Pontificale per Johannes Feierabend, dal 1500 al 1508 abate del convento di Muri. Il 12 luglio 1507 il papa Giulio II ha assegnato i pontificali all'abate Johannes Feierabend ed ai suoi successori.
Online dal: 03.11.2009
Parte seconda di una Bibbia in tre tomi (Nuovo Testamento) miniata (di cui sono rimasti i codici MsWettF 1 e MsWettF 2), che probabilmente Rudolf Schwerz, canonico presso il Grossmünster di Zurigo e prevosto ad Altorf, ha lasciato in eredità per testamento al monastero di Wettingen. L'origine della Biblia sacra non è documentata, si suppone che sia stata allestita in ambiente zurighese. L'asportazione di alcune iniziali miniate ha causato delle perdite di testo.
Online dal: 19.12.2011
La storia dei primi secoli del Cristianesimo del Padre della Chiesa greco Eusebio di Cesarea fu tradotta in latino da Rufino d'Aquileia e continuata fino alla fine del IV secolo. In questo manoscritto della seconda metà del XIII secolo, ognuno degli undici libri della storia della chiesa è introdotto da rimarchevoli iniziali policrome.
Online dal: 18.06.2020
Primo volume (temporale) del graduale in due tomi contenente i canti della Messa, che l'abate di Muri Laurentius di Heidegg acquistò dal capitolo di canoniche di Säckingen nel 1532, dopo che gli arredi liturgici ed i libri per la liturgia del monastero di Muri insieme erano andati distrutti nella seconda guerra di Kappel. La grande lettera filigranata all'inizio del codice venne fatta ridipingere dall'abate con il bastone abbaziale, il suo stemma e quello del monastero.
Online dal: 04.10.2018
Secondo volume (sanctorale) del graduale in due tomi contenente i canti della Messa, che l'abate di Muri Laurentius di Heidegg acquistò dal capitolo di canoniche di Säckingen nel 1532, dopo che gli arredi liturgici ed i libri per la liturgia del monastero di Muri insieme erano andati distrutti nella seconda guerra di Kappel. La grande lettera filigranata all'inizio del codice venne fatta ridipingere dall'abate con la mitra, il bastone abbaziale, il suo stemma e quello del monastero.
Online dal: 04.10.2018
Parte di una Bibbia in tre tomi (Genesi-Esdra) miniata (di cui sono rimasti i codici MsWett F1 e MsWettF 2), che probabilmente Rudolf Schwerz, canonico presso il Grossmünster di Zurigo e prevosto ad Altorf, ha lasciato in eredità per testamento al monastero di Wettingen.
Online dal: 04.11.2010
Manoscritto composito della seconda metà del XIV sec. La parte principale contiene la Historia scholastica di Pietro Comestore (1r-235v), completata da vari testi riguardanti la Genealogia di Cristo. Il manoscritto contiene numerose raffigurazioni grafiche e delle iniziali miniate che fanno pensare ad un'origine a Basilea. I molti fori della pergamena sono stati rammendati in maniera artistica con dei ricami. Il codice proviene dal monastero cistercense Maris Stella di Wettingen.
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto chiamato «Evangelia ad Missas» contiene le letture del Vangelo della Messa lungo tutto l'anno secondo la liturgia cistercense. Fu scritto nella seconda metà del XII secolo ed è quindi più antico del monastero cistercense di Wettingen, fondato nel 1227. Non si sa in quale monastero sia stato scritto, e decorato con iniziali con tralci di vari colori.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto, probabilmente eseguito in area germanofona, contiene una Biblia sacra decorata di numerose iniziali su fondo dorato. Inoltre il breve trattato De fructibus carnis et spiritus, attribuito ad Ugo di S. Vittore o a Corrado di Hirsau, corredato da due schemi disegnati. Nel XVI sec. questo manoscritto riccamente illustrato era in possesso di Christoph Silberysen, abate del monastero cistercense di Wettingen.
Online dal: 04.11.2010
Secondo dei tre volumi del cosiddetto Graduale di Wettingen, realizzato a Colonia per un convento di Eremiti Agostiniani e giunto da Zurigo nel monastero cistercense di Wettingen dopo la Riforma. Le iniziali del secondo volume sono opera del Maestro del Graduale il Giovane.
