'Ordo missae. Questo lezionario mostra in tutte le sue parti delle grandi somiglianze con il Cod. 40(481) di Einsiedeln (databile prima del 950). E' purtroppo andata perduta la preziosa rilegatura con oro, pietre preziose e una tavola di avorio, ancora descritta nel XV secolo. Il manoscritto giunse nel 1683 nella biblioteca del principe elettore Friedrich Wilhelm von Brandenburg e da lì nella Staatsbibliothek. Nel corso della seconda guerra mondiale venne messo al sicuro con altri manoscritti (tra i quali il tropario-sequenziario) e oggi viene conservato a Cracovia quale deposito.
Online dal: 17.12.2015
Sono in totale otto i manoscritti realizzati a S. Gallo nel periodo compreso tra il 1022 ed il 1036, scritti e miniati per Sigebert, vescovo di Minden (1022-1036). Si tratta di un gruppo completo di manoscritti liturgici comprendente un sacramentario, un epistolario, un evangelistario, un graduale, un tropario-sequenziario, un graduale-innario, un innario e l'Ordo missae. Questo tropario-sequenziario contiene, nella parte del sequenziario a c. 144r, un ritratto dell'autore Notker Balbulus (ca. 840-912). Questi viene raffigurato quale copista della sua sequenza di Pentecoste Sancti Spiritus Assit nobis gratia e rappresentato con l'aureola dei santi. Il manoscritto giunse nel 1683 nella biblioteca del principe elettore Friedrich Wilhelm von Brandenburg e da lì nella Staatsbibliothek. Nel corso della seconda guerra mondiale venne messo al sicuro con altri manoscritti (tra i quali l'epistolario) e oggi viene conservato a Cracovia quale deposito.
Online dal: 17.12.2015
Il libro di preghiere proviene dalla zona di Colonia, come indica la selezione dei testi di preghiera e il calendario, o dallo «Stift» Münstereifel, poiché i santi Daria e Crisante, che vi sono venerati, sono esplicitamente menzionati alle cc. 218r e 219r. Tramite Catharina von Wrede (guardia anteriore) è entrato nella Bibliothèque des Cèdres, che nel 1966 è entrata a far parte del patrimonio della Bibliothèque cantonale et universitaire - Losanna. Questo volume di piccolo formato, illustrato con 18 miniature, contiene un ciclo di preghiere sulla vita e le sofferenze di Cristo, preghiere sulle verità della fede e su vari santi. Le miniature e gli inizi dei testi sono circondati da tralci di foglie e bordure a intreccio; lo schema decorativo è completato da 35 iniziali dorate, da barre marginali con filigrana e da lombarde blu, rosse e oro.
Online dal: 08.10.2020
La Biblia Porta, dal nome del suo ultimo proprietario, contiene una bibbia miniata nella regione franco-fiamminga e databile alla fine del sec. XIII. La ricchezza di quest'opera, eccezionale ed unica, risiede nella qualità dell'illustrazione del testo: 337 scene di grande finezza artistica, piene di vita e di espressione, illustrano la vita degli uomini nel medioevo e la loro visione del mondo. L'apparato illustrativo è costituito da iniziali istoriate, iniziali ornate, drôleries e illustrazioni marginali. Il testo, scritto con una calligrafia molto accurata su della fine pergamena, è quello della versione latina della bibbia di s. Gerolamo riveduta a Parigi nel secondo quarto del XIII sec. Il codice è una delle rare opere ancora esistenti al mondo di questa scuola di miniatura del nord della Francia.
Online dal: 21.12.2009
Offerto alla biblioteca dell'Académie di Losanna nel 1779, questo libro d'ore è un rappresentante tipico di queste opere di devozione della fine del medioevo. Il calendario è all'uso di Parigi: un santo per ogni giorno, senza che nessuno di essi sia messo in evidenza. La versione al maschile dell'Obsecro te può sia essere il segno di un libro d'ore prodotto per il mercato librario sia designare il destinatario effettivo del manoscritto. Concludono l'opera alcune preghiere in francese come le XV joies de Notre Dame, Les sept requêtes à Notre Seigneur e una preghiera alla Santa Croce. Tutte le miniature, probabilmente a piena pagina, che segnavano l'inizio dei rispettivi uffici sono scomparse. Le uniche tracce di decorazione dipinta sono costituite dai margini e dalle iniziali ornate che si trovano nelle suddivisioni secondarie di questi stessi uffici.
Online dal: 08.10.2020
Il De vita solitaria è una delle opere latine del grande poeta italiano Francesco Petrarca (1304-1374), che la scrisse nel 1346 rimaneggiandola più volte negli anni successivi. Nei due libri nei quali è suddiviso viene esaltata la vita ritirata e solitaria trascorsa negli studi e nella meditazione. Questo manoscritto cartaceo rivela una certa eleganza sia nella impostazione della pagina sia nella presenza delle due iniziali, nei quali si fa uso di oro p. 7, 103). La provenienza del codice è sconosciuta, ma prima di essere acquistato nel 1892 dalla biblioteca fu in possesso di alcuni canonici di Losanna e di una famiglia di notai di Muraz (Vallese). La copertina era originariamente costituita da una serie di frammenti cartacei del XIV secolo sovrapposti in numerosi strati, che ora sono stati staccati e restaurati. Alcuni di questi sono costituiti da copie di privilegi papali rilasciati a membri di varie diocesi francesi, altri frammenti in italiano sono di area toscana, e uno in ebraico.
