Contiene un trattato sulla passione in alto tedesco, compilato dai quattro vangeli, dal vangelo apocrifo di Giacomo e dallo Pseudo-Anselmo di Canterbury. Il codice è stato scritto nel 1494 da Barbara Grünenbächin, la cui origine è sconosciuta ma che non è attestata quale membro della comunità di monache di Hermetschwil. Figura nell'elenco dei manoscritti di Hermetschwil del 1697.
Online dal: 22.06.2010
Il piccolo fascicolo contiene il "Dialogo con Maria" attribuito ad Anselmo di Canterbury. Manca la fine. Il monastero di Hermetschwil possedeva due versioni di quest'opera (v. Cod. membr. 33).
Online dal: 10.11.2016
Il Libro d'ore apparteneva a Johannes Huber (†1500), cappellano al Grossmünster di Zurigo. Contiene parti delle orazioni legate alla liturgia delle ore per la vita quotidiana di un chierico.
Online dal: 10.11.2016
Il voluminoso breviario monastico reca la data 4 agosto 1491. Il suo copista è Heinrich Schlosser, plebano a Zufikon, che lo trascrisse per il vicino monastero di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il breviario monastico era in uso nel monastero di Hermetschwil. Le rubriche sono per la maggior parte in tedesco. La legatura è opera dell'officina del dominus Valentinus.
Online dal: 10.11.2016
Il graduale contiene i più importanti canti per la messa per l'anno liturgico e per i santi. Sono corredati di notazione quadrata. Il rapporto grafico tra il testo e la melodia non è sempre chiaro.
Online dal: 10.11.2016
Jakob Strub di Aarau, morto nel 1506, scrisse il volume per la sua parente Agnes Trüllerey, superiora a Hermetschwil, nel 1456. Contiene il St. Georgener Prediger.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto, nel quale si dichiarano due copisti (Konrad Wa, amministratore a Bremgarten, e Johannes Bürgler di Uri), contiene una raccolta di preghiere, per la maggior parte formulate per una devota.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene una raccolta di preghiere e di testi per la contemplazione. Alcuni fogli ed interi fascicoli sono strappati.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene dei testi per la liturgia delle ore. E' stato probabilmente allestito nel monastero di Muri ed era destinato al monastero femminile di Hermetschwil. Sul f. 125v si trova una delle poche incisioni conservate con la tecnica "Teigdruck": Barbara con la palma del martirio e la torre.
Online dal: 10.11.2016
Il libro, risalente agli anni intorno al 1400, contiene orazioni e trattati per la preghiera individuale. È rivestito con una legatura floscia di pelle rossa.
Online dal: 10.11.2016
Libro di preghiere del primo quarto del sec. XV scritto in antico dialetto alemannico. Contiene tra gli altri il testo "Hundert Betrachtungen" di Enrico Susone ed un estratto dal trattato sull'Eucarestia di Marquard di Lindau.
Online dal: 22.06.2010
Il manoscritto contiene una raccolta di preghiere in lingua tedesca redatte per la maggior parte per una devota. La lingua usata è l'alto alemanno.
Online dal: 10.11.2016
La raccolta di preghiere e trattati è stata vergata da Rudolf Schilling che vi appone la data 1493. In una richiesta di suffragio viene nominato il duca Sigmund von Habsburg.
Online dal: 20.12.2016
Il libro di preghiere, databile al terzo quarto del XV secolo, contiene orazioni e trattati. Era in uso alla conventuale di Hermetschwil Margareta Attenriet († 1581).
Online dal: 10.11.2016
Il rituale contiene una raccolta di benedizioni e riti per i sacramenti. La parte principale del codice è costituita dalle più importanti benedizioni da impartire nel corso dell'anno liturgico. Contiene inoltre il rito del battesimo, la benedizione delle puerpere, la benedizione per gli sposi ed il sacramento per gli ammalati. Una parte autonoma è costituita dalle benedizioni per i vari locali del monastero.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto proviene originariamente dal Fraumünster di Zurigo. Contiene il dialogo con Maria, attribuito ad Anselmo di Canterbury, in dialetto alemanno.
Online dal: 10.11.2016
Questo Libro d'ore proveniente dalla Svizzera occidentale o dalla Savoia, risalente al 1490 ca., era proprietà del patrizio di Berna Thomas Schöni e della moglie Jeanne d'Arbignon. Le miniature sono attribuite al Miniatore del breviario di Jost von Silenen.
Online dal: 22.06.2010
Il salterio proviene del monastero Gnadental presso Bremgarten (AG). Un'annotazione del XVI secolo indica quale copista Herr Kopp im Engel zu Bremgarten.
Online dal: 10.11.2016
Il diurnale contiene testi per la liturgia delle ore nel giorno. Fu allestito per il monastero delle benedettine di S. Agnese di Sciaffusa. Più tardi fu in possesso di Anna von Hertenstein, conventuale di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il diurnale proviene dal monastero delle clarisse Gnadental a Basilea. La decorazione consiste in un gran numero di maschere, drôleries e figure di santi.
Online dal: 10.11.2016
Il volume contiene le preghiere per la parte della liturgia delle ore da recitare durante il giorno. Contiene dei testi che sono dedicati alla venerazione dei santi. Il volume ha subito alcune perdite (caduta di pagine all'inizio e alla fine, tagli di strisce di pergamena nel margine inferiore). Proviene da un convento domenicano femminile, probabilmente da Zurigo.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto, di formato ridotto, contiene parti della liturgia delle ore per un convento di clarisse. Si tratta per lo più di testi per la preghiera privata. In primo piano vi è il culto dei morti. Il volume venne donato da Melchior Roth, parroco di Erlinsbach, a Barbara Seiler († 1624) suora a Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il piccolo volume contiene preghiere in memoria dei santi di un convento francescano femminile. E' decorato da iniziali che corrispondono a varie linee di testo, decorate con motivi vegetali e ricchi colori.
Online dal: 10.11.2016
Othon de Grandson, cavaliere e poeta, si mise in evidenza altrettanto bene con i suoi versi che cons i suoi fatti d'armi in occasione della guerra dei cent'anni. Fu consigliere di Amedeo VII di Savoia. Alla morte del suo sovrano fuggì in Inghilterra. Rientrato nel Paese di Vaud, morì in un duello giudiziario a Bourg-en-Bresse nel 1397. Attraverso le sue poesie, Othon de Grandson contribuì notevolmente a far conoscere San Valentino, fino ad allora celebrato soprattutto nel mondo anglosassone.