Online dal: 17.12.2015
Terzo dei tre volumi del cosiddetto Graduale di Wettingen, realizzato a Colonia per un convento di Eremiti Agostiniani e giunto da Zurigo nel monastero cistercense di Wettingen dopo la Riforma. Le iniziali del terzo volume sono opera, come quelle del secondo (MsWettFm 2) del Maestro del Graduale il Giovane.
Online dal: 04.11.2010
Il collettario cistercense risale al terzo quarto del XIII secolo. Contiene preghiere liturgiche per tutto l'anno. Il luogo di origine del manoscritto è sconosciuto; diverse note storiche indicano che è stato usato molto presto a Wettingen. Il calendario contiene le giornate commemorative per i fondatori del monastero, e le brevi Notae dedicationum Wettingenses riferiscono della fondazione e dell'arredamento del monastero.
Online dal: 10.12.2020
Ampia raccolta dei più importanti atti e documenti del monastero di Wettingen, scritto da Peter Numagen intorno al 1490. Al prologo ed all'indice fanno seguito leggende sulla fondazione e trascrizioni dei privilegi papali, imperiali e reali. Contiene inoltre i privilegi dell'ordine e trascrizioni di documenti riguardanti diversi affari giuridici in relazione con la proprietà terriera. Decorato con gli stemmi del fondatore, degli abati e dei benefattori
Online dal: 15.04.2010
Il Silbernes Landbuch (Codice del 1585), costituito da 86 fogli pergamenacei, contiene gli ordinamenti dell'intero territorio di Appenzello. Si tratta di un riassunto dei più antichi testi di diritto chee venne integrato in epoca più recente con nuovi ordinamenti. A seguito della divisione del territorio di Appenzello, avvenuta nel 1597, il libro degli ordinamenti passò in proprietà del cantone di Appenzello Interno e rivestì validità fino al sec. XIX. La ricca decorazione, costituita da miniature ed iniziali, indica il grande valore attribuito al volume.
Online dal: 17.12.2015
Questo messale rappresenta il più antico documento finora conservatosi del cantone di Appenzello Interno e si trova in possesso della parrocchia di S. Maurizio di Appenzello. E' probabilmente stato realizzato per una chiesa situata nella diocesi di Costanza ma la sua origine rimane sconosciuta. L'importanza del messale per la storia del territorio di Appenzello è data anche dal fatto che contiene l'unica trascrizione conosciuta del documento di fondazione della parrocchia di Appenzello del 1071. Il volume contiene delle parti separate (calendario, graduale, sequenziario, sacramentario, lezionario). Il calendario è particolarmente ricco di feste di santi, delle quali però nessuna è rubricata come festa di patronato.
Online dal: 17.12.2015
Il libro genealogico del farmacista basileese Emmanuel Ryhiner (1592-1635) permette di lanciare uno sguardo nell'ordinamento farmaceutico del XVII secolo e nelle relazioni del farmacista. Vi si trovano soprattutto detti in ebraico, greco antico, francese e latino di vari autori che si rivolgono a Ryhiner. In parte sono sfarzosamente illustrati. Il foglio del libro genealogico dedicatogli dal suo commilitone Matthaeus Colomanus nel 1612, risale ancora all'epoca degli studi di Ryhiner. L'immagine (242v) di un negozio di farmacista ideale, aperto verso la strada, è stato realizzato dal miniaturista Johann Sixt Ringle. Mostra un farmacista in piedi davanti ad uno scaffale pieno di barattoli colorati che consegna dei medicinali ad una dama.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto di fattura accurata, contiene la prima parte della Summa theologiae di Tommaso d'Aquino, uno dei capolavori del teologo della Scolastica, e proviene dalla biblioteca di Johannes de Lapide, monaco della certosa di Basilea. I fascicoli sono costituiti da una successione di fogli di pergamena e carta che si alternano regolarmente. Il proemio inizia con una pagina decorata con oro, una Q iniziale in foglia d'oro, tralci marginali con fiori e bacche e un intercolumnio decorato.
Online dal: 14.12.2017
Interpretazione in tedesco della Postilla ai Salmi di Niccolò di Lira (morto 1349), realizzata probabilmente ancora nel corso della sua vita. Il commento ai salmi, prima attribuito a Heinrich von Mügeln, è opera di un anonimo non ancora storicamente attestato, il cosiddetto "Österreichischer Bibelübersetzer". Questi traduce il testo di base abbreviandolo e corredandolo di aggiunte. L'esemplare, proveniente dalla biblioteca della certosa di Basilea, è databile alla metà del XV secolo e le sue miniature appartengono al gruppo di Vullenhoe.