Online dal: 10.12.2020
Questo codice contiene due testi diversi, entrambi incompleti, riuniti in una legatura del XIX secolo. Si tratta da una parte dell'Horologium Sapientiae (1-66) di Enrico Susone, il cui testo originale fu scritto a Costanza e che conobbe una grande diffusione nel tardo Medioevo, e dall'altra del De Vita Solitaria di Francesco Petrarca (67-116). Il primo è un manoscritto su pergamena di origine italiana, databile alla fine del XIV-inizio XV secolo, scritto da una sola mano in una gotica semicorsiva su due colonne. La sua particolarità è di utilizzare della pergamena palinsesta sulla quale erano stati copiati nel XIII secolo dei testi giuridici. Il secondo, di altra mano e di origine francese o svizzera, presenta una copia del testo di Petrarca in una minuscola bastarda, su due colonne, databile al XV secolo. Entrambe presentano qualche iniziale filigranata e sono cosparse di maniculae.
Online dal: 10.10.2019
Unica opera nota del monogrammista B.G., creata nel 1557 per l'abate di Wettingen Peter I. Eichhorn (†1563). Mentre la maggior parte delle numerose iniziali sono state disegnate a partire da xilografie di Bernard Salomon (Quadrins historiques de la Bible, Lione 1553), il pittore ha composto gli ornamenti marginali in modo indipendente ed estremamente affascinante, con allusioni al nome del committente (Eichhorn = scoiattolo) e al motivo dell'oca.
Online dal: 10.10.2019
Codice contenente canti liturgici composti per la liturgia delle ore notturna in occasione delle feste dei santi; è riconducibile al primo periodo del convento cistercense di Sant'Urbano.
Online dal: 25.07.2006
Canti liturgici per la messa domenicale o festiva in un monastero cistercense, con decorazioni del „Maestro della Bibbia di Anversa di Konrad von Vechta“; manoscritto trascritto a Praga poco dopo il 1400.
Online dal: 12.12.2006
L'antifonario, della seconda metà del XIV secolo, raccoglie i testi da Pentecoste alla fine dell'anno liturgico, e tra questi le corrispondenti feste per i santi e per il Commune sanctorum. L'origine del manoscritto è sconosciuta, ma la presenza delle feste di determinati santi rimanda ad un'origine nell'area di Colonia. Vergato in una scrittura unitaria, con notazione musicale su quattro linee, presenta poche aggiunte con note su cinque linee; segni di uso e indicazioni più tarde. Cinque iniziali grandi e altrettante piccole sono rivestite di oro in foglia; vi sono inoltre 36 iniziali semplici. Tutte le lettere iniziali sono in rosso e blu; le rubriche in rosso. Il manoscritto giunse nelle mani di un padre di Mariastein, attivo nel Collegio di Altdorf. Da lì, nel 1981 il manoscritto giunse a Mariastein. Inedito.
Online dal: 22.06.2017
Questo manoscritto latino del X secolo è stato prodotto nello scriptorium di S. Gallo. E' appartenuto al vescovo di Strasburgo Erchenbaldus (965-991) ed è stato conservato nella cattedrale di Strasburgo. L'umanista Wimpheling ricorda di averlo consultato a Strasburgo nei primi anni del XVI secolo. Figura nel catalogo di vendita della collezione Ambroise Firmin-Didot, è stato acquistato dal magistrato di Mulhouse Armand Weiss (1821-1892) che alla sua morte lo ha lasciato alla Société Industrielle di Mulhouse. L'evangeliario carolingio è scritto su pergamena e presenta 300 iniziali ornate in oro e argento. All'inizio e alla fine del manoscritto vi sono delle annotazioni storiche. La legatura originale non si è conservata ed è stata sostituita da una legatura contemporanea al momento del restauro, avvenuto intorno al 1970 presso la Bibliothèque Nationale.
Online dal: 18.12.2014
Libro d'ore ad uso di Roma, riccamente illustrato da miniature a piena pagina, quadretti e iniziali, scritto in littera cursiva (bastarda), databile intorno al 1500, con testi in latino, francese e fiamminga. Lo stile delle miniature, soprattutto dei bordi, naturalistici con fiori, insetti ma anche con raffigurazioni sceniche, sembrano tipici della scuola ganto-bruggese.