Online dal: 31.03.2011
Questo manoscritto di piccolo formato con una legatura floscia, appartiene alla categoria dei «libri da bisaccia»; contiene principalmente una compilazione di testi medici (Guy de Chauliac, Jean Le Lièvre, Jean Jacme, Guillaume de Saliceto, erbari anonimi) per lo più tradotti in francese medio, oltre a calendari e canzoni. La mano principale è una scrittura della seconda metà del XV secolo con delle aggiunte del XVI e XVII secolo. Il primo proprietario conosciuto (citato a c. 9r) è Jean de Farcy, attestato come barbiere a Losanna tra il 1484 e il 1496. Anche le prove di penna e gli stemmi (Valangin e Aarberg, c. 57v) rinviano anche ad un contesto regionale. Infine, la pergamena che serve da coperta è costituita da un atto notarile redatto nel Paese di Vaud il 25 aprile 1448. Fu acquistato dalla Bibliothèque cantonale et universitaire - Lausanne nel 2006 grazie all'aiuto di fondazioni private.
Online dal: 10.12.2020
Othon de Grandson, cavaliere e poeta, si mise in evidenza altrettanto bene con i suoi versi che con i suoi fatti d'armi in occasione della guerra dei cent'anni. Fu consigliere di Amedeo VII di Savoia. Alla morte del suo sovrano fuggì in Inghilterra. Rientrato nel Paese di Vaud, morì in un duello giudiziario a Bourg-en-Bresse nel 1397. Othon de Grandson compose i suoi poemi probabilmente tra il 1366 e il 1372. Questa raccolta contiene parimenti delle ballate dovute a tredici diversi autori.
Online dal: 31.03.2011
Offerto alla biblioteca dell'Académie di Losanna nel 1779, questo libro d'ore è un rappresentante tipico di queste opere di devozione della fine del medioevo. Il calendario è all'uso di Parigi: un santo per ogni giorno, senza che nessuno di essi sia messo in evidenza. La versione al maschile dell'Obsecro te può sia essere il segno di un libro d'ore prodotto per il mercato librario sia designare il destinatario effettivo del manoscritto. Concludono l'opera alcune preghiere in francese come le XV joies de Notre Dame, Les sept requêtes à Notre Seigneur e una preghiera alla Santa Croce. Tutte le miniature, probabilmente a piena pagina, che segnavano l'inizio dei rispettivi uffici sono scomparse. Le uniche tracce di decorazione dipinta sono costituite dai margini e dalle iniziali ornate che si trovano nelle suddivisioni secondarie di questi stessi uffici.
Online dal: 08.10.2020
Il De vita solitaria è una delle opere latine del grande poeta italiano Francesco Petrarca (1304-1374), che la scrisse nel 1346 rimaneggiandola più volte negli anni successivi. Nei due libri nei quali è suddiviso viene esaltata la vita ritirata e solitaria trascorsa negli studi e nella meditazione. Questo manoscritto cartaceo rivela una certa eleganza sia nella impostazione della pagina sia nella presenza delle due iniziali, nei quali si fa uso di oro p. 7, 103). La provenienza del codice è sconosciuta, ma prima di essere acquistato nel 1892 dalla biblioteca fu in possesso di alcuni canonici di Losanna e di una famiglia di notai di Muraz (Vallese). La copertina era originariamente costituita da una serie di frammenti cartacei del XIV secolo sovrapposti in numerosi strati, che ora sono stati staccati e restaurati. Alcuni di questi sono costituiti da copie di privilegi papali rilasciati a membri di varie diocesi francesi, altri frammenti in italiano sono di area toscana, e uno in ebraico.
Online dal: 10.12.2020
Questo codice contiene due testi diversi, entrambi incompleti, riuniti in una legatura del XIX secolo. Si tratta da una parte dell'Horologium Sapientiae (1-66) di Enrico Susone, il cui testo originale fu scritto a Costanza e che conobbe una grande diffusione nel tardo Medioevo, e dall'altra del De Vita Solitaria di Francesco Petrarca (67-116). Il primo è un manoscritto su pergamena di origine italiana, databile alla fine del XIV-inizio XV secolo, scritto da una sola mano in una gotica semicorsiva su due colonne. La sua particolarità è di utilizzare della pergamena palinsesta sulla quale erano stati copiati nel XIII secolo dei testi giuridici. Il secondo, di altra mano e di origine francese o svizzera, presenta una copia del testo di Petrarca in una minuscola bastarda, su due colonne, databile al XV secolo. Entrambe presentano qualche iniziale filigranata e sono cosparse di maniculae.
Online dal: 10.10.2019
Il cancelliere cittadino Egloff Etterlin scrisse nel 1433 un cartulario con le trascrizioni dei documenti più importanti per il diritto pubblico della città di Lucerna, e con la traduzione di quelli in latino. Il volume permise al consiglio di accedere velocemente ai testi e serviva quale cartulario per gli originali conservati nel castello d'acqua ("Wasserturm"). Le trascrizioni dei 150 documenti (con 21 traduzioni) non sono in ordine cronologico ma sono suddivise secondo un ordine tematico. Si devono a vari copisti della cancelleria lucernese e si estendono fino al 1492. Il nome del volume è dovuto alla maestosa legatura del 1505 costituita da assi di legno rivestite di velluto e taffettà, decorata con borchie argentate e ganci di chiusura su quali è raffigurato lo stemma di Lucerna.
Online dal: 22.03.2017
Il COD 3655 rappresenta in effetti uno "Stadtbuch" poiché il volume, oltre ad un elenco dei nuovi cittadini fino al 1441 (in realtà il più antico registro della cittadinanza di mano del cancelliere cittadino Werner Hofmeier, fol. 1r-53v), contiene anche statuti, trascrizioni di documenti, annotazioni relative all'amministrazione (tra queste un elenco del tesoro della chiesa della cappella di S. Pietro, fol. 19r, e una istruzione per il nuovo orologio "am Graggenturm", fol. 24r) e annotazioni di cronaca. Tra queste ultime figurano notizie sulla battaglia di Sempach (fol. 22r), Näfels (fol. 22r) e Arbedo (fol. 49r). La legatura, costituita da assi di legno rivestite di pelle di maiale sulla quale è dipinto lo stemma di Lucerna, risale alla seconda metà del XVI secolo.