Online dal: 20.12.2016
Il manoscritto, di origine sconosciuta e risalente all'inizio del XIII secolo, contiene scritti monastici e canonistici, tra i quali per esempio la regola per il monastero che Benedetto da Norcia aveva emanato nel 529 per il suo monastero a Montecassino, la Regula pastoralis di Gregorio Magno sull'ideale del pastore delle anime (laico) del tardo sec. VI, o la versione breve di una parte del Decretum Gratiani del sec. XII.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto, databile intorno al 1460 e vergato dal notaio e cancelliere di Basilea Jodocus Seyler (1454-1501), contiene le lettere di Paolo nella sequenza canonica, così come la lettera ai Laodicensi apocrifa. La Lettera ai Romani è riccamente glossata, nella prima lettera ai Corinzi si trovano ancora alcune glosse interlineari e poi il processo di commento si interrompe. Delle molte iniziali certamente presenti in origine è rimasta unicamente una figurata.
Online dal: 26.09.2017
Il libello di Giovanni evangelista, proveniente dal monastero delle clarisse di Gnadental, fu completato nel 1493. Il manoscritto contiene testi di e su Giovanni evangelista, tra questi exempla, prediche, sequenze, lezioni e la rivelazione in tedesco. La vita di Giovanni all'inizio del manoscritto è corredata da un ricco ciclo di immagini con scene della leggenda dell'evangelista.
Online dal: 14.12.2017
Volume a carattere devozionale del sec. XV, scritto per la maggior parte dal certosino Johannes Gipsmüller ed in possesso della certosa di Basilea. Sul verso di un foglio pergamenaceo, inserito quale f. 57 nel codice cartaceo, è raffigurata a piena pagina una Crocifissione con Maria e Giovanni. Rappresenta inoltre una rarità una raccolta in latino di citazioni bibliche e di detti in tedesco di Petrus Wolfer che dovevano essere raffigurati attorno ad una rappresentazione della Crocifissione su di una parete della certosa.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto miscellaneo, decorato in modo semplice, proviene dalla certosa di Basilea. Fu scritto da varie mani del XV secolo. Il codice contiene una miniatura; di una seconda rimangono solo i resti di una pagina strappata. In due punti del testo sono state aggiunte note musicali. I testi raccolti nel volume sono quasi esclusivamente delle preghiere. La maggior parte sono abbastanza brevi, a volte non occupano più di mezza pagina del manoscritto di formato ridotto. Alcune preghiere sono in prosa, altre sono in versi.
Online dal: 10.12.2020
Celebre per i ritratti iniziali di Gregorio di Nazianzio e di Elia di Creta, e per il ciclo, unico, di 19 miniature in onore di Gregorio (delle quali 5 sono andate perse), questo codice è notevole anche per il suo contenuto (19 commentari di Elia di Creta, tuttora inediti in greco) e per la storia della sua costituzione. I commentari furono copiati alla fine del XII o all'inizio del XIII secolo, nell'ambito di un progetto che non prevedeva l'inserimento di miniature nel frontespizio. Queste furono in seguito aggiunte, con un prologo, poco tempo dopo il lavoro di copia del testo. Il codice presenta ancora la legatura fatta a Costantinopoli, tra il 1435 ed il 1437, in occasione di un restauro fatto dal domenicano Jean Stojković di Ragusa, suo nuovo proprietario, che lo portò a Basilea nel 1437.
Online dal: 22.06.2017
Il libro delle matricole del rettorato di Basilea, redatto in forma manoscritta dal 1460 al 2000, contiene annotazioni suddivise per semestre e per anno relative ai rispettivi rettori, così come liste degli studenti iscritti, e rappresenta in questo modo una importante fonte per la storia dell'Università di Basilea. Nel primo volume è inoltre ricordata, sotto forma di testo e di immagini, la cerimonia di apertura dell'Università. Notevole è inoltre il ricco apparato decorativo dei primi tre volumi, che si estendono lungo tre secoli e che, esattamente databile data la struttura cronologica dei testi, permettono di documentare in maniera eccezionale lo sviluppo dell'arte della miniatura a Basilea.
