Questo manoscritto, proveniente dalla biblioteca del convento dei cappuccini di Sion, contiene il Manipulus curatorum, un manuale di teologia morale e pastorale ad uso dei curati, redatto da Guy de Montrocher all'inizio degli anni 1330. Quest'opera conobbe una larga diffusione nei secoli XV e XVI. La biblioteca del convento dei cappuccini conserva ancora un secondo esemplare antico del Manipulus, questa volta a stampa: il RCap 110, un incunabolo del 1485 (Roma, Eucharius Silber: Hain 8192). Nel RCap 14 il Manipulus curatorum è seguito da un foglio finale comprendente una lista, forse di diocesi, soprattutto italiane e tedesche. I fogli di guardia sono in pergamena; si tratta di due atti emanati a Ginevra nel 1452, che tra gli altri menzionano un Johannes Brochuti, canonico di Sion.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del convento dei cappuccini di Sion si divide in tre parti eseguite da diversi copisti. La prima (cc. 1-113) è costituita da un trattato di inquisizione del 1359, il De jurisdictione inquisitorum in et contra christianos demones invocantes (col capitolo De suspicione: inizio a c. 95r) del domenicano catalano Nicolau Eymeric, inquisitore generale di Aragona. Questa prima parte è stata vergata nel 1460 a Naters per il vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482), dal prete Cristoferus In Domo Lapidea (Im/Zum Steinhaus, Steinhauser), di Lalden, rettore di un altare nella chiesa di Naters; sempre a questo copista si deve la trascrizione di tre manoscritti della biblioteca Supersaxo, l'S 96, l'S 98, e soprattutto l'S 97, che contiene tra gli altri una seconda copia del De jurisdictione inquisitorum, trascritta nello stesso anno, il 1460. La seconda parte (cc. 114-134), con delle iniziali rubricate e talvolta ornate (per es. alle cc. 114r e 127r), contiene la Historia Karoli Magni et Rotholandi (chiamata anche Chronique du Pseudo-Turpin; ca. metà del XII sec., talvolta attribuita a Aimery Picaud), una narrazione delle guerre fittizie condotte da Carlo Magno in Spagna e in Francia. Quest'opera di propaganda in favore della crociata di Spagna e del pellegrinaggio di Compostela, ispirata segnatamente dalla Chanson de Roland, ha incontrato nel medioevo un enorme successo. La terza parte (cc. 135-157) contiene gli statuti sinodali emanati da Walter Supersaxo nel 1460; ne esiste un'altra copia conservata presso l'Archivio del capitolo di Sion (cassetto 3, no 67/5). Una nota di possesso sulla carta di guardia (c. V1r) indica quale proprietario del RCAp 73 un certo Johannes Huser, di Selkingen, attestato a Sion tra il 1532 e il 1561 quale rettore di due altari.
Online dal: 22.03.2018
Questa Bibbia latina portatile contiene l'Antico (cc. 5v-344v) e il Nuovo Testamento (cc. 346r-435v), preceduti dai prologhi di s. Gerolamo all'insieme della Bibbia e al Pentateuco (cc. 4r-5v) e seguiti dall'Interpretazione dei nomi ebraici (cc. 436r-471v). Contiene delle iniziali miniate (cc. 5v, 190v, 364v e 377v), o dorate, o decorate con filigrane rosse e blu; alcuni fogli (2, 3, 345, 357, 472) mancano o sono stati tagliati. Come veniamo a sapere dall'explicit a c. 471v, questo manoscritto venne trascritto nel 1440 da Jean Comte (Comitis) di Warmarens (Vuarmarens, FR), curato di Billens (FR). Il RCap 243 proviene dalla biblioteca dei cappuccini di Sion, ordine istallatosi in questa città dal XVII secolo. Una nota di possesso manoscritta del proprietario sulla controguardia anteriore indica che questa bibbia apparteneva nel 1785 al cappuccino Josef Alexius [Eggo] di Loèche (1761-1840; guardiano a S. Maurice dal 1805 al 1808, a Sion dal 1808 al 1811 e dal 1819 al 1822).
Online dal: 22.03.2018
Questa Bibbia latina contiene dei libri dell'Antico Testamento (Ottateuco, Re, Cronache, Ezra, Tobia, Giuditta, Ester, Giobbe, poi i Maccabei), preceduti dal prologo di s. Gerolamo all'insieme della bibbia (nell'ordine logico: cc. 11 poi 13-14r; incompleto all'inizio), da un estratto del De doctrina christiana 2, 8-9 di s. Agostino (c. 14) e dal prologo di s. Gerolamo al Pentateuco (nell'ordine: cc. 14v poi 9). Alcuni fogli all'inizio sono scomparsi o non sono stati rilegati correttamente; il manoscritto inizia attualmente con la Genesi 19.26. Il testo della Genesi, incompleto, si legge nell'ordine seguente: cc. 9v-10, 15-16, 12 (manca: Gn 10.30-19.26), 1-8 (manca: Gn 31.28-36.19), 17-26r. Similmente, la fine del manoscritto è difettosa; il testo si interrompe a c. 379v con il II Maccabei 14.6. La foliazione moderna presenta degli errori: 3 fogli non sono stati contati tra le cc. 161 e 162; la foliazione passa da c. 188 a c. 190, ed esiste una c. 256a. Il RIKB 8 presenta una iniziale blu con filigrana rossa (c. 9v) così come altre iniziali dipinte in rosso più semplici, talvolta con dei motivi geometrici (per es. alle cc. 69r o 112r). Come si apprende dell'explicit a c. 227v, questa Bibbia fu trascritta nel 1433. Appartenne all'imprenditore svizzero Kurt Bösch (*1907 a Augusta – morto nel 2000 a Augusta), bibliofilo, collezionista e mecenate, che segnatamente fondò l'Istituto universitario Kurt Bösch (IUKB) a Bramois/Sion (VS). Nel 2012, l'IUKB fece dono alla Médiathèque Valais di varie opere preziose, tra le quali questo manoscritto.
Online dal: 22.03.2018
Il volume S 51 della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529) raggruppa due collezioni di favole latine in due parti distinte, la prima a stampa, la seconda manoscritta. La prima parte, stampata intorno al 1475 presso Michael Wenssler a Basilea (GW 7890), contiene lo Speculum sapientiae erroneamente attribuito ad un santo vescovo Cirillo. Questa raccolta di 95 favole latine in prosa fu verosimilmente composta intorno al 1337-1347 dal domenicano italiano Bongiovanni da Messina. La seconda parte presenta le favole di Esopo in una versione in versi latini detta «de l'Anonyme de Nevelet» (dal nome del suo primo editore, Isaac Nicolas Nevelet, nel 1610), che potrebbe essere attribuita a Gualtiero Anglico (XII sec.). Questa seconda parte manoscritta è stata vergata intorno al 1474 dal copista anonimo di Georg Supersaxo. È avvicinabile ad altre copie realizzate ad uso di Georg Supersaxo intorno al 1472-1474, all'epoca in cui il giovane compiva gli studi di diritto a Basilea. In questo gruppo di manoscritti figurano dei classici (Terenzio, Sallustio...) ma anche dei testi famigliari solo agli eruditi (Agostino Dati, Gasparino Barzizza...). Sulle due controguardie dell'S 51 sono incollati dei frammenti di pergamena con degli estratti latini della Fisica di Aristotele (libro IV, nella traduzione di Giacomo da Venezia).
Online dal: 22.03.2018
Il volume S 56 della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529) raggruppa diversi testi latini, sia di classici che opere di umanisti italiani, in cinque parti distinte, delle quali le due prime sono a stampa (con iniziali rosse e verdi), e le tre seguenti manoscritte. La prima parte, stampata intorno al 1472 presso Michael Wenssler e Friedrich Biel a Basilea (GW 3676), contiene le Epistolae dell'umanista e professore di retorica Gasparino Barzizza, di Bergamo (ca. 1360-1431). È seguita dalla Consolazione della filosofia di Boezio, uscita dall'officina dello stesso Michael Wenssler a Basilea, intorno al 1473-1474 (GW 4514). Di seguito si trova il primo testo manoscritto (incompleto; con annotazioni marginali e interlineari), Jesuida seu De passione Christi dell'umanista e medico Girolamo della Valle, padovano (morto ca. 1458 o 1494). Quest'opera in esametri dedicata a Pietro Donato, vescovo di Padova dal 1428 al 1447, è stata verosimilmente copiata dall'edizione del 1474 ca. data alle stampe presso Michael Wenssler a Basilea (GW M49385), che è anche servita da modello per la impaginazione. La quarta parte comporta la Congiura di Catilina di Sallustio. Alla fine del volume, come parte quinta, figurano tre opere di due autori (con annotazioni marginali e interlineari; iniziali rosse e verdi), mischiate in seguito ad un errore del rilegatore nell'ordine dei fascicoli: si tratta delle Elegantiolae (nell'ordine di lettura: cc. 1r-10v, 27r-38v, 11r-20r) dell'umanista e professore di retorica Agostino Dati, di Siena (*1420 o 1428, morto nel 1478), così come due trattati di Gasparino Barzizza, già rappresentati nella parte a stampa, la Praeceptorum summula (cc. 20r-21v) ed il Modus orandi (cc. 21v-26v, 39r-43r). Le tre parti manoscritte del volume sono state vergate da varie mani tra cui quelle del copista anonimo di Giorgio Supersaxo; occorre quindi avvicinare l'S 56 agli altri manoscritti (S 51, S 101, S 105) realizzati ad uso di Georg Supersaxo intorno al 1472-1474, all'epoca nella quale il giovane seguiva gli studi di diritto a Basilea. Tra le annotazioni sulle pagine di guardia si distingue la nota di possesso lasciata dal padre, il vescovo Walter Supersaxo (c. N2r).