Online dal: 22.03.2017
Il secondo registro della cittadinanza contiene la registrazione dei nuovi cittadini di Lucerna dal 1479 al 1572. Il volume è prezioso per studiare l'immigrazione verso Lucerna poiché le singole iscrizioni presentano non solo i nomi dei nuovi cittadini ma anche la loro esatta origine. D'altra parte, testimonia del generale isolamento del patriziato lucernese nel corso del XVI secolo, quando sempre nuovi arrivati ottennero i diritti cittadini. Il rappresentativo volume, rilegato in pelle, contiene, oltre all'originale elenco secondo l'ordine dei nomi di persona, anche un indice dell'archivista cittadino Joseph Schneller († 1879).
Online dal: 22.03.2017
Insieme allo «Schwarzbuch» (KU 4b), questo urbario offre uno sguardo generale sui diritti ed i possedimenti della abbazia cistercense, che aveva raggiunto il suo momento di massima potenza economica nella seconda metà del XV secolo. Trascrizioni di documenti e raccolte di diritti e compiti, ordinati secondo criteri geografici, documentano l'insieme delle proprietà monastiche. Il «Weissbuch» comprende l'ambito centrale della signoria fondiaria di S. Urban intorno a Pfaffnau e Roggliswil e nell'Alta Argovia bernese. Il volume giunse nell'Archivio di Stato con l'archivio del monastero, dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1838.
Online dal: 22.03.2017
Insieme al «Weissbuch» (KU 4a) questo urbario offre uno sguardo complessivo sui diritti e le proprietà dell'abbazia cistercense, che aveva raggiunto il suo momento di massima potenza economica nella seconda metà del XV secolo. Trascrizioni di documenti e raccolte di diritti e compiti, ordinati secondo criteri geografici, documentano l'insieme delle proprietà monastiche. Lo «Schwarbuch» contiene le fonti che riguardano i possedimenti nell'ambito della intendenza (Schaffnerei) di Zofingen e Sursee, che si estendeva fino al canton Soletta e nella regione di Basilea. Il volume giunse nell'Archivio di Stato con l'archivio del monastero, dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1838.
Online dal: 22.03.2017
Il più antico martirologio del monastero di S. Urban, che si presenta con una legatura in assi di legno del XVI secolo, è purtroppo conservato solo in maniera frammentaria. La prima parte (fol. 3-14v) consiste nel necrologio del monastero; la seconda parte contiene il Liber anniversariorum benefactorum incompleto (solo 1-12 gennaio, 1 maggio-1 settembre, 4-7 settembre, 22 settembre-31 dicembre), con aggiunte; la terza parte comprende l'Officium defunctorum, una litania e delle aggiunte, con un elenco dei membri della confraternita dei laici del monastero. Il volume giunse nell'Archivio di Stato con l'archivio del monastero, dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1838.
Online dal: 22.03.2017
Lo stato di conservazione precario del volume (mancano la legatura e vari fascicoli, la cucitura si è sciolta, cambiamenti di colore dovuti a varie sostanze) permette di dedurre l'uso intensivo cui fu sottoposto il volume nel corso dei secoli. Le ricette, che coprono vari ambiti (medicina umana e veterinaria, cucina), coprono un arco di tempo dal XV al XVII secolo. Il manoscritto venne depositato nell'Archivio di Stato con l'archivio della famiglia patrizia lucernese dei Balthasar.
Online dal: 22.03.2017
Non si conosce l'esatta origine di questo manoscritto; scrittura e lingua lasciano supporre un'origine nella regione meridionale alemannica. I contenuti riguardanti l'astrologia, l'innesto di piante, il dissanguamento, consigli per la salute, urologia e ricette, provengono da fonti per la maggior parte conosciute e concordano in buona parte con il Codex 102b della Zentralbibliothek di Zurigo. Il redattore non dovrebbe esser appartenuto ad un ambito accademico ma piuttosto essere stato un "praticante di medicina". In questo modo il volume si caratterizza come un "manuale pratico di medicina popolare", probabilmente il più antico di questo tipo. Costituisce inoltre la più antica fonte per il cosiddetto "Corpus iatromatematico".
Online dal: 22.03.2017
Il Liber vitae costituisce il più antico martirologio della prepositura benedettina, rispettivamente del capitolo collegiale di Sankt Leodegar im Hof di Lucerna. Venne iniziato nel 1445 dal conventuale Johannes Sittinger, che utilizzò un martirologio più antico andato perso. Le registrazioni vanno fino al 1691, la legatura in pelle risale al 1620.
Online dal: 13.10.2016
Canti liturgici per la messa domenicale o festiva in un monastero cistercense, con decorazioni del „Maestro della Bibbia di Anversa di Konrad von Vechta“; manoscritto trascritto a Praga poco dopo il 1400.
Online dal: 12.12.2006
Il manoscritto contiene due testi: lo Specchio del principe di Engelberto di Admont (ca. 1250-1331), un manuale di virtù in spirito aristotelico, e il trattato di Marquardo di Lindau (morto nel 1392) sui meriti degli esseri viventi dovuti alla loro origine divina e sui meriti dell'animo umano.
Online dal: 21.12.2010
Oltre a prediche e materiale relativo alle prediche per le domeniche, le feste dei santi e le feste dedicate a Maria, il manoscritto contiene parti del commento di s. Bonaventura (1221-1274) al libro delle sentenze di Pietro Lombardo, ed il trattato De arca Noe di Marquard di Lindau (morto nel 1392).
Online dal: 09.06.2011
Contiene il commento del francescano francese Niccolò di Lira (intorno al 1270/1275-1349) ai libri veterotestamentari Esodo e Levitico, corredato da illustrazioni realizzate nella Svizzera centrale.
Online dal: 22.03.2012
Contiene il commento del francescano francese Niccolò di Lira (intorno al 1270/1275-1349) ai libri veterotestamentari Giosuè, Giudici, Rut, Re 1 e Re 2, corredato da illustrazioni realizzate nella Svizzera centrale.
Online dal: 22.03.2012
Contiene il commento del francescano francese Niccolò di Lira (intorno al 1270/1275-1349) ai libri veterotestamentari Numeri e Deuteronomio, corredato da illustrazioni realizzate nella Svizzera centrale.
Online dal: 22.03.2012
Contiene il commento del francescano francese Niccolò di Lira (intorno al 1270/1275-1349) al libro veterotestamentario di Isaia, corredato da illustrazioni realizzate nella Svizzera centrale.
