Il «Libro bianco di Sarnen» venne scritto dal cancelliere di Obwaldo Hans Schriber (1436-1478). Viene chiamato «Libro bianco» perchè originariamente conservato in una rilegatura di pelle di maiale di colore biancastro. Contiene le trascrizioni dei privilegi, dei patto e delle più importanti decisioni del tribunale arbitrale della Landsgemeinde dal 1316, e venne scritto nella sua parte principale negli anni 1470/71. Quale importante libro di copia della cancelleria di Obwaldo del tardo medioevo viene ancora oggi conservato nell'Archivio di Stato. Il libro è soprattutto famoso perchè contiene la più antica descrizione della leggenda della fondazione della Confederazione, su solamente 25 pagine (p. 441-465). Qui viene raccontata la storia di Guglielmo Tell e del famoso tiro alla mela: («Libro bianco», p. 447: Nu was der Tall gar ein güt Schütz er hat oüch hübsche kind die beschigt der herre zü imm / vnd twang den Tallen mit sinen knechten / das der Tall eim sim kind ein öpfel ab dem höupt müst schiessen …).
Online dal: 22.03.2012
Antifonario con notazione musicale il cui testo corrisponde all'Ordinario di Sion. Contiene la parte invernale del Proprium de tempore e, quale appendice, l'Officium Defunctorum. Fa parte di un manoscritto pergamenaceo scritto in due parti probabilmente nel 1347, dalla stessa mano che ha redatto anche il Codice Ms. 2, ed appartiene all'Archivio del capitolo della cattedrale di Sion.
Online dal: 21.12.2010
Della stessa mano che ha scritto il Codice Ms. 1 dell'Archivio del capitolo della cattedrale di Sion, questo mansocritto con notazione musicale risale al 1347. Contiene l'Officium visitationes BMV, il Proprium de sanctis (da Andrea a Caterina), il Commune sanctorum e – aggiunto in un secondo tempo – altri brevi testi. Il testo, così come quello del Proprium de tempore contenuto nel Codex Ms. 1, corrisponde all'Ordinario di Sion.
Online dal: 21.12.2010
Il graduale ad uso francescano è stato realizzato intorno al 1320-1330 in uno scriptorium altorenano. Proviene dal convento francescano di Soletta dove rimase in uso fino nel sec. XVIII.
Online dal: 21.12.2009
Negli anni 1529-1531 l'umanista, riformatore e politico Joachim Vadiano ha redatto una storia del monastero e della città di S. Gallo nel medioevo e tardo medioevo (1199-1491) che ricevette il titolo di Grössere Chronik der Äbte. Vadiano vi descrisse il cambiamento dal nucleo incentrato intorno al monastero verso una città libera imperiale sicura di sè, arricchitasi con il commercio dei tessili. L'opera storica è nello stesso tempo un vivace e riformatore scritto polemico che condanna apertamente, e spesso commenta in maniera pungente, il progressivo processo di corruzione dei dignitari e delle istituzioni ecclesiastiche, soprattutto dell'abate e del monastero di S. Gallo, a partire dalla guerra delle investiture.
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto, un autografo, oggi noto come «Kleinere Chronik der Äbte von St. Gallen» (Cronaca minore degli abati di San Gallo), descrive la storia del monastero di San Gallo dai suoi inizi sotto l'abate Othmar intorno al 720, fino al 1532, cioè fino al periodo della Riforma. Il tema iniziale è dapprima la storia del monastero, a partire dal XIII secolo appare anche la città di San Gallo, che riuscì ad imporre la sua indipendenza e la Riforma.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto, un autografo, comprende la descrizione storico-topografica del «Turgöuw» rispettivamente della Svizzera orientale (pp. 1-3) e dell'«Oberbodensee» (pp. 201-227), ovvero i villaggi e le zone della riva settentrionale (da Bregenz a Überlingen) e meridionale (da Rheineck a Kreuzlingen), oltre a una panoramica storica dell'evoluzione del sistema monastico, delle istituzioni ecclesiastiche e del loro processo di decadenza (pp. 3-138), una storia di san Gallo e del monastero di San Gallo (pp. 138-193) e la storia degli imperatori romani da Giulio Cesare a Caligola (pp. 229-323).