Online dal: 22.03.2018
Allo stesso tempo racconto di viaggio e libro di geografia, i Voyages di Jean de Mandeville, composti probabilmente intorno al 1355-1357, incontrarono un grande successo nel Medio Evo. Le numerose copie manoscritte permettono di distinguere tre versioni diverse del testo francese, da cui discendono le traduzioni in latino e nelle lingue volgari. In tedesco, la traduzione più antica, che rimonterebbe al 1393-1399 ca., è quella di Michel Velser, un membro della famiglia von Völs (Fiè, Alto Adige). L'esemplare S 94, della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529), presenta numerose iniziali ornate, talvolta zoomorfe o antropomorfe; i fogli di guardia, con annotazioni, sono di pergamena. Sulla base della lingua utilizzata, il manoscritto dovrebbe provenire dalla Svizzera nordalpina. La nota di possesso a c. 120v menziona uno zio «G» che potrebbe rimandare allo stesso Giorgio Supersaxo. Nella legatura si trovava un frammento di un atto pontificio, databile senza dubbio alla metà del XIII secolo, indirizzato da un papa Innocenzo all'abate di Kempten. Il codice S 94 va confrontato con un altro manoscritto della biblioteca Supersaxo, il S 99, che contiene una versione francese dei Viaggi.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto riunisce tre trattati morali risalenti a diverse epoche. Si apre con lo specchio del principe - De eruditione principum - del domenicano Guilielmus Peraldus, redatto intorno al 1265. Segue un breve testo di filosofia del francescano Johannes Galensis, Breviloquium, che data della seconda metà del XIII secolo, e il trattato morale Formula vitae honestae di Martino di Bracara, un'opera del VI secolo che ha conosciuto una grande diffusione nel corso del medioevo e che è stato a lungo attribuito a Seneca. Destinato al vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482), il manoscritto è stato copiato nel 1463 dal prete Cristoferus in Domo Lapidea (Im/Zum Steinhaus, Steinhauser), di Lalden (parrocchia di Viège), rettore dell'altare della chiesa di Saint-Maurice di Naters (cc. 214v e 220r). La copia è fatta su una carta filigranata (c. 180r), utilizzata anche per l'S 97 (c. 129r), uno dei tre codici, con l'S 98 e il Rcap73, vergati dal medesimo copista, e destinati alla biblioteca di Walter Supersaxo.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto dalla biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529) contiene due opere in latino. La prima (cc. 1r-126r) è un trattato di inquisizione, composto a Gerona nel 1359 dal domenicano catalano Nicolau Eymeric (prima del 1320-1399), inquisitore generale di Aragona. La versione del S 97 comprende il capitolo De suspicione (inizio a c. 104v), considerato talvolta come un'opera a sé stante; l'indice delle materie è redatto su pergamena (c. 1). La seconda parte del manoscritto (cc. 132r-214r) è occupata da una versione in 31 capitoli dei Gesta Romanorum, celebre collezione di favole e racconti moralizzanti costituita verosimilmente in Germania o in Inghilterra, prima del 1342. La prima parte dell'S 97 è stata copiata nel 1460 e la seconda nel 1465 dal prete Cristoferus in Domo Lapidea (Im/Zum Steinhaus, Steinhauser), di Lalden, rettore dell'altare dei SS. Fabiano e Sebastiano nella chiesa di S. Maurice di Naters. Lo stesso copista è responsabile di due altri codici della biblioteca Supersaxo, l'S 96 e l'S 98, contenenti delle opere teologiche e morali. Inoltre, nel 1460, lo stesso anno che per l'S 97, questo copista ha trascritto una seconda volta il De jurisdictione inquisitorum, che si ritrova nella prima parte di una raccolta collettiva della biblioteca del convento dei cappuccini di Sion, il RCap 73 (antica segnatura W 34).
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), contiene una raccolta di testi letterari francesi di tendenza moralizzante, che contiene il romanzo di Ponto e Sidonia, e dei testi in versi del XV secolo. La parte principale del manoscritto (cc. 1r-122r; iniziale dipinta in rosso, giallo e nero a c. 1r) è occupata dal Ponto e Sidonia, un'opera che conobbe un certo successo nei secoli XV e XVI. Questo adattamento in prosa del romanzo anglo-normanno di Horn, attribuito talvolta a Geoffroi de La Tour Landry, fu scritto in Francia intorno alla fine del XIV sec. o agli inizi del XV. Seguono poi due testi di Alain Chartier (*1385-1395, morto nel 1430), segretario e ambasciatore dei re Carlo VI e soprattutto Carlo VII: alle cc. 122r-131r il celebre Bréviaire des nobles (ca. 1422-1426) e alle cc. 131r-136v, il Lay de paix (ca. 1424-1426). La parte seguente (cc. 136v-145r) contiene un'opera meno diffusa, il Songe de la Pucelle, di autore sconosciuto. Alla fine della raccolta, alle cc. 145v-149r, si trovano sei ballate a pleysance et de bon advis, anonime. Questo manoscritto fu vergato nel 1474 a Martigny (almeno la prima parte, il romanzo di Ponto e Sidonia ), da Claude Grobanet, che si ritrova come copista di due altri manoscritti della biblioteca Supersaxo, l'S 99 (Voyages di Mandeville) e l'S 100 (Statuti della Savoia). Grobanet era al servizio di Antoine Grossi Du Châtelard, signore di Isérables (morto nel 1495). Agli inizi del XVI sec. la famiglia di quest'ultimo conobbe apparentemente delle difficoltà finanziarie; i loro beni - e con questi probabilmente i tre manoscritti - passarono allora nelle mani di Georg Supersaxo.
Online dal: 22.03.2018
Allo stesso tempo racconto di viaggio e libro di geografia, i Voyages di Jean de Mandeville, composti probabilmente intorno al 1355-1357, incontrarono un grande successo nel Medio Evo. Esistono tre versioni diverse del testo francese; il manoscritto S 99 si collega alla versione «continentale». Come in altri manoscritti di questa versione, i Voyages (cc. 1r-122v, con l'explicit a c. 123v e un'aggiunta alle cc. 124r-125r) sono seguiti dalla Preservacion de Epidimie (cc. 122v-123v); la reale identità dei due autori fa discutere e potrebbe anche confondersi. Nell'esemplare S 99, proveniente dalla biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), i margini superiori sono riempiti dallo sviluppo ornamentale delle aste ascendenti, che talvolta danno origine a dei motivi zoomorfi o antropomorfi. La biblioteca Supersaxo annovera un'altra versione dei Voyages, il codice S 94, nella traduzione tedesca di Michel Velser. Analogamente ad altri due manoscritti di questa stessa biblioteca, l'S 97 bis (una raccolta miscellanea comprendente specialmente il romanzo di Ponto e Sidonia) e l'S 100 (Statuti della Savoia), l'S 99 fu copiato da Claude Grobanet, attestato nel 1474 a Martigny, dove era al servizio di Antoine Grossi Du Châtelard, signore di Isérables (morto nel 1495). All'inizio del XVI sec. la famiglia di Antoine Du Châtelard conobbe apparentemente delle difficoltà finanziarie; i loro beni – e con questi probabilmente anche i tre manoscritti – passarono allora nelle mani di Georg Supersaxo. L'atto incompleto che fa da guardia posteriore, di pergamena, menziona tra gli altri Martigny, 147[3] e un signore di Ys[érables (?)].
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), contiene un compendium degli statuti della Savoia, un codice di legislazione promulgato nel 1430 da Amedeo VIII (1383-1451), primo duca di Savoia e futuro antipapa Felice V, e stampato per la prima volta a Torino nel 1477, da Johannes Fabri (Hain 14050, GW M43623). Fino al 1475 la parte del Vallese situata poco oltre la Morge de Conthey faceva parte della giurisdizione dei duchi di Savoia. Il manoscritto S 100 va confrontato con due altri manoscritti della Biblioteca Supersaxo, l'S 97 bis (una raccolta miscellanea comprendente specialmente il romanzo di Ponto e Sidonia) e l'S 99 (Jean de Mandeville, Voyages). Tutti e tre furono copiati da Claude Grobanet, attestato nel 1474 a Martigny, dove era al servizio di Antoine Grossi Du Châtelard, signore di Isérables (morto nel 1495). All'inizio del XVI sec. la famiglia di quest'ultimo conobbe apparentemente delle difficoltà finanziarie; i loro beni – e con questi probabilmente i tre manoscritti – passarono allora nelle mani di Georg Supersaxo.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529), contiene cinque delle sei commedie di Terenzio, nonostante l'ultima, Hecyra, si interrompa a metà del testo. Il codice fa parte di un gruppo di manoscritti (S 51, S 56, S 105) realizzati o da Giorgio Supersaxo stesso o da lui commissionati, all'epoca dei suoi studi a Basilea (dal 1472). All'interno di questo gruppo anche il codice S 105 contiene le commedie di Terenzio. Entrambi i codici sono molto vicini soprattutto per quanto riguarda il testo e la sua formattazione. Al contrario del S 105, scritto in modo accurato e regolare, e adorno di ricercate iniziali, nel caso del S 101 si tratta chiaramente di una copia d'uso. Anche la presenza di iniziali e la rubricatura si interrompono improvvisamente. La legatura del manoscritto proviene dallo stesso atelier di quella del S 51. Su entrambe si trovano gli stessi ferri, ed i frammenti utilizzati come rinforzi all'interno dei piatti della coperta provengono dallo stesso codice. Contengono estratti dalla Physica di Aristotele nella traduzione di Giacomo da Venezia.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529) contiene le sei Commedie di Terenzio, introdotte ognuna da una iniziale ornata: Andria (c. 5r), Eunuchus (c. 19v), Heautontimoroumenos (c. 35v), Adelphoe (c. 52r), Hecyra (c. 66v), Phormio (c. 78r). Il manoscritto fa parte di un insieme di copie realizzate, se non da Giorgio Supersaxo medesimo, almeno da uno scriba anonimo al suo servizio, intorno al 1472-1474, all'epoca in cui il giovane seguiva i suoi studi di diritto a Basilea. In questo gruppo di manoscritti figurano dei classici (Terenzio, Sallustio…). Le Commedie di Terenzio occupano un posto scelto, poiché sono ricopiate in un altro manoscritto di questo gruppo, rimasto incompleto, l'S 101.
Online dal: 14.12.2017
Manoscritto pergamenaceo risalente al 1438/1439, donato dallo scoltetto di Soletta Henmann von Spiegelberg e dalla moglie Margarethe von Spins quale messale da utilizzare nell'altare di s. Giorgio nella loro cappella situata nel duomo di St. Ursen. Probabilmente il messale è stato prodotto a Soletta. Il Messale romano (prima stampa: Milano 1474 con il titolo Missale secundum consuetudinem Romane Curie, ancora senza Rubricae generales e Ritus servandus) si rifà al Missale curiae, cioè al libro per la messa composto intorno al 1220 nella cappella papale.
Online dal: 22.06.2010
Questo manoscritto composito in lingua tedesca è stato realizzato all'inizio del XV secolo probabilmente nel convento zurighese delle domenicane di Oetenbach. Contiene, oltre al salterio liturgico (per la preghiera monastica, Psalterium feriatum), anche i Cantica del breviario e le litanie dei santi in lingua tedesca, così come una preghiera. Al più tardi dal XVII sec. si trova in possesso della collegiata di Sankt Ursen di Soletta.