Online dal: 22.03.2012
Contiene il commento del francescano francese Niccolò di Lira (intorno al 1270/1275-1349) ai libri veterotestamentari Re 3, Re 4, Paralipomeni 1, Paralipomeni 2, Maccabei 1 e Maccabei 2, corredato da illustrazioni realizzate nella Svizzera centrale.
Online dal: 22.03.2012
Contiene il commento del francescano francese Niccolò di Lira (intorno al 1270/1275-1349) ai libri veterotestamentari Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Sapienza, Ecclesiastico (Siracide).
Online dal: 22.03.2012
Contiene il commento del francescano francese Niccolò di Lira (intorno al 1270/1275-1349) al libro veterotestamentario della Genesi, corredato da illustrazioni realizzate nella Svizzera centrale.
Online dal: 22.03.2012
Il manoscritto della fine del XV secolo, che presenta alcune piacevoli iniziali, contiene brevi scritti scelti di Bernardo di Clairvaux. Tra questi si trovano anche alcune opere che gli sono attribuite. Il copista è il cistercense Johannes Fabri, professo nel monastero di Heilbronn. Secondo un'antica annotazione (XVII sec.?), il volume appartenne al monastero di Beinwil, che dopo il 1648 fu spostato a Mariastein.
Online dal: 22.06.2017
Testi in lingua tedesca, scritti intorno alla metà del XV secolo per uso del convento femminile di Maria Maddalena in den Steinen a Basilea. Il volume appartenne poi al convento di Olsberg. Vi si trovano scritti spirituali attribuiti a vari autori, tra i quali prediche per le domeniche e le feste, e leggende di santi. Il volume è stato acquisito dal convento di Mariastein intorno al 1820 nel corso di un'asta a Basilea. La predica per la festa della Assunzione di Maria (ff. 194r-198v) si trova stampata in ZSKG 4, 1910, pp. 205-212 rispettivamente 207-212, sulla base di una copia del p. Anselm Dietler (morto † 1864) di Mariastein.
Online dal: 22.06.2017
Il libricino, con notazione musicale e adorno di tre iniziali, contiene i testi per l'Ufficio dei morti, i sette salmi penitenziali e le orazioni per le domenicane defunte, probabilmente nel convento di Colmar. A giudicare dalla scrittura, risale alla prima metà del XV secolo. Il volume appartenne a suor Martha Gosslerin. Nel 1781 fu acquistato da Philipp Jakob Steyrer, abate di S. Pietro nello Schwarzwald; tramite lui giunse nel monastero di Mariastein.
Online dal: 26.09.2017
Questo raccolta di scritti della metà del XV secolo proviene dal convento degli eremiti agostiniani di Basilea. Dal 1470 alcuni fratelli si occuparono del luogo di pellegrinaggio di Mariastein. Il volume venne probabilmente dimenticato lì e ritrovato dai monaci di Beinwil quando questi, nel 1636, ripresero la custodia del luogo di pellegrinaggio. Contiene scritti a carattere religioso (S. Bonaventura), profano (Cicerone, Sallustio), storico (papa Pio II Piccolomini) e retorico (Lorenzo di Aquileia). La seconda parte del volume, contenente la Rhetorica, fu copiato nel 1465/66 dall'agostiniano Matthias Glaser di Breisach a Basilea. All'interno della coperta anteriore vi è un frammento di pergamena con indicazioni riguardanti il contenuto.
Online dal: 26.09.2017
Copia del privilegio di modifica di certi tributi pagati dalla comunità degli ebrei di Tudela e di aumento di certe rendite attribuite a diversi cavalieri e servitori del re tra i quali anche a Juan Sanz de Berrozpe, redatto per il re Juan II e datato Saragozza il 17 dicembre 1475. Scritto dal protonotario Juan Ortiz e confermato dalla principessa donna Leonor, collazionato da Juan de Ara, notario della corte, il 23 febbraio del 1478.
Online dal: 17.12.2015
L'opera del frate Alonso de Oropesa OSH († 1469) si colloca nel contesto degli attacchi contro gli ebrei convertiti in Spagna (e soprattutto a Toledo), i cosiddetti conversos. Quale generale dell'ordine dei gerolamini (dal 1457), ma anche quale stretto confidente e consigliere del re Enrico IV di Castiglia (1454-1474), Alonso tenne un atteggiamento tollerante verso gli ebrei convertiti. Nel 1450 iniziò a scrivere il 'Lumen ad revelationem gentium et gloria plebis Dei Israel' - De unitate fidei et de concordia et pacifica equalitate fidelium (f. 1-203; Indice 204-207) e nel 1465 dedicò il libro completo in 52 capitoli all'arcivescovo Alfonso Carrillo di Toledo (1410-1485). L'annunciata seconda parte dell'opera evidentemente non venne mai scritta. Nel 1979 Luis A. Diaz y Diaz ne compilò una traduzione in spagnolo sulla base dei tre manoscritti fino ad allora conosciuti. Questo codice non è stato finora preso in considerazione dalla ricerca e costituisce quindi il quarto manoscritto finora conosciuto. Venne sicuramente scritto ancora nel XV secolo ed è composto di fogli di pergamena e carta. Nonostante la sua importanza, di quest'opera non è ancora stata fatta nessuna edizione latina.
Online dal: 17.12.2015
Manoscritto pergamenaceo in ottavo piccolo prodotto intorno al 1460 e costituito da 14 fogli scritti. La parte centrale del manoscritto contiene la Storia del Santo Sangue, redatta in lingua latina intorno al 1460 da Hans Rabustan, cappellano di Santa Maria. La vicenda dovrebbe aver avuto luogo all'epoca della badessa Adelheid I (1211-1233). Secondo il racconto, importante per la storia della devozione, la monaca Agnes, figlia di un cavaliere di Sent nella Bassa Engadina, durante un giovedì santo, con una coscienza piena di dubbi ricevette l'ostia sacra, ma invece di assumerla la nascose nel suo velo e la conservò nel suo baule. In seguito l'ostia si trasformò in carne e sangue. Da qui ebbe origine il pellegrinaggio al Santo Sangue a Müstair. Oltre a questo racconto il manoscritto contiene regesti di documenti che riguardano il culto del Santo Sangue.
Online dal: 22.06.2017
Libricino con proposte per una accoglienza devota della santa comunione. Queste sono permeate dallo spirito della mistica tedesca e come tale hanno quale obbiettivo l'unione con Dio.