Online dal: 22.03.2012
Messale del XV sec. in pergamena, confezionato per il vescovo Jean de Venningen (1458-1478). Il registro delle spese del vescovo Jean de Venningen permette di seguire le tappe della confezione di questo messale. Il manoscritto è stato realizzato contemporaneamente ai ms 2 e ms 3. Nel 1462/1463 il manoscritto, quasi completato, fu oggetto di lavori di finitura, le miniature, le iniziali, le iniziali filigranate e soprattutto l'applicazione della legatura. Per ragioni di comodità, la disposizione dell'Ordo del canone è stata modificata. Inizialmente previsti all'inizio, alla fine sono stati collocati alla metà del manoscritto.
Online dal: 09.04.2014
Pontificale del vescovo di Basilea Jean de Venningen (1458-1478) e confezionato su sua commissione (prima parte). Il registro delle spese del vescovo Jean de Venningen permette di seguire le varie tappe della confezione di questo pontificale. Il manoscritto è stato realizzato contemporaneamente ai ms 1 e ms 3. Nel 1462/1463 il manoscritto, quasi completato, fu oggetto di lavori di finitura, le miniature, le iniziali, le iniziali filigranate e soprattutto l'applicazione della legatura.
Online dal: 09.04.2014
Pontificale del vescovo di Basilea Jean de Venningen (1458-1478) e confezionato su sua commissione (seconda parte). Il registro delle spese del vescovo Jean de Venningen permette di seguire le varie tappe della confezione di questo pontificale. Il manoscritto è stato realizzato contemporaneamente ai ms 1 e ms 2. Nel 1462/1463 il manoscritto, quasi completato, fu oggetto di lavori di finitura, le miniature, le iniziali, le iniziali filigranate e soprattutto l'applicazione della legatura.
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto contiene la versione latina dell'Etica Nicomachea di Aristotele, tradotta e corredata da note da Roberto Grossatesta (1175-1253), vescovo di Lincoln. La decorazione, costituita da iniziali monocolori o con filigrana rossa e blu all'inizio dei capitoli (per es. 3r), e da iniziali decorate a colori all'inizio dei libri (per es. 1r), rimanda ad una origine nella Germania sudoccidentale e ad una datazione nel terzo quarto del XV secolo. Durante la Rivoluzione francese il manoscritto, prima nella raccolta vescovile, giunse nella biblioteca del collegio di Porrentruy, e infine nel XX sec. confluì nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Prima parte di una Bibbia (seconda parte Ms. 6b) contenente i libri del Vecchio Testamento dalla Genesis fino a Iesus Sirach. Il manoscritto è stato prodotto nello stesso atelier dei Ms. 6b e Ms. 6c, sulla base dello stile delle iniziali nella Germania sudoccidentale, nel secondo terzo del XV secolo. La decorazione è costituita da piccole iniziali filigranate rosse e blu per i prologhi e da iniziali decorate più grandi per l'inizio dei libri. Viene ricordato nell'inventario del principe-vescovo Philipp von Gundelsheim (1487-1553), mentre nel sec. XVIII - secondo l'annotazione a c. 1r - era in possesso del collegio dei Gesuiti di Porrentruy. Nel sec. XIX passò in proprietà al Collège di Porrentruy, per confluire poi nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Seconda parte di una Bibbia (prima parte Ms. 6a), prodotta, come i codici Ms. 6a e 6c, nella Germania sudoccidentale nel secondo terzo del sec. XV. Il manoscritto è costituito da due parti delle quali la prima contiene i rimanenti libri del Vecchio Testamento (Isaia fino a II Maccabeorum), la seconda quelli del Nuovo Testamento. I libri della seconda parte (105r-219v) sono introdotti da iniziali istoriate o decorate, mentre all'inizio dei capitoli della seconda parte vi sono iniziali filigranate rosse e blu. Il manoscritto viene ricordato nell'inventario del principe-vescovo Philipp von Gundelsheim (1487-1553) mentre nel sec. XVIII - secondo l'annotazione a c. 1r - era in possesso del collegio dei Gesuiti di Porrentruy. Nel sec. XIX passò in proprietà al Collège di Porrentruy, per confluire poi nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Messale ad uso della diocesi di Basilea fatto realizzare da Christophe d'Utenheim, vescovo-principe di Basilea dal 1502 al 1527, che vi ha fatto dipingere le armi, incrociate con quelle del vescovado, nel margine inferiore di c. 2r. Il Canone della Messa, originariamente mancante, è stato aggiunto in un secondo tempo ed è decorato da una iniziale istoriata con la Messa di S. Gregorio. La decorazione vegetale nel margine laterale e la probabile miniatura con la Crocifissione all'inizio, sono state asportate.
Online dal: 09.04.2014
In accordo con la liturgia e la presenza di un ufficio dedicato al santo, il breviario proviene dalla chiesa collegiata di S. Lebuino a Deventer (Paesi Bassi). Ha appartenuto a Swibert de Keyserswerth (morto dopo il 1551), nonno paterno dell'organista e compositore olandese Jan Pieterszoon Sweelinck (1562-1621).