Online dal: 14.12.2018
Nelle opere De arithmetica e De institutione musica Boezio trasmise ai medievali la matematica greca e la teoria della musica. Databile al XII secolo, tale codice presenta miniature schematiche policromatiche, realizzate con particolare cura.
Online dal: 20.05.2009
Bibbia tascabile completa, riccamente miniata, databile al terzo quarto del XIII. I Vangeli combinano le nuove numerazioni dei capitoli del XIII secolo con la precedente, eusebiana. La sezione dei Salmi include versioni galliche affiancate dalla versione latina di Girolamo;contiene anche iniziali miniate accompagnate da “drôleries”.
Online dal: 20.05.2009
«Historienbibel» in due volumi di grande formato, completamente miniato, nello stile artistico caratteristico dell'atelier di Diebold Lauber ad Hagenau. La sua presenza è attestata a Costanza nel terzo quarto del XV secolo. Alcune sue imperfezioni furono riparate a San Gallo nei primi anni del XVII secolo: è uno tra i primi impegni di conservazione libraria che vennero intrapresi a San Gallo.
Online dal: 20.05.2009
«Historienbibel» in due volumi di grande formato, completamente miniato nello stile artistico caratteristico dell'atelier di Diebold Lauber ad Hagenau. La sua presenza è attestata a Costanza nel terzo quarto del XV secolo. Alcune sue imperfezioni furono riparate a San Gallo nei primi anni del XVII secolo: è uno tra i primi impegni di conservazione libraria che vennero intrapresi a San Gallo.
Online dal: 20.05.2009
Il Liber viventium Fabariensis è certamente la più importante opera rimasta della miniatura retica. Il codice venne in origine trascritto come un evangelistario e riccamente decorato con iniziali, arcate dei canoni e raffigurazioni a piena pagina dei simboli dei quattro evangelisti. Fin dall'830 negli spazi liberi delle arcate dei canoni vennero aggiunte liste delle comunità monastiche affratellate così come i nomi di benefattori sia vivi che morti del monastero. Oltre al suo ruolo di evangelistario, di libro per le commemorazioni e libro delle confraternite, il Liber viventium servì più tardi anche come cartolario ed elenco del tesoro del monastero di Pfäfers. A causa del valore giuridico che il Liber viventium ancora oggi riveste, il volume si trova in possesso del patrimonio archivistico del monastero di Pfäfers.
Online dal: 02.06.2010
Il Liber Aureus, il Libro d'oro di Pfäfers, fu allestito come evangelistario intorno al 1080-1090 e fu ornato con rappresentazioni artistiche dei quattro evangelisti. A partire dal XIV secolo, gli spazi lasciati liberi tra le letture furono utilizzati per trascrivervi sentenze giudiziali.
Online dal: 02.06.2010
Il breviario può essere assegnato all'ordine dei Celestini per la rubrica presente a c. 122r. Secondo le annotazioni dell'autore sulle cc. 211v, 271v e 319v, è stato scritto da un frate Johannes Mouret di Amiens. Il codice, che presenta una minuscola calligrafia, è decorato da numerose e fini iniziali filigranate, oltre che da piccoli disegni a penna di volti e draghi nei margini.
Online dal: 18.06.2020
A detta della copista, il manoscritto proviene originariamente dal convento domenicano di Santa Caterina di San Gallo, più tardi Wil, e contiene un ciclo di preghiere e meditazioni per l'anno liturgico, che iniziano dal periodo dell'Avvento e, passando per il Natale, la Pasqua e la Pentecoste, arrivano fino all'Assunzione. Vi si trovano inframezzati tra gli altri la visione sulla nascita di Cristo di Santa Brigida di Svezia e un rosario. Uno dei copisti presenti in questo manoscritto ha vergato l'intero analogo manoscritto Cod. Sang. 509.
Online dal: 04.10.2018
Lezionario per le feste dei santi, scritto su incarico del principe abate Franz Gaisberg (1504-1529), almeno in parte dal bibliotecario di S. Gallo Anton Vogt (intorno al 1486-1529). La decorazione (tralci con fiori e animali, numerose iniziali decorate, tra le quali sei figurate) è opera del miniatore Nikolaus Bertschi di Augusta. Precede il lezionario (f. 1r-130r) un calendario (f. Ir-Xv), al quale fanno seguito (f. 130v-146r) delle letture per la commemoratio dei santi sangallesi e di Maria, così come le collette in occasione delle feste dei santi.