Online dal: 22.06.2017
Libretto devozionale del XV secolo costituito da 27 fogli. Contiene i testi per la liturgia delle ore. A questi si aggiungono le litanie per tutti i santi, intitolate «Letania in der Vasten», nelle quali sono elencati quasi cento santi. Seguono inoltre intercessioni per i poveri, i prigionieri, i malati, i pellegrini, i morti. Alla fine si leggono lodi e preghiere di supplica, così come una preghiera per l'adorazione della Santa Croce.
Online dal: 22.06.2017
Inventario di beni redatto nel 1418 dal notaio Jakob di Schluderns e trascritto in bella copia dal figlio Peter. Si tratta di uno di tre registri di beni che furono allestiti all'epoca della badessa Agnes II Kytz (1418-1436), e forniscono dei chiarimenti non solo sullo stato dei possedimenti del monastero, ma mostrano anche come la badessa si impegnasse a mantenerli.
Online dal: 26.09.2017
Inventario dei beni del Santo Sangue allestito nel 1460 da Hans Rabustan, cappellano di Santa Maria, per la sacrestana Anna Planta (badessa 1464-1477). Vi sono raccolte tutte le assegnazioni alla reliquia del Santo Sangue. In totale si tratta di 33 terreni esattamente descritti, così come dei nomi dei rispettivi affittuari dell'epoca.
Online dal: 26.09.2017
Frammento manoscritto dell'inno Gloria in excelsis Deo del XV secolo. Si è conservata la parte finale [mise]rere nobis. Quoniam tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus, Iesu Christe, cum Sancto Spiritu: in gloria Dei Patris. Amen.
Online dal: 26.09.2017
Libro d'ore ad uso di Roma, riccamente illustrato da miniature a piena pagina, quadretti e iniziali, scritto in littera cursiva (bastarda), databile intorno al 1500, con testi in latino, francese e fiamminga. Lo stile delle miniature, soprattutto dei bordi, naturalistici con fiori, insetti ma anche con raffigurazioni sceniche, sembrano tipici della scuola ganto-bruggese.
Online dal: 22.03.2012
Messale del XV sec. in pergamena, confezionato per il vescovo Jean de Venningen (1458-1478). Il registro delle spese del vescovo Jean de Venningen permette di seguire le tappe della confezione di questo messale. Il manoscritto è stato realizzato contemporaneamente ai ms 2 e ms 3. Nel 1462/1463 il manoscritto, quasi completato, fu oggetto di lavori di finitura, le miniature, le iniziali, le iniziali filigranate e soprattutto l'applicazione della legatura. Per ragioni di comodità, la disposizione dell'Ordo del canone è stata modificata. Inizialmente previsti all'inizio, alla fine sono stati collocati alla metà del manoscritto.
Online dal: 09.04.2014
Pontificale del vescovo di Basilea Jean de Venningen (1458-1478) e confezionato su sua commissione (prima parte). Il registro delle spese del vescovo Jean de Venningen permette di seguire le varie tappe della confezione di questo pontificale. Il manoscritto è stato realizzato contemporaneamente ai ms 1 e ms 3. Nel 1462/1463 il manoscritto, quasi completato, fu oggetto di lavori di finitura, le miniature, le iniziali, le iniziali filigranate e soprattutto l'applicazione della legatura.
Online dal: 09.04.2014
Pontificale del vescovo di Basilea Jean de Venningen (1458-1478) e confezionato su sua commissione (seconda parte). Il registro delle spese del vescovo Jean de Venningen permette di seguire le varie tappe della confezione di questo pontificale. Il manoscritto è stato realizzato contemporaneamente ai ms 1 e ms 2. Nel 1462/1463 il manoscritto, quasi completato, fu oggetto di lavori di finitura, le miniature, le iniziali, le iniziali filigranate e soprattutto l'applicazione della legatura.
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto contiene la versione latina dell'Etica Nicomachea di Aristotele, tradotta e corredata da note da Roberto Grossatesta (1175-1253), vescovo di Lincoln. La decorazione, costituita da iniziali monocolori o con filigrana rossa e blu all'inizio dei capitoli (per es. 3r), e da iniziali decorate a colori all'inizio dei libri (per es. 1r), rimanda ad una origine nella Germania sudoccidentale e ad una datazione nel terzo quarto del XV secolo. Durante la Rivoluzione francese il manoscritto, prima nella raccolta vescovile, giunse nella biblioteca del collegio di Porrentruy, e infine nel XX sec. confluì nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Prima parte di una Bibbia (seconda parte Ms. 6b) contenente i libri del Vecchio Testamento dalla Genesis fino a Iesus Sirach. Il manoscritto è stato prodotto nello stesso atelier dei Ms. 6b e Ms. 6c, sulla base dello stile delle iniziali nella Germania sudoccidentale, nel secondo terzo del XV secolo. La decorazione è costituita da piccole iniziali filigranate rosse e blu per i prologhi e da iniziali decorate più grandi per l'inizio dei libri. Viene ricordato nell'inventario del principe-vescovo Philipp von Gundelsheim (1487-1553), mentre nel sec. XVIII - secondo l'annotazione a c. 1r - era in possesso del collegio dei Gesuiti di Porrentruy. Nel sec. XIX passò in proprietà al Collège di Porrentruy, per confluire poi nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Seconda parte di una Bibbia (prima parte Ms. 6a), prodotta, come i codici Ms. 6a e 6c, nella Germania sudoccidentale nel secondo terzo del sec. XV. Il manoscritto è costituito da due parti delle quali la prima contiene i rimanenti libri del Vecchio Testamento (Isaia fino a II Maccabeorum), la seconda quelli del Nuovo Testamento. I libri della seconda parte (105r-219v) sono introdotti da iniziali istoriate o decorate, mentre all'inizio dei capitoli della seconda parte vi sono iniziali filigranate rosse e blu. Il manoscritto viene ricordato nell'inventario del principe-vescovo Philipp von Gundelsheim (1487-1553) mentre nel sec. XVIII - secondo l'annotazione a c. 1r - era in possesso del collegio dei Gesuiti di Porrentruy. Nel sec. XIX passò in proprietà al Collège di Porrentruy, per confluire poi nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Contiene le Additiones ad postillam Nicolai de Lyra di Paulus Burgensis, o Paulus de Santa Maria, un ebreo spagnolo convertitosi al cattolicesimo e diventato in seguito vescovo, cancelliere ed esegeta. Il manoscritto è stato prodotto nello stesso atelier, probabilmente nella Germania sudoccidentale, nel quale vennero confezionati il Ms. 6a e il Ms. 6b, nel secondo terzo del XV secolo. E' elencato nell'inventario del principe-vescovo Philipp von Gundelsheim (1487-1553) mentre nel sec. XVIII – si veda l'annotazione a c. 1r - era in possesso del collegio dei Gesuiti di Porrentruy. Nel sec. XIX passò in proprietà al Collège di Porrentruy, per confluire poi nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 17.03.2016
Libro d'ore all'uso della diocesi di Besançon con calendario in francese. Possiede una decorazione incompleta che permette di seguire le diverse tappe della sua realizzazione.