Online dal: 17.03.2016
Questo manuale di spiritualità contiene numerosi testi in tedesco: la traduzione del vangelo di Niccodemo, una preghiera della comunione per la messa dei morti domenicana e testi mistici sulla Passione di Cristo. Il manoscritto è stato prodotto nel terzo quarto del sec. XV nell'area dell'Alto Reno e proviene dal convento delle domenicane di Berna (convento di S. Michele all'Isola). Nel sec. XVI, in seguito alla Riforma, giunse nella biblioteca municipale di Soletta (Bibliotheca civitatis).
Online dal: 21.12.2009
Il breviario per i canonici agostiniani, miniato, è stato realizzato nel 1470/1471 in Lombardia. L'elegante manoscritto proviene dal convento di Santa Croce di Mortara. Nel sec. XVII giunse in possesso della famiglia patrizia solettese dei Wagner, i cui libri vennero lasciati per testamento alla biblioteca cittadina nel 1773.
Online dal: 21.12.2009
Questa raccolta di testi medici della Germania del sud contiene, oltre al libro di medicina di Ortolf di Baierland ed estratti dal Thesaurus pauperum di Pietro Ispano, una serie di altri testi di guarigione come il Corpus della medicina monastica, diverse versioni del Trattato sul ginepro, estratti da Bartholomäus, dall' Antidotarium Nicolai e molto ancora. I testi sono stati raccolti tra il 1463 e il 1466 dal medico di Ravensburg Hans Stoll. Il manoscritto è elencato nel primo catalogo della biblioteca cittadina di Soletta del 1766/1771.
Online dal: 21.12.2009
Questo voluminoso manoscritto composito contiene circa 2'000 ricette e istruzioni, principalmente di tecnologia artistica, ma anche altre mediche, culinarie e alchemiche. Proviene dal patrimonio della famiglia Bieler, risiedente a Soletta fin dal XVII secolo e alla quale appartennero diverse maestranze artistiche.
Online dal: 10.10.2019
Questo messale all'uso francescano contiene le messe domenicali e festive del temporale e del santorale. Una nota di possesso del francescano Franz Meyer, dal 1587 guardiano del convento di Soletta, attesta la provenienza del manoscritto da quel convento. Come ipotizza Schönherr, il messale potrebbe provenire in origine dal convento francescano di Berna, che fu soppresso durante la Riforma.
Online dal: 06.09.2023
Il volumetto, che contiene la traduzione tedesca della regola francescana («Augsburger Drittordensregel»), proviene dal convento francescano di Soletta ed è probabilmente collegato alle terziarie o al beghinaggio «zum Lämmli» di Soletta, la cui cura spirituale era affidata ai francescani.
Online dal: 06.09.2023
La Küchenmeisterei è uno dei più diffusi libri di cucina in lingua tedesca. Nel caso del manoscritto solettese della Küchenmeisterei si tratta della trascrizione di un'edizione a stampa realizzata non prima del 1487.
Online dal: 25.06.2015
Questo manoscritto è stato realizzato nel terzo quarto del XV secolo probabilmente in area alto-renana, rispettivamente in Svizzera, come mostra anche la legatura originale, decorata a secco con numerosi ferri singoli. Oltre alla traduzione con commento dei salmi, un tempo attribuita a Heinrich von Mügeln, il manoscritto contiene anche i Cantica del breviario in tedesco. Non è possibile stabilire le circostanze dell'arrivo del volume a Soletta.
Online dal: 17.03.2016
Prodotto nel 1457 in area altorenana, questo manoscritto contiene una notevole traduzione indipendente dei libri biblici della saggezza, la più antica traduzione di varie opere di Seneca ed una traduzione, a sua volta indipendente, dell'insegnamento sulla cura domestica dello pseudo-Bernardo di Clairvaux. Non è possibile stabilire attraverso quali strade il volume sia giunto a Soletta, in ogni caso appartenne già nel XVIII secolo ai fondi della biblioteca cittadina solettese.
Online dal: 25.06.2015
Tra il 1438 e il 1443 il protocollo del Concilio di Basilea venne, con qualche interruzione, tenuto dal procuratore Jakob Hüglin (um 1400-1484). Il canonista Hüglin fu prevosto del capitolo di S. Ursen a Soletta dal 1455 fino alla morte, nel 1484. Per questo motivo il protocollo originale, unitamente ad altri atti conciliari, pervenne alla biblioteca della collegiata a Soletta.
Online dal: 17.02.2010
Il cantatorio costituisce un estratto del graduale; contiene i canti solistici della messa riservati al cantore. Questo manoscritto del tardo sec. XV proviene dalla collegiata di S. Ursen di Soletta; saltuariamente fu in uso nella parrocchia di Biberist. Di particolare valore le versioni tedesche di due inni.
Online dal: 21.12.2009
Questa «Historienbibel» di Soletta fu allestita nel 1460 nell'atelier di Diebold Lauber a Hagenau (Alsazia). Questa prestigiosa opera è stata forse commissionata dal cancelliere della città di Soletta Hans vom Staal (1419-1499). Nel 1763 il libro fu acquistato dalla biblioteca della città di Soletta in quanto parte della biblioteca della famiglia von Staal.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto, un autografo, comprende vari scritti sullo stile di vita monastica e sul monachesimo nel passato e nel presente. Ci sono traduzioni di lettere di san Girolamo e di sermoni di Bernardo di Chiaravalle. Si tratta di strumenti di argomentazione per le dispute con i sostenitori dei monasteri maschili e femminili.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto, vergato nel tardo XV secolo, contiene il racconto cronachistico, opera di diversi autori, della storia dell'epoca altomedievale e medievale del monastero di S. Gallo ed alcune Quaestiones teologiche. Precede il racconto la lista degli abati, dall'abate fondatore Otmar fino a Berchtold von Falkenstein (1244-1272); alla fine è stata aggiunta una seconda lista che continua fino al 1503.
Online dal: 22.03.2017
Il voluminoso volume composito riunisce il Casus Sancti Galli, la storia del monastero di S. Gallo in epoca altomedievale e medievale, e 50 vite di santi di diversa lunghezza, tra le quali quelle dei santi sangallesi Gallo, Otmar e Wiborada. È stato allestito negli anni '50 del 1400 quando i rapporti tra il monastero e la città di S. Gallo si chiarirono ed il monastero intraprese delle vaste riforme.
Online dal: 22.03.2017
Realizzato a Firenze nel 1410, tale codice è tra i primi composti in minuscola umanistica ed è probabilmente copia diretta del modello scritto da Poggio Bracciolini, creatore di questa scrittura. Secondo Berthold Louis Ulmans, è «perhaps the best example of humanistic writing during the first decade of the fifteenth century - except Poggio's».
Online dal: 20.05.2009
Secondo di una serie di tre volumi di un'edizione di Livio realizzata a Paova negli anni 1442-1443 a Padova. È di particolare interesse perché il suo modello testuale è assai rinomato: si tratta del manoscritto di Livio di Sicco Polentone (1375/76-1446), cancelliere di Padova, oggi Holkham Hall Library, MS 349. Codice trascritto in una semi-gotica estremamente regolare, arricchita con raffinate iniziali a bianchi girari.
Online dal: 20.05.2009
Manoscritto composito poco appariscente, risultante dall'aggregazione di sei opere di origine e contenuto diversi, realizzata sotto gli auspici del bibliotecario di San Gallo intorno al 1460. Le singole parti, indipendenti l'una dall'altra, risalgono al IX o al X secolo. Alcune mancano dell'inizio, della fine o di entrambi. Ciò nonostante, il codice ha suscitato interesse da subito per i testi che alcune sue sezioni trasmettono. È l'unico testimone alto-medievale della cronaca dei Longobardi di Andrea di Bergamo e della «Vita» del santo irlandese Findan . L'“Admonitio ad filium“ del Padre della Chiesa greco Basilio e la „Visio Pauli“, una visione ultraterrena del primo cristianesimo, sono tra i più antichi testimoni nella trasmissione dei testi.
Online dal: 20.05.2009
Il libro d'ore proviene dall'atelier del Maestro dei racemi dorati, che probabilmente era stabilito a Bruges ed era specializzato nella produzione di libri d'ore. Probabilmente è stato commissionato nelle Fiandre a metà del XV secolo. Contrariamente alla consueta sequenza dei testi, questo libro d'ore presenta l'ufficio della Vergine Maria dopo quello della Croce e dello Spirito Santo. Al momento della rilegatura è stata inserita una serie di iniziali ritagliate e istoriate che riprendono i temi delle miniature. Nel 1615 il libro d'ore fu donato alla biblioteca cittadina dal mercante bibliofilo sangallese Jakob Studer.
Online dal: 10.12.2020
«Historienbibel» in due volumi di grande formato, completamente miniato, nello stile artistico caratteristico dell'atelier di Diebold Lauber ad Hagenau. La sua presenza è attestata a Costanza nel terzo quarto del XV secolo. Alcune sue imperfezioni furono riparate a San Gallo nei primi anni del XVII secolo: è uno tra i primi impegni di conservazione libraria che vennero intrapresi a San Gallo.
Online dal: 20.05.2009
«Historienbibel» in due volumi di grande formato, completamente miniato nello stile artistico caratteristico dell'atelier di Diebold Lauber ad Hagenau. La sua presenza è attestata a Costanza nel terzo quarto del XV secolo. Alcune sue imperfezioni furono riparate a San Gallo nei primi anni del XVII secolo: è uno tra i primi impegni di conservazione libraria che vennero intrapresi a San Gallo.
Online dal: 20.05.2009
Lo Speculum humanae salvations è un'opera costituita da testo e illustrazioni a contenuto biblico. Ogni doppia pagina del libro aperto mostra quattro immagini nelle quali di norma vengono rappresentate una scena dalla Vita di Cristo e di fronte tre prefigurazioni dal Vecchio Testamento. In questo manoscritto questo schema delle immagini non viene seguito in modo coerente. Il modello del testo latino è stato trasposto in versi in tedesco. Questi vennero in origine falsamente attribuiti a Konrad von Helmsdorf. Lo Speculum è conservato in un volume miscellaneo costituito da manoscritti e da opera a stampa; all'inizio mancano alcune pagine.