Online dal: 09.04.2014
Libro d'ore all'uso della diocesi di Besançon con calendario in francese. Possiede una decorazione incompleta che permette di seguire le diverse tappe della sua realizzazione.
Online dal: 09.04.2014
Pontificale del sec. XV. Le cerimonie sono raffigurate in miniature a piena pagina con iniziali decorate, fregi marginali ed alcune linee di testo, secondo il modello dei libri d'ore, mentre lungo il testo si trovano bordure e iniziali decorate, sovente contenenti la rappresentazione degli oggetti liturgici citati nel testo. Oltre al ricorrente stemma di Melchior von Lichtenfels, principe-vescovo di Basilea (1554-1575) si trova lo stemma di Charles de Neufchâtel, arcivescovo di Besançon (1463-1498; visibile a c. 1r), che permette di precisare l'epoca di esecuzione del manoscritto. Così come altri manoscritti di proprietà di istituzioni religiose, durante la Rivoluzione francese entrò in possesso del Collège di Porrentruy, fino al sec. XX, quando confluì nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto contenente la Legenda aurea di Jacopo da Voragine con lacune dovute all'asportazione di alcuni fogli, probabilmente contenenti delle iniziali istoriate. La presenza nel testo della legenda di S. Antidio e le caratteristiche della decorazione lasciano supporre una sua origine a Besançon.
Online dal: 09.04.2014
Breviario ad uso della diocesi di Basilea. Le tracce ancora parzialmente visibili dei blasoni dipinti alle cc. 33r, 41r e 129r e 279r, e in seguito cancellati, permettono di attribuire il codice ad Arnold de Rotberg, vescovo di Basilea dal 1451 al 1458. Una annotazione del suo successore, Jean de Venningen (1458-1478) a c. 5r, ricorda il riscatto, il 29 giugno 1461, del castello di Porrentruy.
Online dal: 17.03.2016
Il Missale speciale venne allestito nel 1333, probabilmente nel monastero di Muri, per la cappella di S. Lorenzo a Wallenschwil. Contiene i testi per quelle messe che venivano celebrate in questa cappella nel corso dell'anno.
Online dal: 20.12.2016
Il libro d'ore proviene da un convento femminile francescano bavarese. Contiene l'ufficio della Madonna, i salmi penitenziali e l'ufficio per i morti. La sua presenza a Muri è attestata dal 1790.
Online dal: 08.10.2015
Questo manoscritto di grande formato del XIV secolo contiene, nella versione più antica, una copia illustrata del “Klosterneuburger Evangelienwerk”, una traduzione tedesca in prosa dei Vangeli, la quale comprende pure gli Atti degli Apostoli e diversi apocrifi neotestamentari. Più di 400 disegni diluiti a penna accompagnano il testo, rappresentando i racconti nel loro ordine. I disegni sono disseminati per tutto il manoscritto secondo diverse proporzioni.
Online dal: 09.12.2008
Parte di una bibbia latina in quattro volumi in pergamena, realizzata poco dopo il 1080 nello scriptorium del convento di Allerheiligen a Sciaffusa. Presenta numerose iniziali con tralci, una pagina ornata con oro, colori e un'iniziale V (visione di Isaia), e una iniziale V a racemi dorati istoriata (chiamata di Geremia), che lasciano riconoscere l'influsso della miniatura dei manoscritti di Reichenau. Con il ms. Min. 18, il Min. 4 appartiene al gruppo dei più importanti codici del periodo di fioritura di Allerheiligen, quando il monastero, fondato nel 1049, all'epoca dell'abate Siegfried (morto nel 1096) appoggiò la riforma di Hirsau ed a questo scopo fondò una biblioteca.
Online dal: 04.10.2011
Bibbia latina completa su pergamenta fine e molto bianca, scritta e miniata nell'area del lago bodanico nel primo quarto del sec. XIV. I prologhi ed i libri biblici sono introdotti da iniziali di 2-8 righe di testo, incorniciate, la più parte con figure, con colori e oro. All'inizio presenta due pagine illustrate con ciascuna sei medaglioni (disegni a penna colorati) nei quali sono raffigurati episodi dalla storia della creazione fino alla cacciata dal paradiso, l'arca di Noé ed il sacrificio di Isacco. La presenza del manoscritto è attestata a Sciaffusa fin dal sec. XV. Il codice Min. 6 è uno dei più bei manoscritti della Biblioteca ministeriale nel quale pergamena, scrittura e decorazione rappresentano un insieme.
Online dal: 04.10.2011
Evangeliario in pergamena, ralizzato nel sec. X, probabilmente ad Halberstadt. Contiene tavole dei canoni incorniciate da colonne ed archi rossi e raffigurazioni a piena pagina degli evangelisti con i loro simboli disegnati a penna. Il codice Min. 8 è uno dei più antichi manoscritti della Biblioteca ministeriale; la sua presenza è attestata nella biblioteca del monastero di Allerheiligen sin dal 1357.