Online dal: 09.04.2014
Pontificale del sec. XV. Le cerimonie sono raffigurate in miniature a piena pagina con iniziali decorate, fregi marginali ed alcune linee di testo, secondo il modello dei libri d'ore, mentre lungo il testo si trovano bordure e iniziali decorate, sovente contenenti la rappresentazione degli oggetti liturgici citati nel testo. Oltre al ricorrente stemma di Melchior von Lichtenfels, principe-vescovo di Basilea (1554-1575) si trova lo stemma di Charles de Neufchâtel, arcivescovo di Besançon (1463-1498; visibile a c. 1r), che permette di precisare l'epoca di esecuzione del manoscritto. Così come altri manoscritti di proprietà di istituzioni religiose, durante la Rivoluzione francese entrò in possesso del Collège di Porrentruy, fino al sec. XX, quando confluì nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Contiene il De institutis coenobitorum e le Collationes patrum di Giovanni Cassiano. Fu acquistato nuovo per il convento di francese di Schönensteinbach grazie ad una donazione fatta a questo scopo dalla religiosa Magdalena Bechrerin. Appartenne François-Sigismond de Roggenbach, vescovo di Basilea dal 1782 al 1794. Un manoscritto dal medesimo contenuto e colophon, datato 1408, proviene dal convento dei domenicani di Norimberga e si trova presso la biblioteca di quella città.
Online dal: 09.04.2014
Manoscritto cartaceo datato al 1457, contenente un repertorio di diritto canonico con glosse, attribuito nel codice a Domenico da S. Giminiano.
Online dal: 09.04.2014
Questo Vocabularius brevilogus fu copiato, secondo quanto si legge nel colophon a c. 329v, dal copista Martinus Hartmann nel 1452 ad Hildesheim. I lemma sono introdotti da iniziali rubricate, mentre per le iniziali più grandi è stato lasciato lo spazio apposito e, tranne poche eccezioni, non sono state eseguite. Nel 1505 il manoscritto fu donato dal suo proprietario, Johannes Hertlin di Augusta Regia, alla chiesa dei santi Alessandro e Teodoro di Ottobeuren; dal sec. XX si trova in possesso della Biblioteca cantonale giurassiana di Porrentruy.
Online dal: 23.09.2014
Il codice è costituito da vari frammenti dello Speculum perfectionis attribuito a frate Leone di Assisi, della legenda di s. Policarpo, di s. Tecla, di s. Maria Romana, di s. Radegonda e da una parte della legenda di s. Elisabetta di Turingia di Dietrich von Apolda, tutti provenienti dallo stesso manoscritto e in lingua olandese. Prima di giungere a Porrentruy appartenne al canonico Nicolas-Antoine Labbey de Billy, vicario generale di Langres († 1825).
Online dal: 17.03.2016
Salterio del sec. XV secondo l'uso liturgico della collegiata di Saint-Ursanne, che nella forma e nel contenuto costituisce una copia esatta del manoscritto di Basilea AN VIII 39. Le due controguardie sono costituite da frammenti dello Speculum historiale di Vincenzo di Beauvais; nel margine di c. 36r si trova un disegno a penna della Vergine Maria del XVI sec. Il manoscritto rimase in possesso della collegiata di Saint-Ursanne fino al sec. XX, quando entrò in possesso della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Messale preceduto da un calendario (settembre-dicembre) contenente santi di area losannese-basilese e la dedica delle cattedrali di queste due diocesi. Alcune parti del testo sono conformi all'uso della diocesi di Losanna, altre a quello della diocesi di Basilea. Una nota all'interno del piatto anteriore informa che il messale proviene da Saint-Ursanne.
Online dal: 17.03.2016
Breviario ad uso della diocesi di Basilea. Le tracce ancora parzialmente visibili dei blasoni dipinti alle cc. 33r, 41r e 129r e 279r, e in seguito cancellati, permettono di attribuire il codice ad Arnold de Rotberg, vescovo di Basilea dal 1451 al 1458. Una annotazione del suo successore, Jean de Venningen (1458-1478) a c. 5r, ricorda il riscatto, il 29 giugno 1461, del castello di Porrentruy.
Online dal: 17.03.2016
Contiene un trattato sulla penitenza in lingua tedesca, ed è datato 25 aprile 1453 (c. 72r). Le controguardie sono costituite da frammenti della Prima collectio decretalium Innocentii III, di Rainerio di Pomposa.
Online dal: 17.03.2016
Il trattato sulla passione Do der minnenclich got contenuto nel manoscritto è stato scritto, o commissionato, nel 1428, da Giovanna de Mörsberg, clarissa nel convento Gnadenthal a Basilea, e dal 1430 penitente del convento di S. Maria Maddalena "An den Steinen", sempre a Basilea.
Online dal: 17.03.2016
Manoscritto cartaceo, fortemente danneggiato dai tarli contenente, tra gli altri i trattati di grammatica Ars minor cum commento di Donato (1r-61r), le Regulae grammaticales cum commento di Nicolaus Kempf (69r-91r) e la seconda parte del Doctrinale di Alessandro di Villadei con commento (95r-220v).
Online dal: 17.03.2016
Questo manoscritto proviene dall'abbazia di Rodendael presso Bruxelles. Giunto nelle mani del conte Paul Riant, questi lo cedette alla fine del XIX secolo all'abbazia di Saint-Maurice. E' composto di 24 testi di diversa lunghezza appartenenti per la maggior parte alla corrente spirituale detta nel Paesi Bassi della devotio moderna. Contiene in particolare degli exempla di Jacques Vitry, l'Imitazione di Gesù Cristo o il Liber floretus, quest'ultimo porta la data 1416. Raccolta fittizia del XV secolo.