Online dal: 23.06.2016
Cosmologia del medico e astrologo lionese Luis de Langle, ove si tratta della formazione del mondo e si descrivono la terra e i corpi celesti. Meritano particolare attenzione le miniature dei decani, che raffigurano la suddivisione di ciascuno dei dodici segni zodiacali in tre sezioni astrologiche. Malgrado la presenza delle illustrazioni, ragguardevoli, l'opera non ebbe una gran diffusione: ne esistono infatti solo pochi testimoni.
Online dal: 20.05.2009
La collezione di testi si è formata nel terzo quarto del sec. XV sotto influsso del primo umanesimo in una città della Germania sudoccidentale. Contiene testi del tardo medioevo in latino ed in tedesco, di cui alcuni con glosse marginali ed interlineari. Le più recenti opere dei nuovi autori umanistici sono di Francesco Petrarca, Enea Silvio Piccolomini (più tardi papa Pio II), Gerolamo de Vallibus e Antonio Barzizza.
Online dal: 04.11.2010
L'opera «Blumen der Tugend» di Heinrich Schlüsselfelders, una raccolta di racconti corti a carattere istruttivo, deriva da un modello italiano. Nel 1468 il compilatore, originario di Norimberga, lo traspose in Italia in tedesco. La carta è di origine italiana, le iniziali, i ferri della legatura ed i resti della chiusura, presentano delle forme italiane. Quale decorazione lo Schlüsselfelder utilizzò le prime incisioni in rame italiane raffiguranti le virtù cardinali ed un unicorno; poco più tardi egli stesso, od un lettore, illustrarono il testo nei margini con dei disegni a penna colorati.
Online dal: 04.11.2010
Manoscritto cartaceo proveniente dalla biblioteca dell'abbazia di Pfäfers, dissoltasi nel 1838. Contiene la traduzione tedesca dei Viaggi di Giovanni di Mandeville eseguita da Otto di Diemeringen, largamente diffusa nel tardo Medioevo. Corredato di numerose illustrazioni colorate a penna e disegni a inchiostro.
Online dal: 15.10.2007
Il Liber Aureus, il Libro d'oro di Pfäfers, fu allestito come evangelistario intorno al 1080-1090 e fu ornato con rappresentazioni artistiche dei quattro evangelisti. A partire dal XIV secolo, gli spazi lasciati liberi tra le letture furono utilizzati per trascrivervi sentenze giudiziali.
Online dal: 02.06.2010
Il salterio, scritto nel XIII secolo, presenta forti tracce di uso. Secondo delle «istruzioni per l'uso» riportate sulla controguardia posteriore, che invitano a lasciarlo nel coro affinché ogni sorella possa leggerlo, il salterio proviene da un convento femminile. Poiché s. Caterina è particolarmente evidenziata nel calendario, potrebbe essere appartenuto al convento delle domenicane di S. Caterina a San Gallo. La decorazione è costituita da iniziali filigranate rosse e blu. Inoltre, sia la divisione liturgica in otto parti che quella in tre parti del salterio, sono sottolineate da iniziali più grandi a colore, alcune delle quali disegnate con inchiostro argentato e dorato. Ai salmi fanno seguito da p. 240 i Cantici biblici, il Credo, il Te Deum, il Symbolum Athanasianum e una litania. Nel XV e XIV-XV secolo sono stati sostituiti alcuni fogli (pp. 95-98, 257-264). Alla fine delle litanie (pp. 269-288) sono stati rilegati due fascicoli di un breviario della stessa mano delle pp. 257-264. Il salterio è preceduto da un calendario incompleto (da luglio a dicembre), sempre della stessa mano, con i nomi dei mesi in tedesco (pp. 1-12). In origine, il calendario era costituito da due fascicoli, dei quali si è conservato unicamente l'ultimo foglio del primo fascicolo e il secondo completo. Sul foglio di guardia anteriore è incollato l'ex-libris del principe abate Beda Angehrn (abate 1767-1796).
Online dal: 14.12.2022
Il manoscritto cartaceo inizia con il commento ai salmi di Conradus di Soltau (pp. 3a-210a). Prima di diventare vescovo di Verden, Conradus di Soltau (circa 1350-1407) studiò all'università di Praga, dove divenne maestro e professore di teologia e poi rettore dell'università (1384/5). Le fonti principali del suo commento ai salmi sono Nicola di Lira e la Glossa ordinaria. Il resto del manoscritto contiene vari testi teologici: estratti dal salterio (pp. 212-216), dagli Articuli de Passione Christi (pp. 218-244), la prima pagina di un calendario (p. 348) e un estratto da un martirologio (pp. 350-354), i sermoni di Jacopo da Voragine per la Quaresima (pp. 368a-429b) e la Legenda s. Verena (pp. 464a-477b). Un gran numero di pagine bianche inframezza i vari testi di questo volume, che è stato copiato da più mani. L'ex-libris a p. 1: Dis Buch ist Anthoni Gaisberg si riferisce probabilmente ad Anton Gaisberg, padre di Franz (circa 1465-1529), abate di San Gallo (1504-1529). Fu forse grazie a quest'ultimo, grande appassionato e committente di manoscritti, che quest'opera entrò a far parte della biblioteca dell'Abbazia di San Gallo.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto cartaceo contiene diversi testi copiati su due colonne da mani diverse nel corso dei secoli XIV e XV. Inizia con un martirologio (pp. 1a-80a), la cui trascrizione è datata 1434 e firmata dal copista Ulrich Aeppli, plebano di Sitterdorf in Turgovia (p. 80a). Almeno altri cinque manoscritti nella biblioteca abbaziale di S. Gallo sono interamente o in parte di sua mano (Cod. Sang. 327; Cod. Sang. 709; Cod. Sang. 786; Cod. Sang. 1078; Cod. Sang. 1076). Dopo alcune pagine bianche (pp. 81-95), una delle quali reca il timbro della biblioteca di S. Gallo all'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer (p. 81), segue una serie di testi più brevi copiati nel XIV secolo, tra cui dei sermoni (pp. 98a; 98b-100a), la copia di una lettera di papa Gregorio VII a Matilde di Canossa (pp. 100a-101b) e delle preghiere disposte secondo l'ordine dell'anno liturgico (pp. 102a-117b), ad eccezione della prima dedicata a s. Brendano (p. 101b). Questa raccolta contiene anche un notevole calendario che propone un regime alimentare in cui ogni mese dell'anno è associato al consumo di un pesce (p. 98a). Secondo il titolo di p. 120a, l'ultimo testo contiene le Quaestiones di s. Agostino (pp. 120a-141b).
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto è composto da due parti. La prima, un po' più recente, risale all'inizio del XV secolo e contiene il Tractatus de officio missae di Bernardus de Parentis (pp. 3-178), comprendente capitulatio (p. 3-9), dedica (pp. 9-10), prologo (pp. 10-11) e collatio (pp. 11-12). Il testo vero e proprio inizia a p. 12. Le pp. 179-190 sono bianche. La seconda parte, più antica, risale al XIV secolo e contiene alle pp. 191-254 un commento anonimo a Isaia (Stegmüller, Repertorium Biblicum, n. 8038; il testo si interrompe nel commento al cap. 21) e a p. 256 l'inizio del Tractatus moralis de oculo di Pietro di Limoges, incipit Si diligenter voluerimus in lege domini meditari. Anche questo testo si interrompe a metà di una frase. Il manoscritto è rilegato in una copertina di pergamena, il cui interno è rivestito di tessuto. All'interno della copertina anteriore il tessuto è stato rimosso per consentire la lettura del testo sulla pergamena: un documento in lingua tedesca (XIV secolo). Delle strisce, presumibilmente provenienti dallo stesso documento, fungono da rinforzi al centro di ogni fascicolo. A p. 268 si legge nel margine inferiore una nota di acquisto dell'anno 1422. Secondo la nota di possesso a p. 3, il manoscritto si conserva nell'abbazia di S. Gallo dal XV secolo. Alle pp. 3 e 178 si trovano i timbri dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer (1553-1564).
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto cartaceo è composto da quattro unità codicologiche e risale (contrariamente a Scherrer) al XV secolo. La prima parte comprende i fogli bianchi A-F e presenta un'antica cartulazione 182-187 del XV secolo. La seconda parte (c. G e cc. 1-22) contiene dapprima, a c. Gv un lungo indice barrato e al di sotto uno più breve aggiornato, entrambi del XV secolo. Segue, alle cc. 1ra-22rb il sermone o trattato De passione domini, che nel manoscritto e nei cataloghi precedenti è stato attribuito a Heinrich von Langenstein, ma che in realtà potrebbe essere stato scritto da Heinrich Totting von Oyta († 1397). Sulla base delle annotazioni in rosso all'inizio e alla fine del trattato (c. 1ra, 22rb), è stato copiato su incarico del domenicano Conrad Bainli. La terza parte (cc. 23-81) tramanda un altro sermone o trattato De passione domini e fu scritto da un secondo copista il quale, secondo il colophon (c. 74va), eseguì la copia nel 1446, sempre per conto di Conrad Bainli. La quarta parte (cc. 82-129) contiene dapprima alle cc. 82ra-116ra l'Expositio dominicae passionis di Giordano di Quedlinburg. Secondo il colophon (c. 116ra), Conrad Bainli, uno dei due probabili scriba dell'Expositio, completò personalmente la trascrizione nel 1437. Seguono, alle cc. 117ra-123ra, estratti dai quattro Vangeli (concordanza evangelica sulla Passione?) di un altro scriba il quale, secondo il colophon (c. 123ra), ha realizzato la copia nel 1437, sempre per conto di Conrad Bainli. La legatura risale al XV secolo e presenta delle assi in legno riutilizzate.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto è stato realizzato tra la fine del XIV e poco dopo la metà del XV secolo. Una prima sezione (pp. 17-347) è stata scritta in gran parte da Johannes Schorand (eccetto le pp. 17-47) ed è datata al 1398 alle pp. 123, 303 e 347. Le pp. 348-412 sono vergate da diverse mani del XV secolo. L'ultima parte (pp. 413-538) è di mano del frate domenicano Cuonradus Bainli e riporta diverse date: 1455 (pp. 470, 475 e 488) e 1458 (p. 538). Il manoscritto contiene principalmente sermoni, ma anche altri testi, soprattutto teologici. Alle pp. 17-124 si trovano i Sermones super Pater noster di Godefridus Heriliacensis (da Erlach sul lago di Bienne), seguiti alle pp. 124-303 dai sermoni De tempore. L'explicit a p. 303 (Explicit Jacobus de Foragine) è fuorviante: solo alcuni sermoni sono di Jacopo da Varagine. Piuttosto, i primi 58 sermoni sono identici a una raccolta di prediche di un anonimo francescano, conservata a Oxford, Merton College, MS 236 (XV secolo) e denominata «Mendicus» dal suo incipit. A partire dall'undicesima domenica dopo Pentecoste, il Cod. Sang. 329 è un misto della raccolta di sermoni «Mendicus» e di altri aggiuntivi tratti dai Sermones de tempore di Jacopo da Varagine. A queste due raccolte di sermoni seguono alcuni testi più brevi: pp. 304-347 il Tractatus de symbolo fidei di Aldobrandino da Toscanella, alle pp. 348-353 un sermone sulla Pasqua tratto dalla Expositio evangeliorum dominicalium di Alberto da Padova (incipit Maria Magdalene et Maria Jacobi et Salome emerunt aromata ... Licet magna leticia sit rem desideratam invenire), alle pp. 355-357 delle norme di diritto canonico, alle pp. 358-360 il capitolo De sancto Petro apostolo dalla Legenda aurea di Jacope da Varagine e alle pp. 363-413 un Tractatus de amore dei, anime. Le pagine scritte da Cuonradus Bainli iniziano con il Commentarius in decem praecepta di Henricus de Frimaria (pp. 413-475, con un indice dettagliato alle pp. 470-475), seguito da un Sermo de sacramento corporis Christi (pp. 479-488) e da un testo intitolato Biblia virginis Marie (pp. 488-538, con un indice dettagliato alle pp. 488-491). Il codice presenta diverse foliazioni contemporanee. Il manoscritto era di proprietà di Johannes Lener e, dopo la sua morte, di Johannes Engler (cfr. le annotazioni di mano di Johannes Schorand alle pp. 124 e 347, corrette o aggiunte da una mano del XV secolo). Il volume si trovava nella biblioteca del monastero di S. Gallo al più tardi dalla metà del XVI secolo (p. 353 timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564).