Online dal: 04.10.2011
Trascrizione su pergamena della prima parte del Commento di Gerolamo ai profeti minori. Il manoscritto ha avuto origine nello scriptorium del monastero di Allerheiligen di Sciaffusa dopo il 1100 e vi ha operato anche un artista non documentabile altrove. Sono opera sua l'iniziale I in oro e colori a tempera nella pagina iniziale (1v): tra racemi drappeggiati con viticci si muovono un orso, due uccelli rapaci e due cani; un leone azzanna un coniglio, un gallo ed una volpe si gustano dei grappoli di uva ed un cacciatore uccide un cinghiale. L'inizio del testo (4r) è stato ornato dallo stesso artista con una iniziale V nella quale quatto animali (un drago, un cane, un uccello rapace ed un capriolo) sono artisticamente intrecciati tra racemi dorati.
Online dal: 19.12.2011
Esemplare su due colonne delle Enarrationes in psalmos 51-100 di Agostino, elencato nelle aggiunte all'elenco dei libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), e che, con il Min. 15, completa il più antico Min. 17. Bella pergamena, con la medesima impaginazione a larghi margini del Min. 15, varie mani. La I della pagina di incipit (f. 1r) e la Q della pagina iniziale (f. 3v) sono realizzate in oro e con colori e sono protette da una stoffa cucita sul foglio. La legatura, risalente al sec. XII, fu storicizzata nel sec. XIX.
Online dal: 26.09.2017
Copia in pergamena del trattato di Agostino sul vangelo di Giovanni, realizzato poco dopo il 1080 nello scriptorium del monastero di Allerheiligen a Sciaffusa. Presenta numerose iniziali con tralci, una pagina ornata con oro, colori, un'iniziale I nel margine ed una iniziale istoriata C con oro (Ultima cena) che lasciano riconoscere l'influsso della miniatura dei manoscritti di Reichenau. Con il codice Min. 4, il Min. 18 appartiene al gruppo dei più importanti codici del periodo di fioritura di Allerheiligen, quando il monastero, fondato nel 1049 all'epoca dell'abate Siegfried (morto nel 1096) appoggiò la riforma di Hirsau ed a questo scopo fondò una biblioteca.
Online dal: 04.10.2011
Il pontificale contiene, oltre ai tipici testi liturgici, anche delle istruzioni (ordines) per i vescovi nel caso della scelta, designazione e incoronazione di un re o per l'incoronazione di imperatori o imperatrici. Il codice contiene tre disegni a penna a piena pagina con una scena di dedicazione (2v), una scena di incoronazione (29r) e un imperatore in trono sul verso (29v). La menzione nel testo di s. Nonnoso, le cui reliquie furono traslate verso la metà dell'XI secolo nel duomo di Freising, rimanda ad un'origine del codice in un monastero benedettino della Germania sudorientale. Il manoscritto si conserva da più di 900 anni a Sciaffusa dove è menzionato nell'elenco dei manoscritti di Allerheiligen del 1100 circa.
Online dal: 08.10.2020
Prima parte di un breviario ad uso francescano, nella bibliografia in precedenza indicato anche come Horae canonicae, forse destinato ad una clarissa. Scritto nel 1459 su di pergamena di ottima qualità dal famoso copista Johannes Frauenlob. Gli stemmi delle famiglie Schatz e Guldinast di Costanza permettono di trarre delle conclusioni a proposito dei committenti. La ricca decorazione è costituita da iniziali su fondo dorato, iniziali filigranate e decorazione marginale. Presenta 30 iniziali figurate e istoriate realizzate da due artisti stilisticamente chiaramente distinguibili, dei quale il primo si mette in evidenza per la sua maestria, come scrive Bernd Konrad: «Der mit zahllosen Farbpunkten vorgenommene Farbauftrag, die heitere Rankenmalerei […] und auch das geschärfte Verständnis für Fernwirkung bei Landschaftsdarstellungen sind beinahe einzigartig für diese Zeit in der Bodenseemalerei.»
Online dal: 19.12.2011
Seconda parte di un breviario ad uso francescano, nella bibliografia in precedenza indicato anche come Horae canonicae, forse destinato ad una clarissa. Scritto nel 1459 su di pergamena di ottima qualità dal famoso copista Johannes Frauenlob. La ricca decorazione è costituita da iniziali su fondo dorato, iniziali filigranate e decorazione marginale. Presenta 12 iniziali figurate e istoriate realizzate da due artisti stilisticamente chiaramente distinguibili, del quale il primo si mette in evidenza per la sua maestria. Insieme al suo pendant Min. 98 il codice appartiene, come scrive Bernd Konrad: «zu den schönsten Büchern des 15. Jahrhunderts am Bodensee».