Online dal: 13.10.2016
L'Officium parvum BMV è stato copiato da Johannes Höfflin ed è datato 9 giugno 1478.
Online dal: 08.10.2015
L'opera, proveniente da ambiente domenicano, contiene salmi e inni. Agli Inizi in latino fa seguito la traduzione completa in tedesco. Il primo copista inserisce la data 26 marzo 1480. Il copista principale si nomina Wendelin Fräger.
Online dal: 08.10.2015
Il messale proviene dalla chiesa di Glatt an der Glatt, nella Germania meridionale, un possedimento del monastero di Muri. E' stato realizzato nella seconda metà del XIII secolo. Numerose annotazioni marginali dei secoli XIV-XV attestano un uso intensivo.
Online dal: 20.12.2016
Scritto nel 1427 forse da frate Thomas de Austria ordinis sancti Johannis. Nello Speculum humanae salvationis vengono stabiliti dei rapporti, sia nel testo che nelle miniature, tra le storie del Vecchio e del Nuovo Testamento. Riccamente ornato di disegni a penna, costituisce uno dei più bei manoscritti della biblioteca di Muri, nel cui elenco dei manoscritti del 1744 è elencato.
Online dal: 22.06.2010
Il libro d'ore proviene da un convento femminile francescano bavarese. Contiene l'ufficio della Madonna, i salmi penitenziali e l'ufficio per i morti. La sua presenza a Muri è attestata dal 1790.
Online dal: 08.10.2015
Il «Libro bianco di Sarnen» venne scritto dal cancelliere di Obwaldo Hans Schriber (1436-1478). Viene chiamato «Libro bianco» perchè originariamente conservato in una rilegatura di pelle di maiale di colore biancastro. Contiene le trascrizioni dei privilegi, dei patto e delle più importanti decisioni del tribunale arbitrale della Landsgemeinde dal 1316, e venne scritto nella sua parte principale negli anni 1470/71. Quale importante libro di copia della cancelleria di Obwaldo del tardo medioevo viene ancora oggi conservato nell'Archivio di Stato. Il libro è soprattutto famoso perchè contiene la più antica descrizione della leggenda della fondazione della Confederazione, su solamente 25 pagine (p. 441-465). Qui viene raccontata la storia di Guglielmo Tell e del famoso tiro alla mela: («Libro bianco», p. 447: Nu was der Tall gar ein güt Schütz er hat oüch hübsche kind die beschigt der herre zü imm / vnd twang den Tallen mit sinen knechten / das der Tall eim sim kind ein öpfel ab dem höupt müst schiessen …).
Online dal: 22.03.2012
Questo manoscritto, realizzato nel 1467, costituisce la parte centrale di un codice composito al quale appartengono il Lucidarius (Zurigo, Zentralbibliothek C 215) e il Weltgerichtsspiel di Sciaffusa (Zurigo, Zentralbibliothek C 216). Scritto da Johannes Trechsel, contiene narrazioni leggendarie sulla vita e le opere dei conti di Nellenburg nel sec. XII, fondatori del monastero di Allerheiligen. Contiene inoltre racconti riguardanti la riforma attuata con successo nel convento.
Online dal: 31.03.2011
Questo agile manoscritto cartaceo contiene il trattato sull'eucaristia del francescano Marquard von Lindau. È stato scritto nel secondo quarto del XV secolo da Nicolaus Sinister, che si nomina a c. 137r. Potrebbe trattarsi della forma latinizzata del nome di Nikolaus Linck, a quell'epoca sacerdote a Owingen e Urnau, sulla sponda settentrionale del lago di Costanza. Sui fogli originariamente liberi del primo e dell'ultimo fascicolo sono stati aggiunti da mani successive ulteriori testi mistici, tra cui un sermone tramandato unicamente in questo manoscritto e in precedenza attribuito a Meister Eckhart (cc. 1v-6v), un canto spirituale di Heinrich Laufenberg del circolo dei «Gottesfreunde» (cc. 6v-7v) e la leggenda in rima «Das zwölfjährige Mönchlein» (cc. 139r-148r). Il volume, in corsiva libraria, presenta delle lombarde rosse di due o tre righe all'inizio dei capitoli. Eichenberger data la mano che copia il supplemento A al terzo quarto del XV secolo; nel caso della mano del supplemento B riconosce analogie con il manoscritto Colmar, Bibliothèque de la ville, Ms. 305, proveniente dall'atelier di Diebold Lauber e databile al 1459.
Online dal: 14.12.2022
Il manoscritto cartaceo di grande formato, con la traduzione in tedesco del commento ai Salmi (Postilla super Psalterium) del francescano Niccolò di Lira, fu donato alla Stadtbibliothek nel 1646 da Sebastian Grübel (nota di donazione f. 2r). Contrariamente a quanto finora ritenuto, non fu Heinrich von Mügeln il responsabile della traduzione, ma un anonimo cui è stato attribuito il nome di «Österreichischer Bibelübersetzer», considerato anche l'autore del «Klosterneuburger Evangelienwerk» (cfr. Stadtbibliothek Schaffhausen, Gen. 8). Il manoscritto, scritto in alemanno alto nord-orientale, è stato probabilmente redatto nel terzo quarto del XV secolo nella Germania sud-occidentale da almeno due mani in una libraria corsiva. La decorazione si limita a delle lombarde rosse, in parte con filigrana (f. 178v), e a un'iniziale di cinque righe con foglie e fiori verdi (f. 2r).
Online dal: 14.12.2022
Il manoscritto, che comprende 182 fogli, può essere datato all'ultimo quarto del XV secolo e localmente collocato nella zona tra Ulm e Memmingen (livello linguistico svevo). È rilegato in pelle su di piatti in legno con gancio di chiusura, realizzato da un legatore che lavorava a Memmingen. I tre trattati provengono dal campo della farmacologia/scienza medica: il «Büchlein der Ordnung der Pestilenz» (2r-47v) di Heinrich Steinhöwel la Ulmer Wundarznei (50r-144r) e il «Von den gebrannten Wässern» di Michael Puff (147r-179v). Il testo è completato da disegni degli apparecchi (96v, 97r, 98v, 99r, 148v). Magnus Bengger (come si identifica a c. 179v), è da considerarsi lo scriba. Ha copiato anche il manoscritto Schaffhausen Gen. 9, che contiene anche opere mediche, e che utilizza una corsiva libraria. In diversi punti, da singole lettere nella prima riga di ogni lettera nascono delle drôleries sotto forma di volti (per es. 45v, 50r). I titoli dei capitoli, le iniziali che introducono un capitolo, i puntini a metà altezza e singole parole – per lo più latine – nel testo, sono di solito rubricate. Lessemi introduttivi sono invece sovente introdotti da iniziali in rosso. Il carattere di libro di medicina casalingo, il cui testo può essere integrato da prescrizioni proprie, è evidenziato dalla presenza di aggiunte di altre quattro mani (prevalentemente tra, o dopo, i trattati, per es. 48r, 145r, 180r).