Online dal: 20.12.2023
Contrariamente a quanto ritenuto da Scherrer, il messale non risale al XIV secolo, ma alla prima metà del XV secolo. Oltre a un'immagine del canone a piena pagina (p. 179), la decorazione è costituita da un lato da iniziali filigranate (pp. 77b, 413a, 434a ecc.) e dall'altro da iniziali zoomorfe e istoriate, già disegnate ma non completate. Ad esempio, alla p. 12a, per il giorno di Natale vi è un'iniziale formata da un drago che contiene la scena della nascita di Cristo, e alla p. 92a, per la Dedicatio huius monasterii, un'iniziale con un uomo su un albero. Il messale tramanda numerose sequenze che meritano una particolare menzione. Secondo la nota di possesso a p. 1 Sanctorum Iohannis Baptiste et Evangeliste, almeno nel XVIII secolo il manoscritto era conservato nel monastero di S. Giovanni in Thurtal.
Online dal: 25.04.2023
Pontificale-messale dell'abate di S. Gallo Ulrich Rösch (1463-1491). Il manoscritto è costituito da due parti; la prima (p. 5-102) è stata allestita dal conventuale di Wiblingen Simon Rösch, la seconda (p. 103-236) è forse stata completata dopo la morte dell'abate Ulrich Rösch. Solamente le prefazioni (p. 83-102) sono corredate da melodie con notazione gregoriana di tipo tedesco («Hufnagelnotation») su 5 linee. Oltre allo stemma dell'abate (p. 5) è corredato da una immagine con la crocifissione e negli angoli medaglioni con i simboli dei quattro evangelisti (p. 70). Alcune pagine presentano una decorazione sotto forma di bordure nei margini e iniziali, talvolta con oro in foglia.
Online dal: 07.10.2013
Letture in tedesco dai vangeli e dalle epistole secondo l'anno liturgico (Proprium de tempore; Proprium de sanctis e Commune sanctorum) proveniente dal convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo, copiato da un modello del convento delle domenicane di S. Caterina di Norinberga nel 1483 da Elisabeth Muntprat, una delle copiste più attive di questo convento femminile. I testi venivano letti ad alta voce nel refettorio delle domenicane durante i pasti. Il codice, nel quale sono state incollate delle silografie colorate, giunse nella biblioteca del monastero di S. Gallo nel 1780.
Online dal: 20.12.2012
Evangelistario realizzato verso il 1470/80 per un ignoto committente, probabilmente nel laboratorio del pittore di Costanza Rodolfo Stahel. Contiene le letture dai Vangeli in latino per le principali festività dell'anno liturgico ed è illustrato da almeno due pittori, con 21 immagini a piena pagina rappresentanti i simboli dei quattro evangelisti e le più importanti festività dell'anno. Nel 1658 il codice fu offerto all'abate Gallo il Vecchio (1654-1687) da Fidel von Thurn, ufficiale di corte, corredato da miniature raffiguranti le armi dei due.
Online dal: 09.12.2008
Secondo la registrazione a p. 64, l'obituario di Goldach fu allestito nel 1418 dal parroco Syfrid Brüstlin di Hagenwil. La prima parte (pp. 11-58), ordinata secondo il calendario romano, contiene registrazioni di più mani, principalmente del XV e XVI secolo. A volte viene menzionato solo il nome della persona deceduta, altre voci sono più dettagliate e informano sulle donazioni. La seconda parte (pp. 59-80) contiene osservazioni sulle singole donazioni. È principalmente di mano di Brüstlin e viene continuato fino al XVII secolo.
Online dal: 08.10.2020
Breviario costituito da varie parti: 1) Capitula e orationes per il periodo dal primo Avvento all'ottava di Pentecoste così come le domeniche e i giorni feriali (pp. 3–48). 2) Proprium de tempore (con letture, preghiere, estratti di prediche, antifone, responsori e inni), per il periodo dal primo Avvento fino al sabato dopo Pentecoste (pp. 49–280). Le antifone e i responsori sono corredati di neumi. 3) Proprium de sanctis (pp. 281–419), i canti qui non presentano neumi. Inizia con s. Andrea (30 novembre) e termina con s. Petronilla (31 maggio). 4) Proprio per la Pasqua fino alla seconda domenica dopo l'ottava di Pasqua (pp. 421–466). 5) Responsori e antifone De sanctis in pascali tempore (pp. 466–468). 6) Lectiones per totam ebdomadam per i giorni della settimana della terza e quarta settimana dopo l'ottava di Pasqua (pp. 469–484). 7) Capitula per i notturni, la Sesta e la Nona del periodo di Pasqua (p. 485). 8) Orationes per i notturni, la Sesta e la Nona nei giorni della settimana usque ad ascensionem Domini (pp. 486–487). 9) Capitula e orationes per i Vespri, le Laudi e la Sesta per le prime quattro domeniche dopo l'ottava di Pasqua (pp. 488–489). 10) Inni (e sequenze Cantemus cuncti melodum, p. 504) (pp. 502–504 e 506). Le parti 1-3 sono state scritte per la maggior parte nel secolo XIII (con numerose aggiunte e correzioni su rasura fino al sec. XV). Le parti 4-6 risalgono al XIV secolo, le parti 7-10 al XV secolo. Al più tardi dal secolo XV (forse dal 1450, v. p. 1) in possesso del monastero di S. Gallo.
Online dal: 17.03.2016
Il manoscritto contiene principalmente i canti per la liturgia delle Ore (responsori e antifone), inoltre alcuni canti dell'Ordinario della messa (in parte con tropi), inni e sequenze, e canti spirituali in lingua latina e tedesca. In totale sei canti (p. 87-89, 103s., 107s.) sono per due o tre voci, in questo caso le voci non sono notate l'una sotto l'altra ma una dopo l'altra. I canti spirituali sono scritti con notazione mensurale, i rimanenti pezzi liturgici in notazione gregoriana di tipo tedesco «Hufnagelnotation» su linee.
Online dal: 19.12.2011
Questo breviario della seconda metà del sec. XV contiene oltre a vari officii, il Proprium de sanctis in due parti, il testo In dedicatione ecclesiae, un piccola raccolta di prediche sulla festa della consacrazione della chiesa (Riccardo di S. Vittore, Agostino, Eusebio Gallicano e Bernardo di Clairvaux) e il Credo. Il codice è stato scritto dalla copista Cordula von Schönau, domenicana nel convento di S. Caterina di S. Gallo, la cui mano si ritrova anche nel codice Wil, convento di S. Caterina M 3.
Online dal: 21.12.2010
Il manoscritto venne probabilmente allestito su incarico dell'abate di S. Gallo Ulrich Rösch (1463-1491). La parte principale è costituita da un salterio con i salmi nella successione biblica e alcune rubriche liturgiche, antifone (in parte solo con l'Initium) e inni; seguono il Pater noster, il Credo, cantici biblici, il Te Deum, una litania e altri cantici. La parte finale, dal fol. 135v, è costituita da un innario che contiene anche una sequenza (Cantemus cuncti melodum). Antifone e inni sono corredati da melodie con notazione gregoriana di tipo tedesco («Hufnagelnotation») su 4 o 5 linee. Testimoniano l'uso intensivo del manoscritto la presenza di numerose rasure e aggiunte, così come altre tracce di uso. Su alcune pagine è presente una decorazione costituita da iniziali con tralci, una iniziale figurata si trova al fol. 1v (uomo in combattimento con draghi e uccelli rapaci).
Online dal: 07.10.2013
Il manoscritto è stato allestito su incarico dell'abate di S. Gallo Ulrich Rösch (1463-1491) (datazione al f. 227r: 1467). Per quanto riguarda il contenuto corrisponde ampiamente al Cod. Sang. 438: ad un salterio con i salmi nella successione biblica così come alcune rubriche liturgiche, alle antifone (in parte con Initium), e agli inni fanno seguito dal f. 148v dei cantici e dal f. 172v un innario. Antifone e inni sono corredati da melodie con notazione gregoriana di tipo tedesco («Hufnagelnotation») su 4 o 5 linee. Testimoniano l'uso intensivo del manoscritto la presenza di numerose rasure (talvolta su varie pagine) e aggiunte, così come altre tracce di uso. Su alcune pagine è presente una decorazione costituita da iniziali con tralci, un'iniziale figurata si trova al f. 104v (David con l'arpa).