Online dal: 21.12.2010
Il libro delle matricole del rettorato di Basilea, redatto in forma manoscritta dal 1460 al 2000, contiene indicazioni suddivise per anno sui rispettivi rettori, così come liste degli studenti iscritti. Si presenta notevole il ricco apparato decorativo dei primi tre volumi, che si estende lungo l'arco di tre secoli e che, data l'organizzazione cronologica del manoscritto, è esattamente databile. Il libro delle matricole costituisce non solo una fonte importante per la storia dell'Università di Basilea, ma documenta in questo modo anche lo sviluppo della miniatura in questa città.
Online dal: 21.12.2010
Il libro delle matricole del rettorato di Basilea, redatto in forma manoscritta dal 1460 al 2000, contiene indicazioni suddivise per anno sui rispettivi rettori, così come liste degli studenti iscritti. Si presenta notevole il ricco apparato decorativo dei primi tre volumi, che si estende lungo l'arco di tre secoli e che, data l'organizzazione cronologica del manoscritto, è esattamente databile. Il libro delle matricole costituisce non solo una fonte importante per la storia dell'Università di Basilea, ma documenta in questo modo anche lo sviluppo della miniatura in questa città.
Online dal: 21.12.2010
Per studiare presso la facoltà di Basilea fondata nel 1460, occorreva iscriversi nella matricola del rettorato, prestare un giuramento di fedeltà ed obbedienza, versare una tassa studentesca e - solo a quel punto l'immatricolazione era valida – iscriversi nella matricola della propria facoltà. La matricola di teologia del 1462-1740 contiene, oltre alle registrazioni fatte dai decani, sia gli statuti antichi che quelli nuovi della facoltà.
Online dal: 20.12.2016
Il volume di matricole della facoltà delle arti contiene, quale parte più antica e originariamente separata, gli statuti della facoltà. Questi vennero rilegati alla fine del XV secolo con un calendario accademico e i nomi, organizzati in due indici, degli studenti e baccalaureati immatricolati dal 1461. Nei fascicoli vuoti previsti sono iscritti coloro che ottennero il titolo di magister e baccalaureatus fino al 1848.
Online dal: 25.06.2015
Il secondo volume della matricola della facoltà di medicina contiene un elenco dei dottorati sostenuti con successo dal 1571 al 1806 e degli studenti iscritti dal 1570 al 1814; vi è aggiunta una panoramica degli esami e delle Disputationes sostenute, così come delle lezioni durante i giorni di canicola. Le registrazioni sono precedute da una miniatura a piena pagina del sigillo della facoltà di medicina dell'Università di Basilea.
Online dal: 20.12.2016
Questo manoscritto greco, risalente principalmente al X secolo, contiene le Epistole di Paolo accompagnate da una serie di commenti. Presenta analogie con i manoscritti del cosiddetto «scriptorium di Efrem» a Costantinopoli. Nel XV secolo, nella stessa città, il legato del Concilio di Basilea, Giovanni di Ragusa, acquistò il codice e lo lasciò in eredità alla sua morte ai domenicani di Basilea. Erasmo lo utilizzò per il testo delle Epistole paoline nella sua prima edizione del Nuovo Testamento in greco (1516). Il tipografo di Erasmo, Johannes Froben, ha lasciato sulle pagine delle sue annotazioni.
Online dal: 26.09.2024
Questo manoscritto, riccamente miniato, è un tetravangelo greco di origine italo-bizantina, copiato nell'VIII o IX secolo in scrittura biblica onciale. Alcuni studiosi hanno paragonato lo stile insolito della sua decorazione in parte all'arte bizantina del periodo iconoclasta, e in parte all'estetica delle chiese e dei manufatti del periodo dell'esarcato bizantino di Ravenna. Nel XV secolo, il legato del Concilio di Basilea, Giovanni di Ragusa, acquistò il codice a Costantinopoli e alla sua morte lo lasciò in eredità ai domenicani di Basilea.