Online dal: 04.10.2018
Prima parte di un breviario ad uso francescano, nella bibliografia in precedenza indicato anche come Horae canonicae, forse destinato ad una clarissa. Scritto nel 1459 su di pergamena di ottima qualità dal famoso copista Johannes Frauenlob. Gli stemmi delle famiglie Schatz e Guldinast di Costanza permettono di trarre delle conclusioni a proposito dei committenti. La ricca decorazione è costituita da iniziali su fondo dorato, iniziali filigranate e decorazione marginale. Presenta 30 iniziali figurate e istoriate realizzate da due artisti stilisticamente chiaramente distinguibili, dei quale il primo si mette in evidenza per la sua maestria, come scrive Bernd Konrad: «Der mit zahllosen Farbpunkten vorgenommene Farbauftrag, die heitere Rankenmalerei […] und auch das geschärfte Verständnis für Fernwirkung bei Landschaftsdarstellungen sind beinahe einzigartig für diese Zeit in der Bodenseemalerei.»
Online dal: 19.12.2011
Seconda parte di un breviario ad uso francescano, nella bibliografia in precedenza indicato anche come Horae canonicae, forse destinato ad una clarissa. Scritto nel 1459 su di pergamena di ottima qualità dal famoso copista Johannes Frauenlob. La ricca decorazione è costituita da iniziali su fondo dorato, iniziali filigranate e decorazione marginale. Presenta 12 iniziali figurate e istoriate realizzate da due artisti stilisticamente chiaramente distinguibili, del quale il primo si mette in evidenza per la sua maestria. Insieme al suo pendant Min. 98 il codice appartiene, come scrive Bernd Konrad: «zu den schönsten Büchern des 15. Jahrhunderts am Bodensee».
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto cartaceo contiene le trascrizioni di 70 atti notarili che hanno una relazione con la città di Bollène nel dipartimento della Francia del sud di Vaucluse. L'argomento principale è costituito dai magli. – Il manoscritto è stato acquisito nel 1955 a Parigi.
Online dal: 08.10.2015
Messale preceduto da un calendario della diocesi di Sion. La decorazione è costituita da iniziali filigranate all'inizio delle feste più importanti (per es. 8r, 14v, 82r, 92r), e da una rozza immagine del Crocifisso nel Canon della Messa (101r). Thomas Züren di Unterwassern, uno dei tre copisti, dichiara nel colophon (193vb) che il volume è stato fatto allestire da Clemens de Ulrichen per l'altare della Madonna in Aragno (Ernen).
Online dal: 13.10.2016
L'imponente graduale comprende il santorale, il comune dei santi, le messe votive e un kyriale. E' all'uso dei Frati Minori, come testimonia la presenza delle feste dei due santi più importanti dell'ordine, s. Francesco d'Assisi e s. Antonio da Padova. Allo stesso modo la prima delle otto iniziali ornate (c. 1r, 7v, 29r, 32r, 34v, 43r, 46v, 121v) conferma l'uso francescano: il D(ominus secus mare) contiene il nome di Gesù sotto forma di trigramma «yhs» circondato da raggi di sole, che è l'attributo del predicatore francescano s. Bernardino da Siena (1388-1440). Le belle iniziale campite su di un fondo d'oro brunito si prolungano con dei lunghi margini cespugliosi composti da foglie e fiori multicolori, con gruppi di pallini dorati raggiati, nei quali appaiono talvolta degli uccelli e delle farfalle (c. 1r, 34v, 46v). La provenienza del manoscritto è completamente sconosciuta. Tutt'al più si può associarlo ad un secondo codice dell'Archivio di Stato del Vallese, l'antifonario francescano AVL 507, dal momento che sono stati rilegati nella stessa bottega nel XVIII secolo, indice di una probabile proprietà comune; la legatura è stata in seguito restaurata da Andrea Giovannini (1989).
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto delle Six âges du monde, realizzato in Francia alla fine del XIV o all'inizio del XV secolo, appare dalla fine del medioevo in una delle più importanti biblioteche vallesane, quella della famiglia Supersaxo, oggi conservata nella Médiathèque Valais-Sion e (per quanto riguarda questo manoscritto) negli Archivi di Stato del Vallese a Sion. L'opera è importante per più ragioni. Da una parte, si presenta nella inusuale forma di un rotolo, formato solitamente riservato, tra gli altri, al genere della cronaca universale al quale appartiene. Dall'altro è attraversato, in tutta la sua lunghezza di otto metri, da un complesso albero genealogico che illustra la successione da Adamo alla Natività di Cristo. Accompagnano questo imponente dispositivo grafico numerosi disegni che decorano le colonne ed il cui stile ricorda delle opere parigine. Inoltre questo esemplare non è unico, poiché la Biblioteca di Reims possiede un esemplare analogo (ms. 61), illustrato certamente dalla stessa mano.
Online dal: 22.03.2017
Questo Missale Speciale Sedunense è stato scritto nel 1439 per il vescovo di Sion Gugliemo di Rarogne († 1451) da Giovanni Thieboudi. Oltre al calendario, il codice pergamenaceo contiene il Proprium de tempore, l' Ordo et canon missae, il Commune sanctorum, il Proprium de sanctis (Ilario fino a Tommaso apostolo) e le Missae pro defunctis. In un'appendice si trovano inoltre tre messe votive.
Online dal: 21.12.2010
Il manoscritto è il testimone unico del trattato di cucina redatto da Maître Chiquart, cuoco del primo duca di Savoia, Amedeo VIII (1383-1451); il testo venne dettato dall'autore a Jehan de Dudens, copista e notaio di Annecy. Il manoscritto contiene inoltre la descrizione di due banchetti organizzati alla corte del duca di Savoia; seguono alcune sentenze, note etimologiche e glosse. Il testo apparteneva alla biblioteca del vescovo Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georges (ca. 1450-1529).
Online dal: 04.11.2010