Online dal: 07.10.2013
Il manoscritto, composto di due parti, contiene nella prima parte (pp. 3-26) un rituale del sec. XV con indicazioni per la visita agli ammalati, l'accompagnamento ai morenti e la sepoltura (si interrompe a p. 26 con la preghiera davanti alla bara). La seconda parte (pp. 27-86) è composta da due discorsi in difesa della musica a più voci redatti dal monaco di S. Gallo Mauritius Enck († 1575) su incarico dell'abate Diethelm Blarer (1530-1564). Sono stati pensati quali prologhi alle composizioni per più voci di Manfredi Barbarini Lupo contenuti nei Cod. Sang. 542 e 543. Enck difende la musica a più voci dalle diffuse critiche, per esempio quella di una presunta lascivia e postula quale forma ideale della musica religiosa una combinazione tra il corale quale fondamento e musica figurata quale decorazione. In questo modo egli descrive esattamente le composizioni di Barbarini Lupo. Alla fine del primo discorso (p. 47-48) Enck ricorda gli artisti coinvolti nella realizzazione dei Cod. Sang. 542 e 543 e lo spazio temporale del loro lavoro sui manoscritti (dal 1561 al 1563).
Online dal: 23.09.2014
La successione delle messe venne probabilmente fatta intorno al 1440 per il monastero di S. Gallo. Documenta il rito liturgico del monastero benedettino riformato di Kastl nell'Oberpfalz (Alto Palatinato) (si veda in proposito il titolo a p. 3: Breviarium de divinis officiis et consuetudinibus ecclesiasticis per circulum anni monasterii sancti Petri in Castello ordinis sancti Benedicti) i cui impulsi di rinnovamento monastico vennero ripresi alla fine degli anni '30 del XV secolo sotto l'abate Eglolf Blarer a S. Gallo. La disposizione dei testi per S. Gallo si deduce dall'adattamento del culto dei santi del monastero sangallese (per es. a p. 222 annotazione riguardante la santa locale Wiborada, a p. 240 presa in considerazione di s. Costanzo venerato il 3 luglio a S. Gallo).
Online dal: 26.09.2017
Liber Ordinarius del secondo quarto del sec. XV contenente le indicazioni liturgiche per la messa dei monaci di S. Gallo all'epoca della presenza di monaci riformati dal monastero di Hersfeld, tra il 1430 ed il 1439. Il Liber Ordinarius, datato al 1432 (p. 36) sembra essere stato allestito secondo un modello da Hersfeld (nordovest dell'Assia), per il monastero di S. Gallo; alcune parti non sono però ancora adattate al monastero sangallese. Il calendario all'inizio del codice è chiaramente localizzabile a S. Gallo. Tra le diverse parti si ritrovano continuamente delle pagine bianche.
Online dal: 20.12.2012
Il manoscritto cartaceo in più parti contiene un dizionario latino, un inno a San Nicola, uno a Maria e uno alla Santa Croce, due commenti alle sequenze e infine sequenze con glosse e numeri sovrapposti, che indicano un ordine semplificato delle frasi. Del lavoro di copia delle varie parti è responsabile un'unica mano, integrata da altre una o più mani. Scarpatetti data il manoscritto alla seconda metà del XIV secolo; dal punto di vista paleografico, sembra possibile anche una datazione alla prima metà del XV secolo. Secondo la nota di possesso a p. 194, il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo già nel XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto composito appartenne al monaco di S. Gallo Gall Kemli, che ne fece rilegare le parti, alcune delle quali risalgono al XIV secolo, e le intercalò con pagine bianche, completate da lui stesso e da altri scribi. Per questo motivo sono presenti molte diverse mani e impaginazioni. I blocchi di testo collegati più lunghi costituiscono una raccolta di sermoni (Liber Sagittarius, pp. 3-61), uno specchio di confessione (pp. 71a-92b), commenti a inni e sequenze (pp. 118-217b) e una raccolta di racconti di exempla dalla storia antica, apparentemente compilati dallo stesso Kemli, in parte tratti dalle Gesta romanorum (pp. 226-357). La legatura in pelle risale al XV secolo.
Online dal: 22.09.2022
Libro d'ore di alto livello sia dal punto di vista materiale che calligrafico (pp. 1-193, dopo quattro carte di guardia cartacee). Da menzionare la miniatura a p. 24, che mostra s. Veronica con il sudario. Il volto di Cristo è stato poi gravemente danneggiato. La miniatura a p. 163 è a piena pagina e si trova all'inizio dell'ufficio dei morti. Sia le iniziali che le pagine con miniature del manoscritto sono decorate con oro in foglia e presentano - per esempio alle pp. 24, 38, 52 e 132 - elementi figurativi come raffigurazioni di animali. Nel XVI secolo il manoscritto sembra aver raggiunto la regione alemannica orientale per poi giungere a San Gallo.
Online dal: 13.06.2019
Questo manoscritto composito, contenente orazioni in tedesco e decorato con 12 iniziali istoriate, è stato scritto da Dorotea von Hof (1458-1501), figlia di Enrico Ehninger e di Margherita von Kappel. Il codice contiene, oltre all'Officium parvum BMV e a preghiere varie (soprattutto a Maria e per la passione di Cristo), le Hundert Betrachtungen dal Büchlein der ewigen Weisheit di Enrico Susone e delle preghiere attribuite a Tommaso d'Aquino. Proprietarie di questo manoscritto cartaceo scritto 1483, erano probabilmente le suore del convento domenicano di S. Caterina di S. Gallo, delle quali Dorotea von Hof è attestata quale benefattrice.
Online dal: 21.12.2010
Il libro di preghiere comprende orazioni dalla raccolta del duca Guglielmo III di Baviera (ff. 1v-16r), preghiere alla Vergine Maria (ff. 17r-39r), preghiere tra le altre per la santa messa (ff. 39v-45v), e per la comunione (ff. 80r-88v). Tra queste si trovano i versi di s. Bernardo (ff. 46v-50v) e varie altre benedizioni e preghiere (ff. 51v-78v). Responsabile sia del lavoro di copia che delle iniziali filigranate è, come risulta dal colophon (f. 81v), il copista professionista Simon Rösch. Le preghiere sono in lingua sveva. Sui ff. 89 e 90 (incollato alla coperta posteriore), è stata aggiunta da altra mano un'altra preghiera. Numerose forme femminili nelle menzioni fanno pensare ad una committenza femminile, probabilmente un convento femminile sangallese.
Online dal: 13.06.2019
Nell'Officium defunctorum (cc. 1r–104r) in latino è inserita una allegoria in tedesco per un'indulgenza (cc. 63v–67v). Seguono nei cc. 104v–141r delle preghiere in tedesco (in parte preghiere per indulgenze) per i defunti. La copista Cordula von Schönau, che si dichiara a c. c. 141r è attestata dal 1492 al 1498 nel convento delle domenicane di S. Caterina a S. Gallo.
Online dal: 08.10.2015
Destinato con ogni probabilità al convento delle domenicane di S. Caterina a San Gallo, il piccolo salterio (11 x 8 cm) rivela il suo orientamento domenicano già nel calendario (cc. 2r-7v), con l'inserimento di santi di quest'ordine, come Tommaso d'Aquino o Pietro Martire. Copiato su una colonna in textualis da una mano regolare, il testo è scandito da iniziali rosse e blu alternate, talvolta filigranate e di dimensioni variabili a seconda delle divisioni del testo (salmo, versetto). Oltre alle note in latino, i margini contengono istruzioni in tedesco su come recitare i salmi. Dopo le litanie dei santi e delle orazioni (cc. 151r-159v) è stato aggiunto un fascicolo cartaceo, databile alla fine del XV secolo, che contiene degli inni (cc. 160r-170v).
Online dal: 22.09.2022
Il libro di preghiere di piccolo formato di Franz Gaisberg, poi divenuto abate di San Gallo (abate 1504-1529), contiene esclusivamente preghiere in latino. Inizia con un calendario (f. 1r-12v) e una tabella computistica (f. 13r/v), seguita da preghiere sulla Passione (f. 14r-29v), preghiere e antifone a Maria (f. 31r-49r) e altri santi (f. 49r-80r) così come il Comune sanctorum (f. 81v-83v), varie altre preghiere (f. 83v-107r) e preghiere per la liturgia delle ore sulla Passione e per le anime dei morti (f. 107v-140r). Ad eccezione di iniziali di due o quattro righe con semplici tralci a inchiostro rosso, non vi è altra decorazione.
Online dal: 13.06.2019
Il piccolo salterio, scritto per un convento domenicano, inizia con un calendario difettoso nella parte anteriore (cc. Er-Iv; un foglio con i mesi di gennaio e febbraio è stato strappato). I Salmi (cc. 1r-182v) sono seguiti dai Cantici dell'Antico e del Nuovo Testamento (cc. 183r-193r) e dal Credo atanasiano Quicumque vult (cc. 193r-194v) e, quale aggiunta del XV secolo, una litania (cc. Ur-Wr). La decorazione del libro è costituita da iniziali rosse e blu, in parte con filigrana. Le carte di guardia anteriori e posteriori sono costituite da maculature in pergamena più antiche, le controguardie da frammenti di un documento del XV secolo. Poiché Caterina da Siena non compare ancora nel calendario, il salterio è probabilmente stato scritto prima del 1460. Si trova nella biblioteca di S. Gallo al più tardi dal XVIII secolo.
Online dal: 25.04.2023
Libro di preghiere di piccolo formato, su pergamena fine, con preghiere in latino ed alcune in francese. Lo stemma a p. 3 rimanda alla famiglia Montboissier, originaria dell'Auvergne quale committente. Accanto ad una Crocifissione che occupa mezza pagina (p. 3), il manoscritto presenta molte piccole iniziali, la maggior parte con teste di animali, così come alle pp. 97-146 numerose miniature, che occupano a quattro righe di testo, con raffigurazioni di santi.
Online dal: 13.10.2016
Il breviario è stato scritto in bastarda da una sola mano, probabilmente da un conventuale del monastero di S. Gallo. Oltre alle parti consuete di un breviario completo (calendario, Psalterium feriatum, Proprium de tempore [incompleto], Proprium de sanctis e Commune sanctorum), contiene anche preghiere per Maria, la liturgia per compieta e la veglia per i defunti, un cursus B. M. V., suffragi e altre preghiere.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto, probabilmente proveniente da un convento femminile di San Gallo, contiene un ciclo di preghiere e meditazioni per l'anno liturgico, che iniziano dal periodo dell'Avvento e, passando per il Natale, la Pasqua e la Pentecoste, arrivano fino all'Assunzione. Vi si trovano inframezzati anche la visione sulla nascita di Cristo di Santa Brigida di Svezia e un rosario. Il codice è opera di un solo copista la cui mano, con quella di altri, appare anche nel manoscritto analogo Cod. Sang. 510.