Online dal: 23.06.2014
Databile agli anni dell'abate Werdo (784-812): contiene biografie di antichi santi romani.
Online dal: 14.09.2005
Manoscritto composito scritto probabilmente nell'abbazia di S. Gallo intorno all''800. Contiene tra gli altri le vite dei padri del deserto Antonio (composta da Atanasio), Paolo, Ilarione e Malco (tutte composte da Gerolamo), 12 omelie di Cesario di Arles e il testo De correctione rusticorum di Martino di Braga (Bracara).
Online dal: 21.12.2009
Il più antico testimone esistente della biografia dei santi Gallo e Otmaro nella versione di Valafrido Strabone, databile alla fine del IX secolo.
Online dal: 12.06.2006
Il volume è stato vergato da vari copisti nel XIV secolo. Il suo contenuto doveva essere molto più ampio, oppure oggi non è più conservato nella sua interezza. Un indice a p. 3, e un foglietto incollato sulla coperta anteriore con una lista più tarda, elencano sette parti, di cui non ne restano che quattro: estratti dalle vite dei Padri del deserto in due parti (pp. 3-28 e 28-53), dalla vita di s. Benedetto di Gregorio Magno (pp. 53-79) e dal Purgatorium Patricii (pp. 80-91). Alle pp. 92-95 si trova un indice di queste quattro parti. Seguono due prediche di papa Innocenzo III (pp. 96-111) e altri brani di sermoni (pp. 111-114). I fogli di guardia pergamenacei contengono numerose e diverse annotazioni e note di possesso del XIV e XV secolo. Secondo queste, il libro apparteneva nel XV secolo alla cappella del lebbrosario di S. Gallo. La legatura medievale in mezza pelle è stata riutilizzata nel XVII secolo, al momento della realizzazione di una nuova.
Online dal: 22.09.2022
Codice miscellaneo del XV secolo proveniente dal monastero domenicano di S. Caterina, a San Gallo. Risultante dall'assemblamento di cinque fascicoli, il codice – in tedesco –, tramanda un trattato sulla Passione di Cristo («Vierzig Myrrhenbüschel vom Leiden Christi»), la storia della fondazione del monastero domenicano di St. Katharinental, nei pressi di Diessenhofen, il «Diessenhofener Schwesternbuch» e il «Tösser Schwesternbuch», le leggende dei santi Elisabetta e Margherita d'Ungheria, Ida di Toggenburg e Ludovico di Tolosa. Contiene anche un breve estratto tratto dal Liber specialis gratiae di Matilde di Hackeborn in traduzione tedesca.
Online dal: 12.12.2006
Il manoscritto contiene alle pp. 3-95 la cronaca dei papi di Martino di Troppau († dopo il 1278). La cronaca arriva fino a Bonifacio VIII; una mano più tarda ha aggiunto alla fine i nomi dei cinque papi successivi. Seguono delle prediche per le feste dei santi (pp. 96-206) e poi, alle pp. 207-224, estratti dalla cronaca degli imperatori di Martino di Troppau, con una continuazione anonima fino a Enrico IX [VII] (1313). All'inizio è rilegato il frammento di un trattato ascetico del XIV secolo (pp. 1a-2b). La decorazione si limita a semplici iniziali filigranate (pp. 105, 107, 184).
Online dal: 18.06.2020
Copia del Romanzo di Alessandro di Johannes Hartlieb (1468), medico, traduttore e poeta monacense. Si tratta dell'esemplare che Hartlieb nel 1454 commissionò per la trascrizione in scrittura bastarda al calligrafo Johannes Frauendorfer di Thierenstein per il principe Albrecht III di Baviera (1451-1460) e per la sua sposa Anna di Braunschweig. Il manoscritto è illustrato con 45 iniziali a colori, di grandezza variabile da sei a tredici linee, probabilmente della mano del miniatore bavarese Hans Rot, con un gran numero di file di foglie di acanto, semplici o in meandro, tra le quali scorrazzano diversi animali e si lasciano ben riconoscere dei fiori locali. Il Romanzo di Alessandro fu fino nel 1500 uno dei più celebri romanzi in prosa in lingua tedesca.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto contiene la Historia Regum Britannie di Geoffrey of Monmouth (circa 1100-1154) (pp. 3-121, Incipit Prologus in brittannicam hystoriam); estratti dai Collectanea rerum memorabilium di Solino (pp. 122-128) e la Epistola presbiteri Johannis, la cosiddetta lettera del Prete Gianni (pp. 128-130), tutti in latino. Il volume è menzionato nel catalogo della biblioteca del 1461.