Online dal: 19.12.2011
L'imponente graduale comprende il santorale, il comune dei santi, le messe votive e un kyriale. E' all'uso dei Frati Minori, come testimonia la presenza delle feste dei due santi più importanti dell'ordine, s. Francesco d'Assisi e s. Antonio da Padova. Allo stesso modo la prima delle otto iniziali ornate (c. 1r, 7v, 29r, 32r, 34v, 43r, 46v, 121v) conferma l'uso francescano: il D(ominus secus mare) contiene il nome di Gesù sotto forma di trigramma «yhs» circondato da raggi di sole, che è l'attributo del predicatore francescano s. Bernardino da Siena (1388-1440). Le belle iniziale campite su di un fondo d'oro brunito si prolungano con dei lunghi margini cespugliosi composti da foglie e fiori multicolori, con gruppi di pallini dorati raggiati, nei quali appaiono talvolta degli uccelli e delle farfalle (c. 1r, 34v, 46v). La provenienza del manoscritto è completamente sconosciuta. Tutt'al più si può associarlo ad un secondo codice dell'Archivio di Stato del Vallese, l'antifonario francescano AVL 507, dal momento che sono stati rilegati nella stessa bottega nel XVIII secolo, indice di una probabile proprietà comune; la legatura è stata in seguito restaurata da Andrea Giovannini (1989).
Online dal: 10.12.2020
Copiato da una sola mano, l'antifonario (parte invernale del temporale) presenta un certo numero di lacune testuali (manca per esempio l'inizio). Le diverse divisioni dei canti in notazione quadrata sono contrassegnate sia da semplici iniziali alternativamente rosse e blu, sia da iniziali più grandi intarsiate filigranate. Questo manoscritto è inoltre ornato da quattro iniziali istoriate da cui nascono eleganti steli inanellati e rettilinei punteggiati d'oro e che terminano con delle lunghe foglie colorate che si arrotolano e si srotolano (cc. 54v, 89v, 108v, 210r). Cromaticamente e stilisticamente sono vicine alla produzione emiliana della fine del XIII secolo. Invece dell'iconografia tradizionale che mostra il re David in preghiera dinanzi a Dio, l'iniziale che introduce il canto Domine ne in ira (c. 108v) raffigura un religioso con la tonsura – s. Francesco o un francescano? – che si riferisce probabilmente al fatto che questo manoscritto è all'uso dei frati minori. Non si conosce né il convento originario al quale il codice era destinato, né la sua provenienza successiva. Tutt'al più si può associare questa copia ad un secondo manoscritto dell'Archivio di Stato del Vallese, il graduale francescano AVL 506, poiché nel XVIII secolo sono stati rilegati nello stesso laboratorio, il che indica la loro probabile appartenenza comune. La legatura è poi stata restaurata da R. Bommer a Basilea (1998).
Online dal: 10.12.2020
Le parti originali del calendario indicano che il messale è stato scritto ad uso della diocesi di Losanna, mentre le registrazioni successive ne confermano la presenza e l'utilizzo per la celebrazione della messa nella diocesi di Sion al più tardi dal 1300. Ad una possibile origine dall'abbazia di St. Maurice rimanda la presenza di tre particolari sequenze (188v: la sequenza di Teodulfo Collaudetur rex virtutum; 190r: sequenza di Agostino Augustino laude demus e 189r: sequenza di Maurizio Pangat Syon dulce melos). Il Canone della Messa è decorato con un'iniziale miniata, il Vere dignum, e un riquadro con la Crocifissione, la Madonna e s. Giovanni (97v). Le feste più importanti sono introdotte da iniziali decorate su fondo dorato (4v, 13rb, 17ra, 18ra ecc.) Il codice è stato acquistato nel 1981 dall'Archivio di Sato del Vallese sul mercato antiquario.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto delle Six âges du monde, realizzato in Francia alla fine del XIV o all'inizio del XV secolo, appare dalla fine del medioevo in una delle più importanti biblioteche vallesane, quella della famiglia Supersaxo, oggi conservata nella Médiathèque Valais-Sion e (per quanto riguarda questo manoscritto) negli Archivi di Stato del Vallese a Sion. L'opera è importante per più ragioni. Da una parte, si presenta nella inusuale forma di un rotolo, formato solitamente riservato, tra gli altri, al genere della cronaca universale al quale appartiene. Dall'altro è attraversato, in tutta la sua lunghezza di otto metri, da un complesso albero genealogico che illustra la successione da Adamo alla Natività di Cristo. Accompagnano questo imponente dispositivo grafico numerosi disegni che decorano le colonne ed il cui stile ricorda delle opere parigine. Inoltre questo esemplare non è unico, poiché la Biblioteca di Reims possiede un esemplare analogo (ms. 61), illustrato certamente dalla stessa mano.
Online dal: 22.03.2017
Questo manoscritto, di cui sono scomparsi di primi due fogli, possiede un colophon che si può leggere sul verso dell'ultima carta (299v). Nel colophon, redatto nel XIII secolo, si legge che la bibbia in tre volumi di Valère fu offerta alla comunità dei canonici di Sion intorno al 1195, in occasione della festa dell'Epifania, da Willencus di Venthône, decano della chiesa inferiore di Nostra Signora di Glarier. Quest'opera può essere messa in relazione con alcune bibbie certosine, specialmente con una bibbia in quattro volumi appartenuta ad una figlia della Grande Chartreuse (Grenoble, B.M., Mss 14, 13, 25, 15 rés (19-21 e 25)). In effetti, l'ordine dei libri del Vecchio Testamento della bibbia di Valère corrisponde del tutto a quello della "Bibbia in quattro volumi". Inoltre, l'iniziale della Genesi nella bibbia di Sion è praticamente identica alla "I" della Genesi di questa bibbia certosina.