Online dal: 26.09.2024
Questo tetravangelo greco del XII secolo fu acquistato nel XV secolo, forse a Basilea, dal teologo domenicano Giovanni di Ragusa, che alla sua morte lo lasciò in eredità ai domenicani di Basilea. Più tardi, Erasmo lo prese in prestito dai domenicani per utilizzarlo nella sua prima edizione del Nuovo Testamento greco (1516). Nel corso del suo lavoro editoriale l'umanista apportò a margine numerose aggiunte e correzioni al testo. Affidò poi il codice allo stampatore basilese Johannes Froben, che lasciò sulle sue pagine numerose sue annotazioni.
Online dal: 26.09.2024
In questo manoscritto greco del XII secolo contenente il Nuovo Testamento in due parti (senza l'Apocalisse), le Epistole e gli Atti sono sorprendentemente collocati prima dei Vangeli. Magnificamente miniato, questo codice include iniziali che rappresentano gli autori delle lettere del Nuovo Testamento, oltre a una miniatura che mostra Giovanni Evangelista e la discesa di Gesù agli inferi (f. 265v). Nel XV secolo, il legato del Concilio di Basilea, Giovanni di Ragusa, acquistò il codice a Costantinopoli e alla sua morte lo lasciò in eredità ai domenicani di Basilea. Il codice passò nelle mani di Johannes Reuchlin e in quelle di Erasmo per la sua prima edizione del Nuovo Testamento greco (1516).
Online dal: 26.09.2024
Salterio in tedesco, scritto nel 1485 da Johannes Waltpurger, forse ad Augusta. La pagina iniziale decorata con tralci vegetali, con la quale inizia il prologo, si ritrova quasi identica in un manoscritto di Cambridge dello stesso copista. La carta di guardia posteriore, incollata all'interno del piatto, mostra un paesaggio tuffato in una pioggia di sangue. Non è chiaro come il manoscritto sia giunto a Basilea.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto della certosa di Basilea è composto principalmente dalle due opere più note dello storico romano Sallustio, De coniuratione Catilinae e De bello Iugurthino. Contiene inoltre vari testi brevi e frammenti di ben nota (Isidoro, Publilio Siro, Ps.-Serviolo) o di sconosciuta paternità (regole sillabiche, puzzle aritmetici) e il disegno di un labirinto. Contiene numerose glosse interlineari e marginali di varie mani.
Online dal: 14.06.2018
Lo sfarzoso Libro d'Ore fu probabilmente allestito nel terzo quarto del XV secolo nell'Italia del Nord. Lo stile delle miniature e la scelta dei santi da venerare rimandano alla regione intorno a Modena, Este, Ferrara. Nel calendario le iniziali con storie illustrano i dodici mesi, all'inizio degli Uffici ci sono delle pagine decorate con rappresentazioni principalmente della vita di Cristo. Le miniature e le iniziali sono realizzate con pittura a tempera e oro. Il manoscritto giunse nel sec. XX nella biblioteca universitaria dal Kunstmuseum di Basilea.
Online dal: 26.09.2017
Terzo tomo di una bibbia latina composta in origine di quattro volumi, confezionata negli anni 1435-1445 a Basilea. Illustrata da un artista anonimo, fu trascritta da Heinrich von Vullenhoe, uno dei più importanti calligrafi della certosa di Basilea. L'ordine dei libri liturgici segue le prescrizioni della liturgia. Al gruppo appartengono anche i codici B I 2 e B I 3.
Online dal: 20.12.2016
Quarto tomo di una bibbia latina composta in origine di quattro volumi, confezionata negli anni 1435-1445 a Basilea. Illustrata da un artista anonimo, fu trascritta da Heinrich von Vullenhoe, uno dei più importanti calligrafi della certosa di Basilea. L'ordine dei libri liturgici segue le prescrizioni della liturgia. Al gruppo appartengono anche i codici B I 1 e B I 3.
Online dal: 20.12.2016
Questo manoscritto del XIII secolo contenente il Commento ai salmi di Pietro Lombardo, giunse alla certosa di Basilea dal precedente possessore, Petrus Medicus. Il codice è organizzato in tre colonne, nonostante la colonna esterna verso il margine rimanga vuota. Le due colonne con il testo sono parzialmente a loro volta suddivise a metà e offrono nella metà sinistra il testo della Bibbia, nella metà destra, in righe di metà altezza, il commento. Le iniziali figurate, in stile francese molto fine, si trovano in corrispondenza della divisione del salterio in otto sezioni liturgiche. Nella parte inferiore, priva di scrittura, si trovano delle annotazioni quasi illeggibili tracciate con una sorta di matita, forse un ulteriore commento.