Online dal: 23.06.2014
Trascrizione della Historia Longobardorum (Storia dei Longobardi) del monaco e scrittore longobardo attivo a Montecassino Paolo Diacono († 797/799) molto importante dal punto di vista della storia del testo. Il codice è stato scritto da varie mani intorno all'800 nell'Italia del nord, forse a Verona. Il volume si trovava già nel sec. IX nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012
Testimone del XII secolo, tra i primi (se non addirittura il primo), di prim'ordine dal punto di vista storico-testuale, del Decretum di Graziano. Contrariamente alla versione diffusasi in seguito, che include 101 Distinctiones (I parte), 36 Causae (II parte) e il De consecratione (III parte), per un ammontare complessivo di circa 4000 Canones, il Decretum tràdito da questo codice consiste solo di 33 Causae e circa 1000 Canones. La numerazione tuttavia è stata in breve tempo adattata alla divisione, comunemente adottata in seguito, tra le 36 Causae e le Distinctiones che precedono. Alcune parti del testo non compaiono nelle versioni successive. Precede il Decretum una collezione estremamente eterogenea di estratti.
Online dal: 12.12.2006
Il manoscritto, nuovamente rilegato nel XVII o XVIII secolo, contiene nella prima parte un commento al secondo libro delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra). La seconda parte del manoscritto è costituita da due soli fascicoli con un commento al titulum 26 dello stesso libro delle Decretali. Il manoscritto appartenne al monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495), che aveva studiato diritto canonico all'Università di Pavia nel 1474-1476. Egli stesso ha scritto il commento nella prima parte del manoscritto.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto pergamenaceo contiene le Institutiones Iustiniani (pp. 3a-91a), cioè il testo di diritto romano scritto all'epoca dell'imperatore romano d'Oriente Giustiniano nel 533, e i Libri feudorum (pp. 91b-125b), cioè il diritto feudale longobardo, ciascuno dei due con la Glossa ordinaria, l'apparato standard di Accursio. I testi, e le glosse che li racchiudono, sono stati scritti probabilmente in Francia nel XIV secolo. Secondo le annotazioni del giurista Johannes Bischoff († 1495), conventuale del monastero di S. Gallo, il manoscritto si trovava in questo monastero al più tardi dall'ultimo quarto del XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto in pergamena contiene essenzialmente i riassunti della maggior parte del Corpus iuris civilis, ossia i libri 1-9 del Codex, delle Istituzioni e dei Digesti. Questi riassunti, simili a libri per l'insegnamento, sono in gran parte attribuiti al giurista bolognese Azzone da Bologna († 1220). Il manoscritto, prodotto nell'Italia settentrionale nel XIII o XIV secolo, presenta all'inizio di p. 7a due iniziali più grandi a colori, di cui una con un drago, e in seguito numerose iniziali più piccole filigranate.