Online dal: 04.10.2018
A detta della copista, il manoscritto proviene originariamente dal convento domenicano di Santa Caterina di San Gallo, più tardi Wil, e contiene un ciclo di preghiere e meditazioni per l'anno liturgico, che iniziano dal periodo dell'Avvento e, passando per il Natale, la Pasqua e la Pentecoste, arrivano fino all'Assunzione. Vi si trovano inframezzati tra gli altri la visione sulla nascita di Cristo di Santa Brigida di Svezia e un rosario. Uno dei copisti presenti in questo manoscritto ha vergato l'intero analogo manoscritto Cod. Sang. 509.
Online dal: 04.10.2018
Il libro di preghiere di piccolo formato in lingua tedesca contiene preghiere a Cristo, sulla Passione e la Comunione, alla Vergine Maria e a vari santi, ulteriori preghiere su vari argomenti, riflessioni sulla Passione e le devozioni secondo Johannes Gerson. Alle cc. 38v e 39r vi sono due miniature a pagina intera. Esse mostrano Cristo sulla croce con Maria e Giovanni (c. 38v) e la Pietà con gli strumenti di tortura (Arma Christi, c. 39r). Il manoscritto è stato probabilmente prodotto per un convento femminile o per uso femminile, nonostante nelle preghiere compaiano anche alcune forme maschili. Secondo la nota di possesso a c. 185r, nel XVII secolo il codice apparteneva al monastero benedettino di S. Wiborada a St. Georgen sopra S. Gallo.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto in-folio, scritto da più mani su fogli che presentano varie impaginazioni, contiene, dopo un'ampia spiegazione del calendario liturgico dell'anno (Directorium spirituale, pp. 3-205), soprattutto sermoni (pp. 205b-211, 257-370, 375-414) nonché gli Acta Apostolorum con un commento (pp. 213-255); alla fine vi è una tavola computistica (pp. 372/373) e alcune sentenze di Tommaso d'Aquino sui suffragi. Il manoscritto è interamente rubricato e non contiene note di possesso. Un colophon alla fine degli Acta apostolorum riporta la data 1405 (p. 255). Alla legatura del XV secolo mancano i fermagli.
Online dal: 22.09.2022
Antifonario per tutto l'anno liturgico, scritto in notazione gregoriana di tipo tedesco su quattro linee. Probabilmente il volume proviene da un monastero benedettino francese o borgognone-fiammingo; al più tardi dal 1510 circa si trova nella biblioteca del monastero di S. Gallo. La decorazione consiste in alcune grandi iniziali a colori con tralci e in numerose cadelle decorate con grottesche o motivi animali.
Online dal: 25.06.2015
Cospicua collezione di tropi e sequenze sangallesi. Joachim Cuontz († 1515) la compilò su commissione dall'abate Franz Gaisberg (1504-1529) poco prima della beatificazione del monaco sangallese Notkero Balbulo († 912), avvenuta nel 1513. Documento di prim'ordine della storia della musica corale tardo-medievale. Molte delle melodie ivi comprese furono scritte, per la prima volta a San Gallo, con notazione su pentagramma.
Online dal: 24.05.2007
Questo piccolo libretto, che presenta una legatura settecentesca in mezza pelle, riunisce due fascicoli di secoli diversi, che certamente originariamente non erano rilegati insieme. Il primo fascicolo (pp. 5-52) contiene come unico testo il trattato sui sacramenti del domenicano William Rothwell. Vergato da una mano del XIV secolo, il testo è disposto su due colonne e rubricato. La pergamena è fortemente ondulata a causa di danni causati dall'acqua. Il secondo fascicolo (pp. 53-76) contiene la vita di s. Brigida di Svezia. Il testo, a piena pagina, è scritto da una mano del XV secolo; solo la prima pagina è rubricata. La seconda carta di guardia anteriore cartacea (p. 3) è costituita dal frammento di un breviario.
Online dal: 22.09.2022
La parte principale di questo manoscritto è costituita dalle vite degli apostoli tratte dalla Elsässische Legenda Aurea, un'importante versione alto-tedesca del leggendario di Iacopo da Varazze (pp. 1-259, in gran parte identica con la selezione presente nel Cod. Sang. 594). Segue il trattato mistico Christus und die sieben Laden (pp. 260-277). Gli ultimi due fascicoli (pp. 281-328) contengono una raccolta di brani spirituali, per lo più mistici (Meister Eckhart, Jan van Ruusbroec) e, sugli ultimi fogli, una preghiera di indulgenza da recitare davanti all'immagine di s. Gregorio (promessa di indulgenza datata 1456, pp. 326-328). In alcune pagine precedenti, una preghiera di accompagnamento vi si riferisce esplicitamente (p. 319-320). Scarpatetti avanza quale nome della copista quello di suor Endlin del convento di francescane di S. Leonardo a S. Gallo. Più tardi il manoscritto entrò in possesso di un certo Johannes Kaufmann (note di possesso a p. 1, p. 277 e sul taglio superiore), poi appartenne a un fratello laico del monastero di S. Gallo (p. 328). L'unica decorazione del libro è costituita da semplici iniziali rosse. La legatura, in pelle di maiale di colore rosso con fermaglio e sei delle dieci borchie originali, risale al XV secolo. Sono parzialmente visibili dei frammenti utilizzati quali brachette (ad es. pp. 52/53).
Online dal: 22.09.2022
Versione tedesca delle vite dei santi sangallesi Gallo, Magno, Otmaro e Wiborada. Vi si trovano ritratti a colori dei santi Wiborada e Otmaro (quest'ultimo è stato dipinto in un punto sbagliato del manoscritto; i ritratti di Gallo e Magno sono andati perduti). Il manoscritto contiene inoltre, in traduzione tedesca, gli «Sprüche der Altväter» e alcuni brevi testi religiosi per un convento femminile, dei quali fu copista e traduttore il monaco riformatore Friedrich Kölner (o Colner), proveniente dall'abbazia di Hersfeld in Assia e attivo presso l'abbazia sangallese tra il 1430 e il 1436.
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto composito contenente delle vite di santi in versi e altri testi a carattere teologico: vita di Gallo in versi (Vita Galli metrice), forse redatta da un erudito irlandese (Moengal?) intorno all'850 (p. 3-175), miracoli di Maria in versi (Miracula Marie) (p. 176-191), Vita sancti Viti in versi (p. 192-204), Vita scolastica di Bonvicino de Ripa in versi (p. 205-241), Facetus de vita et moribus (p. 242-267), Liber floretus di uno Pseudo-Bernardo (p. 268-287), Sermones di Peregrino di Oppeln (p. 306-352), Sermones di Jacopo da Voragine (p. 353-363) e Sermones dominicales, pars aestivalis et per totum annum di Peregrino di Oppeln e Jacopo da Voragine (p. 368-452).
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto cartaceo, risalente alla seconda metà del XV secolo, contiene tre vite di santi in tedesco: Benedetto (pp. 1-57), Gallo (pp. 63-294) e Otmaro (pp. 299-372). Mentre la prima di queste tre vite è la versione tedesca tratta dai Dialoghi di Papa Gregorio I, le due successive assomigliano, almeno in parte, alle traduzioni del benedettino Friedrich Kölner. I testi sono accuratamente copiati su una colonna da un unico scriba e decorati con semplici iniziali in rosso. La rilegatura in pelle marrone, risalente al XV-XVI secolo, è impressa a freddo. Questo esemplare apparteneva, al più tardi nel XVI secolo, alla comunità dei fratelli laici del monastero di San Gallo (p. 374).
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto in lingua tedesca riunisce una serie di racconti e preghiere fortemente improntate al misticismo. I primi due terzi (pp. 1-259) sono costituiti da tre traduzioni di testi di Elisabeth von Schönau, tutti riguardanti la leggenda di sant'Orsola e delle undicimila vergini. Segue la leggenda di s. Cordula (pp. 260-264). I rimanenti testi, ad eccezione di un estratto da Mechthild von Hackeborn (pp. 295-302), sono preghiere, per lo più rivolte a Maria e spesso accompagnate da ampie istruzioni. Il volume è interamente rubricato e presenta due iniziali con semplici filigrane (p. 1, 162); la rubrica di p. 1 è inoltre vergata in scrittura distintiva. All'interno del libro si trova un segnalibro formato da quattro cordoncini sottili annodati in alto. La legatura risale ancora al XV secolo ed è decorata con filetti e ferri. Il manoscritto fu acquistato nel 1794 da Ildefons von Arx dal fondo del secolarizzato monastero delle clarisse di s. Dorotea a Friburgo i. Br. (note di possesso p. 1 e p. 320; nota di acquisto p. 1).
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto offre una selezione della Elsässische Legenda Aurea, un'importante versione alto-tedesca del leggendario di Iacopo da Varazze. La selezione si limita in gran parte ai santi della sezione estiva. La prima parte del manoscritto (pp. I-64) è scritta da una mano che trascrive le leggende di Giovanni, Pietro e Paolo; una seconda mano, un po' meno abile, trascrive il resto, che inizia con l'unico testo in versi del manoscritto (la leggenda di Barbara, da p. 66). Questo testo in versi è l'unico menzionato sull'etichetta sul dorso di epoca barocca. Dalla Legenda Aurea proviene anche il racconto della «Engelweihe» di Einsiedeln (pp. 191-196). In entrambe le parti le rubriche sono di altra mano. L'inizio e la fine del manoscritto sono difettosi; la legatura, restaurata nel XIX secolo, risale al XV secolo.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto cartaceo fu copiato in una rapida corsiva da Friedrich Kölner mentre si trovava nel monastero di S. Gallo tra il 1430 e il 1436. Contiene le vite degli apostoli nella traduzione tedesca della parte estiva della Legenda aurea (pp. 6-269). Seguono, sempre in lingua tedesca, il sermone del francescano Bertoldo di Ratisbona, Von den Zeichen der Messe (pp. 269-284), Die Legende von den Heiligen Drei Königen, composta nel 1364 da Johannes von Hildesheim (pp. 284-389), una Pilatus-Veronika-Legende (pp. 389-400), una Greisenklage (pp. 400-402) e infine i Fünfzehn Vorzeichen des Jüngsten Gerichts (pp. 402-403). Secondo il Cod. 1285, p. 11, il manoscritto è entrato in possesso della biblioteca abbaziale nel quadro delle acquisizioni di manoscritti operate da Johann Nepomuk Hauntinger tra il 1780 e il 1792.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene vite di santi in tedesco: la "Leben der Altväter" (Vitaspatrum) (pp. 5a–482a), la vita di s. Meinrado (p. 482a–501b) e la vita di s. Fridolino, una traduzione di Balther von Säckingen della vita in latino di s. Fridolino (pp. 502a–502a). Il copista principale del codice è il cittadino di Säckingen Johannes Gerster, che si menziona personalmente alle pp. 361 e 541, ogni volta con la data. Alcuni disegni a penna: albero con fiori e frutta (p. 361), giovane in abbigliamento secolare (p. 482), schizzi di draghi (p. 528 e 541), rosette (p. 541). Nel XVII secolo il manoscritto si trovava in possesso del monastero delle clarisse di Friburgo in Brisgovia (nota a p. 3), solo nel XVIII secolo venne acquisito per il monastero di S. Gallo.