Online dal: 13.10.2016
Questo Missale Speciale Sedunense è stato scritto nel 1439 per il vescovo di Sion Gugliemo di Rarogne († 1451) da Giovanni Thieboudi. Oltre al calendario, il codice pergamenaceo contiene il Proprium de tempore, l' Ordo et canon missae, il Commune sanctorum, il Proprium de sanctis (Ilario fino a Tommaso apostolo) e le Missae pro defunctis. In un'appendice si trovano inoltre tre messe votive.
Online dal: 21.12.2010
Questa Bibbia latina portatile contiene l'Antico (cc. 5v-344v) e il Nuovo Testamento (cc. 346r-435v), preceduti dai prologhi di s. Gerolamo all'insieme della Bibbia e al Pentateuco (cc. 4r-5v) e seguiti dall'Interpretazione dei nomi ebraici (cc. 436r-471v). Contiene delle iniziali miniate (cc. 5v, 190v, 364v e 377v), o dorate, o decorate con filigrane rosse e blu; alcuni fogli (2, 3, 345, 357, 472) mancano o sono stati tagliati. Come veniamo a sapere dall'explicit a c. 471v, questo manoscritto venne trascritto nel 1440 da Jean Comte (Comitis) di Warmarens (Vuarmarens, FR), curato di Billens (FR). Il RCap 243 proviene dalla biblioteca dei cappuccini di Sion, ordine istallatosi in questa città dal XVII secolo. Una nota di possesso manoscritta del proprietario sulla controguardia anteriore indica che questa bibbia apparteneva nel 1785 al cappuccino Josef Alexius [Eggo] di Loèche (1761-1840; guardiano a S. Maurice dal 1805 al 1808, a Sion dal 1808 al 1811 e dal 1819 al 1822).
Online dal: 22.03.2018
La Summa super titulis (o rubricis) Decretalium è un celebre trattato giuridico sulle Decretali di Gregorio IX, composto intorno al 1241-1243 da Goffredo da Trani, professore di diritto canonico a Bologna e futuro cardinale (morto nel 1245). In questo esemplare l'inizio di ognuno dei cinque libri è segnalato da una iniziale miniata (cc. 1r, 45r, 75v, 105v, 124v); vi si trovano anche, tra le annotazioni e le manicule, molte piccole teste umana disegnate di profilo, a penna, nei margini e tra le colonne di scrittura (per es. a c. 154r). Questo manoscritto fa parte della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529); prima appartenne a Giorgio di Saluzzo (vescovo di Aosta nel 1433 e di Losanna nel 1440, morto nel 1461), all'epoca in cui era ancora decano di Puy-en-Velay. La biblioteca Supersaxo annovera ancora un volume di origine bolognese, l'S 102, anch'esso risalente al XIV sec. e ugualmente contenente dei testi giuridici.
Online dal: 14.12.2017
Il Sacramentario di Hornbach è un importante opera della minatura ottoniana. E' stato realizzato prima del 983 a Reichenau per l'abbazia benedettina di Hornbach (Palatinato). Dal nome del copista, il manoscritto viene anche chiamato Codice Eburnant. Presumibilmente nel 1439 il codice è giunto nella biblioteca del duomo di Soletta. Viene ricordato nell'elenco del preposito Felix Hemmerli col nr. 38: Colleccionarius Antiquus. Nella concezione politica di Carlomagno l'unificazione della vita ecclesiastica sottostava al modello della liturgia romana ai tempi di papa Gregorio Magno. A questo scopo si utilizzava nell'ufficio divino per le preghiere ed i testi per la messa prescritti, un Sacramentario. Questo venne sostituito, intorno al 1220, dal missale curiae.
Online dal: 22.06.2010
L'Evangeliario argenteo è stato prodotto nel sec. XII, probabilmente in ambiente altorenano. Viene ricordato per la prima volta nel 1646 nell'Inventarium Custodiae S. Ursi, p. 48: «Ein altes Evangelij Buoch, dessen Deckhel von Silber». Nella concezione politica di Carlomagno l'unificazione della vita ecclesiastica sottostava al modello della liturgia romana ai tempi di papa Gregorio Magno. Così nel corso del lavoro di copia dei Vangeli ebbe origine in forma di libro l'Evangeliario.