Online dal: 25.04.2023
Il tema principale trattato in questo volume composito in latino e tedesco è quello dei sermoni. Si compone di cinque parti di diverso formato (parte I: pp. 5-48; parte II: pp. 49-84; parte III: pp. 85-108; parte IV: pp. 109-144; parte V: pp. 145-156), scritte da mani diverse in minuscola gotica di vari moduli. Sono state identificate le seguenti opere: la prima parte contiene i sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona, ovvero quattro Sermones de dominicis (pp. 5-17) a piena pagina e, su due colonne, un altro Sermo de dominicis, cinque Sermones de sanctis e un Sermo ad religiosos (pp. 21a-28b). La seconda parte inizia con il sermone su Io 18,1 Quando hominem... (pp. 49a-67b, Hamesse 25446). La terza parte contiene cinque sermoni in latino e tedesco con una preghiera per un papa Benedetto (pp. 98-108). La successiva quarta parte presenta il Dialogus Beatae Mariae et Anselmi de passione Domini (pp. 109-124), attribuito nel medioevo all'arcivescovo Anselmo di Canterbury. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo presenta una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde, di cui sono ancora visibili solo gli inizi. L'indice di Pius Kolb è stato completato da Ildefons von Arx (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Il primo fascicolo contiene vari testi, scritti in maniera non regolare (pp. 5-20). Dopo un breve testo a piena pagina, De excommunicatione (p. 22), si trova il De audienda confessione di Jean Gerson (pp. 23a-70a). Seguono le due opere attribuite nel medioevo ad Agostino, De spiritu et anima (cap. I-XXXIII alle pp. 70a-92b) e Speculum (pp. 92b-109b), il De gratia et libero arbitrio di Bernardo di Chiaravalle (pp. 110a-138a), il De compositione hominis exterioris di Bonaventura con il titolo Speculum monachorum (pp. 139a-154a) e il De quattuor virtutibus cardinalibus di Lucio Anneo Seneca (pp. 154a-166b). Le pp. 23a-109b sono scritte in textualis su due colonne con rubriche in rosso, alternanza di iniziali filigranate rosse e blu e segni di paragrafo. Alle pp. 110a-166b l'inchiostro rosso è stato utilizzato solo per le scritture distintive. Tra le pagine 6 e 7 è incollato un foglietto con annotazioni. Le distinctiones sono spesso raffigurate graficamente nel margine inferiore (pp. 30-34, 72-76, 82-85, 111, 113, 121). Nello specchio di scrittura della colonna ‚a' di p. 138 è iscritta una tavola con cifre, e nella colonna ‚b' vi è una prova di penna (ANNO con ghirigori). Sono presenti numerosi commenti marginali. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo ha una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde. L'indice è di Pius Kolb (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
La Regola di S. Benedetto in latino e antico alto-tedesco; uno dei più antichi monumenti dell'antico alto-tedesco.
Online dal: 14.09.2005
Il manoscritto contiene tre voluminosi trattati in lingua tedesca. All'inizio si trova la vita dell'arcivescovo Johannes di Alessandria (pp. 5−83), redatta da Atanasio bibliotecario. Seguono il trattato edificatorio Die vierundzwanzig Alten oder der goldene Thron der minnenden Seele di Otto von Passau (pp. 87−544) e la leggenda dei tre Magi Historia trium regum) di Johannes von Hildesheim (p. 546−602). Il trattato di Otto di Passau è illustrato con 25 disegni a penna colorati e incorniciati in rosso della larghezza della colonna. La leggenda dei tre magi inizia con una miniatura a piena pagina (p. 546) che mostra i tre magi in visita a Gesù Bambino. Il copista e gli illustratori di questo codice, creato probabilmente nell'ambiente della comunità dei frati conversi di S. Gallo, sono sconosciuti; le caratteristiche stilistiche ricordano la miniatura di Costanza di Rudolf Stahel. Il manoscritto è datato in tre diversi punti all'anno 1454 (p. 93 quale iscrizione nell'immagine; p. 544; p. 602). Nel XV secolo si trovava in possesso dei frati conversi (che non conoscevano il latino) del monastero di S. Gallo; nel 1618 si trovava ancora nella biblioteca della casa dei fratelli conversi. Al più tardi nel 1755 la sua presenza è attestata nella biblioteca principale del monastero di S. Gallo.
Online dal: 25.06.2015
La maggior parte di questo manoscritto è costituita da sermoni copiati su due colonne da diversi scribi (pp. 1-144). Le singole omelie sono talvolta introdotte da rubriche e piccole iniziali, alternativamente blu o rosse con filigrana. L'ultima parte (pp. 145-157), di dimensioni più ridotte (19 x 17 cm) e copiata per la maggior parte su una sola colonna, contiene versi leonini e detti versificati. In possesso della biblioteca dell'abbazia di S. Gallo almeno dalla metà del XVI secolo (si veda il timbro dell'abate Diethelm Blarer a p. 120), il manoscritto è stato nuovamente rilegato nel XVIII-XIX secolo in pergamena bianca incollata su cartone, con lacci di seta verde.