Online dal: 08.10.2015
Versione tedesca della vita di Gesù secondo i quattro Vangeli, in una recensione in lingua alemannica. Con iniziali decorate colorate e 21 iniziali figurate disegnate a penna e poi per la maggior parte colorate. Il copista, e probabilmente anche primo proprietario, Rudolf Wirt, menziona alla fine del testo a p. 463 il suo nome e la data di ultimazione del manoscritto: il 9 gennaio 1467. Il volume proviene da un monastero femminile di S. Gallo e giunse alla biblioteca abbaziale tra il 1780 ed il 1792.
Online dal: 23.06.2014
Il volume in-folio, contenente una raccolta di leggende di Iacopo da Varazze, proveniva probabilmente dal fondo personale del monaco di S. Gallo Gall Kemli; in ogni caso, è stato da lui stesso ampliato e corretto. Per questo motivo l'impaginazione del manoscritto non è uniforme. La parte principale più antica è stata vergata da una mano della fine del XIV secolo, su due colonne, mentre i fogli con i testi inseriti da Kemli, e da lui scritti, sono a piena pagina (pp. 2-20, 164-189, 210-211, 445-462, 471-474). La Legenda sanctorum (pp. 2-452) è completata da una Materia de exorcismo et coniurationibus (pp. 456-470) aggiunta da Kemli. Infine, alle pp. 463-470 vi sono, di un'altra mano della seconda metà del XV sec., delle annotazioni a loro volta ampliate da Kemli (p. 470). Alle pp. 471-473, quale ultimo testo si trova una leggenda delle undicimila vergini di mano di Kemli; prima del testo vi era un foglio incollato a metà altezza. Presumibilmente si tratta della xilografia con la nave di sant'Orsola (cat. Kemli, nr. 31) staccata da Ildefons von Arx. Sul piatto anteriore della legatura del XV secolo, più volte riparata e con due rivestimenti in pelle, figura l'etichetta con il titolo di mano di Kemli.
Online dal: 22.09.2022
Leggendario di San Gallo. Contiene, tra le altre, le biografie in tedesco dei santi sangallesi Gallo, Magno, Otmaro e Viborada, illustrate con 142 vivide miniature.
Online dal: 12.06.2006
Codice miscellaneo del XV secolo proveniente dal monastero domenicano di S. Caterina, a San Gallo. Risultante dall'assemblamento di cinque fascicoli, il codice – in tedesco –, tramanda un trattato sulla Passione di Cristo («Vierzig Myrrhenbüschel vom Leiden Christi»), la storia della fondazione del monastero domenicano di St. Katharinental, nei pressi di Diessenhofen, il «Diessenhofener Schwesternbuch» e il «Tösser Schwesternbuch», le leggende dei santi Elisabetta e Margherita d'Ungheria, Ida di Toggenburg e Ludovico di Tolosa. Contiene anche un breve estratto tratto dal Liber specialis gratiae di Matilde di Hackeborn in traduzione tedesca.
Online dal: 12.12.2006
Le due parti principali del manoscritto sono costituite dalle vite dei santi di S. Gallo (Gallo, Otmaro, Wiborada e Notkero Balbulo), degli apostoli, dei primi santi cristiani e dei martiri, così come la cronaca del monastero di S. Gallo – dal Casus sancti Galli di Ratperto fino alla Continuatio di Corrado di Fabaria (1204-1234). I testi riguardanti la storia del monastero sono in parte corredati da dettagliate e critiche note marginali del riformatore sangallese Vadiano. Inoltre il codice contiene notizie cronachistiche su S. Gallo e la Svizzera (XIV-XV sec.), il testo Reise in das Heilige Land di Steffan Kapfman e testi di computistica, medicina, astronomia e teologia. Su due pagine rimaste libere (pp. 324-325) il bibliotecario dell'abbazia di S. Gallo Ildefonso von Arx ha scritto nel 1824 quattro ricette su come rendere di nuovo leggibili delle scritture sbiadite.
Online dal: 22.06.2010
Questo manoscritto, vergato nel tardo XV secolo da un “sehr routinierten und stilsicheren Schreiber” (Scarpatetti, S. 194) contiene le prime quattro parti della grande opera storica sangallese Casus sancti Galli: la storia del monastero di S. Gallo del monaco Ratperto (pp. 3-39), il Casus sancti Galli del monaco Eccardo IV (pp. 40-257), il Casus sancti Galli del continuatore anonimo per gli anni 975 fino al 1203 (pp. 259-301) e la continuazione della storia del monastero di S. Gallo di Conradus de Fabaria del 1232/35 (pp. 317-370). Il manoscritto contiene numerose annotazioni di mano dell'erudito svizzero Egidio Tschudi (1507-1572), ma non appartiene al suo lascito, che giunse nel 1768 nella biblioteca dell'abbazia di S. Gallo. Tschudi deve aver consultato e studiato il manoscritto nel corso di una sua visita nella biblioteca del monastero.
Online dal: 13.10.2016
Il codice contiene la guerra di Troia di Corrado di Würzburg, un'imponente opera tarda rimasta incompiuta del poeta ed autore di epica tedesco, morto nel 1287 prima di completarla. L'autore racconta in versi la storia della guerra di Troia in un'ampia disposizione di narrazioni storiografiche, riferimenti precedenti e posteriori ed excursus enciclopedici. Difettoso all'inizio e più tardi completata con un foglio aggiunto, l'opera si estende da p. 4 a p. 893. Alle pp. 895-897 fa seguito il frammento in prosa di un'anonima continuazione della guerra troiana di Corrado. Il testo della guerra troiana di Corrado è scritto da uno scriba. Questi è probabilmente identico al rubricatore al quale si devono le iniziali rosse, le iniziali gotiche nere e le maiuscole decorate all'inizio della colonna, e che ha inserito la data 1471 a p. 893. Il frammento in prosa è di una mano posteriore. Non si conosce il luogo di origine del codice. Questi fu rinvenuto nel 1739 sull'Haldenburg, feudo di S. Gallo nell'Algovia e giunse poi nella biblioteca abbaziale, come ricorda una annotazione a p. 894.
Online dal: 13.06.2019
Copia del Romanzo di Alessandro di Johannes Hartlieb (1468), medico, traduttore e poeta monacense. Si tratta dell'esemplare che Hartlieb nel 1454 commissionò per la trascrizione in scrittura bastarda al calligrafo Johannes Frauendorfer di Thierenstein per il principe Albrecht III di Baviera (1451-1460) e per la sua sposa Anna di Braunschweig. Il manoscritto è illustrato con 45 iniziali a colori, di grandezza variabile da sei a tredici linee, probabilmente della mano del miniatore bavarese Hans Rot, con un gran numero di file di foglie di acanto, semplici o in meandro, tra le quali scorrazzano diversi animali e si lasciano ben riconoscere dei fiori locali. Il Romanzo di Alessandro fu fino nel 1500 uno dei più celebri romanzi in prosa in lingua tedesca.
Online dal: 31.07.2009
La parte principale di questo voluminoso manoscritto è costituita da una versione abbreviata della Cronaca universale redatta nel 1459 da Johannes Platterberger e Dietrich Truchseß (p. 3−796), che nella tradizione bibliografica viene anche chiamata “St. Galler Weltchronik”. All'interno di questa cronaca si trovano anche il cosiddetto St. Galler Cato (p. 259−260; Disticha Catonis; Von Catho dem weysen und seinen spruchen), una traduzione parziale dell'opera De officiis di Marco Tullio Cicerone (p. 263−265) così come altre citazioni da varie opere di Cicerone (p. 265−271). Fa seguito una versione in lingua tedesca dello scambio di epistole fittivo del Meister Wichwolt tra Alessandro Magno e Dindimo, capo dei Bramani (p. 809−815; Cronica Allexandri des grossen konigs), la versione tedesca della “Dreikönigslegende” (Historia trium regum) di Johannes von Hildesheim (p. 816−854) e il resoconto del viaggio in India di Jean de Mandeville nella versione in tedesco di Otto von Diemeringen (p. 854−917). Alla fine (p. 918−940) il volume contiene in versione completa il libro di viaggio del bavarese Johannes Schiltberger (1380-dopo il 1427), caduto prigioniero degli Osmani. La decorazione è costituita da numerose lombarde rosse e blu. Nel 1570 il volume si trovava in possesso di Luzius Rinck von Baldenstein (p. 940), cognato del principe-vescovo Diethelm Barer (1530-1564) di S. Gallo e, al più tardi nel XVII secolo, venne integrato nei fondi della biblioteca dell'abbazia di S. Gallo (p. 3: Liber Monasterii S. Galli).
Online dal: 23.06.2016
Codice miscellaneo contenente una raccolta di favole (Der Edelstein, di Ulrich Boner) decorate con sobri disegni a penna, divertenti racconti del cosiddetto «Anonimo svizzero» – preservati solo in questo codice –, appunti di cronaca sulla storia di Zurigo e Glarona.
Online dal: 12.12.2006
Il cancelliere Hans Fründ († 1469), di Lucerna ma originario di Svitto, redasse intorno al 1447 una cronaca della Vecchia guerra di Zurigo. Questa copia, accuratamente trascritta ed illustrata con le bandiere delle località confederate, venne eseguita dal cappellano di Rorschach, e precedentemente maestro di scuola a Svitto, Melchior Rupp nell'anno 1476. Il manoscritto, sulle cui ultime pagine sono stati trascritti documenti e materiale inerente alla Vecchia guerra di Zurigo degli anni dal 1446 al 1450, giunse in possesso dell'erudito glaronese Egidio Tschudi (1505-1572) e da lì, nel 1768, nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 19.12.2011
La più antica copia della Cronaca di Costanza di Gebhard Dacher, trascritta dall'autore stesso tra il 1458 e il 1472 ed illustrata con una serie di disegni a colori a penna e con la più antica vista della città di Costanza. Presente alla biblioteca dell'abbazia di San Gallo al più tardi a partire dal XVIII secolo.
Online dal: 31.07.2009