Online dal: 22.06.2010
Manoscritto pergamenaceo risalente al 1438/1439, donato dallo scoltetto di Soletta Henmann von Spiegelberg e dalla moglie Margarethe von Spins quale messale da utilizzare nell'altare di s. Giorgio nella loro cappella situata nel duomo di St. Ursen. Probabilmente il messale è stato prodotto a Soletta. Il Messale romano (prima stampa: Milano 1474 con il titolo Missale secundum consuetudinem Romane Curie, ancora senza Rubricae generales e Ritus servandus) si rifà al Missale curiae, cioè al libro per la messa composto intorno al 1220 nella cappella papale.
Online dal: 22.06.2010
Il breviario per i canonici agostiniani, miniato, è stato realizzato nel 1470/1471 in Lombardia. L'elegante manoscritto proviene dal convento di Santa Croce di Mortara. Nel sec. XVII giunse in possesso della famiglia patrizia solettese dei Wagner, i cui libri vennero lasciati per testamento alla biblioteca cittadina nel 1773.
Online dal: 21.12.2009
Questo voluminoso manoscritto composito contiene circa 2'000 ricette e istruzioni, principalmente di tecnologia artistica, ma anche altre mediche, culinarie e alchemiche. Proviene dal patrimonio della famiglia Bieler, risiedente a Soletta fin dal XVII secolo e alla quale appartennero diverse maestranze artistiche.
Online dal: 10.10.2019
Questa bibbia parigina, o bibbia di Sorbona, prodotta intorno al 1270 nella Francia del nord, non è solo notevole per la forma dell'allestimento del testo, corredato di glosse e correzioni, ma anche per le miniature di grande qualità. Il volume giunse nel tardo sec. XVI a Zuchwil e si trova dal sec. XVIII nella biblioteca della collegiata di Soletta.
Online dal: 25.06.2015
Il piccolo messale costituisce un'importante testimonianza della liturgia francescana del XIII secolo. Schönherr ipotizza che sia stato realizzato nella provincia francescana della Germania meridionale e che sia di provenienza bavarese (convento delle francescane Heilig Kreuz di Landshut?). Una nota di possesso del guardiano del convento dei minoriti di Dieburg, vicino a Darmstadt, risale al 1513. Non si sa come e quando il manoscritto sia giunto a Soletta.
Online dal: 06.09.2023
Il graduale ad uso francescano è stato realizzato intorno al 1320-1330 in uno scriptorium altorenano. Proviene dal convento francescano di Soletta dove rimase in uso fino nel sec. XVIII.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto composito VadSlg Ms. 292 comprende tre unità realizzate indipendentemente l'una dall'altra, quindi rilegate insieme a San Gallo intorno al 1460. La prima unità corrisponde a un salterio del IX secolo, non si sa se prodotto a San Gallo. La seconda comprende un innario del XII secolo: una miniatura di dedica rappresenta il copista Eberhard nell'atto di porgere il suo volume a Gallo, mentre papa Gregorio, seduto al pulpito, annota i canti che lo Santo Spirito, sotto le sembianze di una colomba, gli sussurra all'orecchio. La terza sezione comprende un frammento con alcuni prologhi al salterio.
Online dal: 20.05.2009
Evangelario dal formato inconsueto, quasi quadrato, trascritto e corredato di iniziali a piena pagina nell'abbazia di San Gallo verso la fine del IX secolo. Altrettanto inconsueta è la legatura, originariamente rivestita con un brillante broccato di seta rosso, giallo e verde; residui di questo materiale si sono conservati nella parte interna del piatto. Il volume è stato annotato da Eccardo IV nel corso dell'XI secolo; di sua mano sono anche i versi che compaiono alla fine.
Online dal: 20.05.2009
Realizzato a Firenze nel 1410, tale codice è tra i primi composti in minuscola umanistica ed è probabilmente copia diretta del modello scritto da Poggio Bracciolini, creatore di questa scrittura. Secondo Berthold Louis Ulmans, è «perhaps the best example of humanistic writing during the first decade of the fifteenth century - except Poggio's».
Online dal: 20.05.2009
Secondo di una serie di tre volumi di un'edizione di Livio realizzata a Paova negli anni 1442-1443 a Padova. È di particolare interesse perché il suo modello testuale è assai rinomato: si tratta del manoscritto di Livio di Sicco Polentone (1375/76-1446), cancelliere di Padova, oggi Holkham Hall Library, MS 349. Codice trascritto in una semi-gotica estremamente regolare, arricchita con raffinate iniziali a bianchi girari.
Online dal: 20.05.2009
Il libro d'ore proviene dall'atelier del Maestro dei racemi dorati, che probabilmente era stabilito a Bruges ed era specializzato nella produzione di libri d'ore. Probabilmente è stato commissionato nelle Fiandre a metà del XV secolo. Contrariamente alla consueta sequenza dei testi, questo libro d'ore presenta l'ufficio della Vergine Maria dopo quello della Croce e dello Spirito Santo. Al momento della rilegatura è stata inserita una serie di iniziali ritagliate e istoriate che riprendono i temi delle miniature. Nel 1615 il libro d'ore fu donato alla biblioteca cittadina dal mercante bibliofilo sangallese Jakob Studer.
Online dal: 10.12.2020