Online dal: 22.09.2022
Il volume in pergamena (pp. 5-162) contiene alle pp. 8-162 una raccolta di sermoni latini per le feste dell'anno ecclesiastico (Temporale e Santorale) in una piccola gotica minuscola del XIII secolo. A p. 7 in alto c'è una tabella con lettere greche come segni numerici e in basso un incipit in maiuscole rosse, in parte coperto dal timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. Un foglio singolo (p. 5/6), probabilmente aggiunto nella seconda metà del XIV secolo, contiene un indice dei sermoni fino all'Assunzione. La raccolta inizia con le prediche per l'Avvento (p. 8) e continua fino all'Esaltazione della Croce (p. 109) e all'Assunzione (p. 112). Seguono altri sermoni, tra cui alcuni Ad populum (p. 157, 162), prima che il testo si interrompa alla fine di p. 162. Le prediche sono solitamente introdotte da un'iniziale decorativa di due o tre righe in rosso, blu e verde. La legatura, così come le carte di guardia cartacee (pp. 1-4, 163-190), risale probabilmente alla fine del XVII o al XVIII secolo.
Online dal: 25.04.2023
Copia letterale dei libri I-III del compendio dell'alchimia, Aureum Vellus oder Guldin Schatz und Kunstkammer stampato nel 1598/99 da Georg Straub a Rorschach. Le xilografie della terza parte (Splendor Solis, pp. 219-270) sono costituite da acquerelli colorati e sono stati copiati, tranne qualche eccezione, esattamente dalla edizione a stampa. Un disegno diluito a penna a p. 116 rappresenta Paracelso.
Online dal: 14.12.2018
Parte invernale di un antifonario di grande formato, scritto e decorato da p. David Schaller (1581-1636). La parte estiva si trova nel Cod. Sang. 1769. All'inizio si trova un calendario da gennaio fino ad aprile, e dicembre (pp. 4-8), infine il Proprium de tempore (pp. 9–285), il Proprium de sanctis (pp. 291–377) e il Commune sanctorum (pp. 387–451). Frontespizio con miniatura a piena pagina raffigurante la Lactatio sancti Bernardi nel terzo superiore, Gallo e Otmaro nel terzo inferiore, che affiancano lo stemma della abbazia di San Gallo sotto l'abate Bernhard Müller (1594-1630). Alcune grandi iniziali in foglia d'oro su fondo colorato e decorato con racemi, e bordure nel margine (pp. 9, 63, 109, 244, 291, 345 e 387). Le melodie sono scritte in notazione quadrata su cinque linee.
Online dal: 12.12.2019
Parte estiva di un antifonario di grande formato, scritto e decorato da p. David Schaller (1581-1636). La parte invernale si trova nel Cod. Sang. 1768. All'inizio si trova un calendario da aprile fino a novembre (pp. A-6), infine il Proprium de tempore (pp. 7–191), il Proprium de sanctis (pp. 195–425), il Commune sanctorum (p. 429–495) e antifone per compieta (pp. 497–499). Su due fogli di carta allegati due responsori (p. 501, 503). La decorazione si limita a delle lombarde con arabeschi. Le melodie sono scritte in notazione quadrata su cinque linee.
Online dal: 12.12.2019
Questo martirologio-inventario della chiesa di S. Stefano di Torre in Valle di Blenio (Ticino) venne allestito nel 1639, su incarico dei vicini di Torre e Grumo, per sostituire l' esemplare del 1569 non più aggiornato. Contiene una descrizione dell'antica chiesa di S. Stefano prima del rifacimento barocco, l'inventario dei mobili, paramenti e oreficerie della stessa, l'elenco degli annuali, cioè delle celebrazioni annuali dell'anniversario di morte dei defunti della chiesa, e dei redditi della chiesa. Il volume è introdotto da un disegno, in parte dorato, raffigurante il patrono della chiesa, s. Stefano.
Online dal: 13.12.2013
Questo Libro d'ore è stato realizzato secondo l'uso delle Horae parigine. Ne differisce nella sua serie, più ricca e qualitativamente più condensata, di illustrazioni: ognuna delle selezioni dei passi dei Vangeli è accompagnata da un ritratto del suo autore e l'Ufficio mariano da un ciclo completo sull'infanzia di Gesù. La ricezione, passata attraverso diverse fasi intermediarie, degli originali realizzati dal noto miniatore parigino rivela numerose incomprensioni o revisioni intenzionali. Nella loro piattezza, l'audace combinazione dei colori e le estreme diminuzioni prospettive si presentano, all'occhio contemporaneo, abituato alle moderne norme di estetica, come immagini espressive e originali. Il committente dell'opera è sconosciuto.
Online dal: 08.06.2009
Libro d'ore all'uso di Roma con calendario in francese. Le miniature sono incorniciate da cornici popolate di piante eseguite con grande precisione botanica. Costituisce un esempio completo dell'epoca tarda della illustrazione dei libri d'ore francesi. E' stato miniato da un importante maestro di questa fase finale della miniatura francese, influenzato dal Maestro di Claude de France e da identificare nell'appena riconosciuto Maestro del Boezio Lallemant. Nelle piccole immagini dei margini gareggia con Jean Bourdichon, che ha introdotto l'ornamentazione vegetale realistica nella decorazione marginale nelle Grandes Heures di Anna di Bretagna e in altri capolavori, ma si orienta anche alla miniatura fiamminga dell'epoca. Sul f. 1r si legge il nome di Agnès le Dieu, proprietaria del codice nel 1605.
Online dal: 20.12.2012
Libro d'ore all'uso di Roma con calendario all'uso di Poitiers. Tutte le miniature principali sono opera del Maestro di Poitiers 30, il cui nome deriva da due sue miniature eseguite in un messale ad uso di Poitiers conservato nella locale biblioteca, e che prima era conosciuto col nome di Maestro di Adelaide di Savoia, per la quale aveva miniato il Libro d'ore Ms. 76 del Musée Condé di Chantilly. Appartenente alla cerchia del Maestro di Jouvenel des Ursins, fu per lo più attivo a Poitiers, dove influenzò la tarda miniatura locale.
Online dal: 20.12.2012
Libro d'ore in latino con calendario contenente una scelta di santi di Parigi ed alcune preghiere in francese. Le tavole sulle feste mobili alla fine del codice iniziano con l'anno 1460, data da ritenere quella nella quale il manoscritto è stato terminato. La maggior parte delle miniature sono state realizzate dal Maestro di Coëtivy, cui si devono probabilmente tutte le composizioni ed i disegni preparatori. La mano di un secondo miniatore, che si propone di identificare con il Maestro di Dreux Budé, si distingue nei volti di Maria nella miniatura con la Nascita di Gesù (f. 83v), nella Adorazione dei Magi (f. 92v) e nella Incoronazione della Vergine (f. 107r).
Online dal: 20.12.2012
Alla decorazione di questo Libro d'ore hanno collaborato vari miniatori. Tra questi alcune semplici miniature sono opera di un artista cresciuto nella cerchia del Maestro di Giovanni di Borgogna, mentre molti volti di Maria sono stati integrati dal Maestro di Margherita di Orléans, un notevole artista attivo intorno al 1430. Il codice appartenne nel XV sec. a Guillaume Prevost, come attestano le annotazioni relative a dei battesimi nel «Livre de raison» trascritto al f. 186v.
Online dal: 20.12.2012
Questo Libro d'ore costituisce un regalo dell'editore parigino Anthoine Vérard al re francese Carlo VIII (1470-1498). Il monarca fu uno delle figure più importanti per l'editoria parigina dal 1480. La sua attività di collezionista è strettamente collegata alla produzione a stampa di lusso del libraio ed editore Anthoine Vérard. Soprattutto degne di nota sono i bordi: il margine di ogni foglio è decorato da otto immagini nei quali si susseguono gli avvenimenti del Vecchio e del Nuovo Testamento. Notevole il valore didattico attribuito a questo Libro d'ore, poiché ogni paio di immagini viene commentato con dei versi di spiegazione in francese medio. Questo codice si colloca stilisticamente in stretto contatto con il Cod. 110, realizzato probabilmente anche per il re, dal medesimo artista.
Online dal: 13.10.2016