Online dal: 20.12.2016
Messale per la diocesi di Basilea, realizzato intorno al 1460. Il volume, riccamente illustrato, era parte di una donazione della vedova Margaretha Brand († 1474) alla certosa di Basilea. Fu utilizzato presso l'altare della santa Vergine nel piccolo chiostro della certosa. Dal punto di vista storico artistico il manoscritto può essere attribuito al cosiddetto «Vullenhoe-Gruppe».
Online dal: 26.09.2017
Secondo di una edizione in due volumi dei Moralia in Iob di Gregorio. Il volume della fine del XII secolo, decorato con ricche iniziali, fu acquisito durante il concilio di Basilea e completato dal copista Heinriche von Vullenhoe nella certosa. L'origine del volume non è chiara. Una nota di possesso erasa di un monastero di S. Maria in Insula potrebbe indicare il monastero premonstratense di Marienwerd in Goldern o il monastero cistercense Notre Dame de l'Ile-de-Ré presso La Rochelle. Il primo volume (B I 12) ha probabilmente la stessa origine.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto, decorato con parsimonia da iniziali ornamentali con tralci e figure, fu realizzato alla fine del XII secolo e apparteneva alla biblioteca della certosa di Basilea. Oltre alle cantica ad laudes et ferialia glossate contiene principalmente il salterio con la glossa ordinaria, il commento standard del Medioevo ai testi biblici. La disposizione del testo è stata progettata nel consueto stile del commentario a corona: il testo del salmo è al centro della pagina, attorniato nei margini e tra le righe dall'interpretazione.
Online dal: 14.12.2018
L'evangeliario, vergato in una accurata scrittura libraria carolina, è originario probabilmente dell'abbazia di Marmoutier presso Tours. Si distingue per la ricca decorazione delle iniziali e per gli artistici archi delle tavole dei canoni. Il manoscritto fu donato ai certosini basileesi nel 1439 dall'allora decano di Rheinfeld Antonius Rüstmann.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, scritto e decorato nei secc. IX e X da vari copisti di S. Gallo, contiene l'Omeliario di Paolo Diacono per la parte invernale. Appartenne alla certosa della città renana e le venne donato, così come il B IV 26, da Pierre de la Trilline, vescovo di Lodève presso Montpellier (1430-1441) che ricoprì varie cariche durante il concilio di Basilea.
Online dal: 13.12.2013
La Legenda aurea del domenicano Jacopo da Varazze (ca. 1228-1298) è certamente una delle raccolte spirituali più diffuse nel medioevo. Questo manoscritto di origine bolognese del XIV secolo la trasmette unitamente ad altre leggende di santi. Il codice è scritto in una gotica italiana regolare e decorato accuratamente di routine; una vasta lacuna nel capitolo 145 (Leggenda di S. Michele), fu completata da una mano del XV secolo. Il volume appartenne alla certosa di Basilea.
Online dal: 20.12.2016
Il manoscritto, terminato nel 1479 da Johannes Gipsmüller, contiene le Consuetudines Ordinis Cartusiensis raccolte ed approvate da papa Innocenzo, gli «usi» dei monaci certosini, così come le decisione e le prescrizioni degli Statuta antiqua e degli Statuta nova approvate in seguito dal capitolo generale. All'inizio del volume è rilegata una raffigurazione del martirio di s. Barbara.
Online dal: 26.09.2017
La Interpretatio evangeliorum, attribuita ad un Epifanio Latino, è una compilazione di excerpta dal commento ai Vangeli di Fortunaziano di Aquileia e da una raccolta di prediche di un autore tardoantico italiano (che forse portava il nome di Epifanio), composta tra il VII e l'VIII secolo. Questo manoscritto dalla certosa di Basilea contiene, con i capitoli 18-62, solamente la parte omiletica (senza introduzione).
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, che presenta in numerosi punti delle cuciture decorative con filo di seta, giunse nel XV secolo nella certosa di Basilea quale dono di Johannes Obrest, cappellano di S. Martino di Basilea. Contiene, oltre ad alcuni brevi testi per la cura delle anime, e a carattere medico, la Summa poenitentialis del teologo inglese e decano di Salisbury Thomas de Chabham (ca. 1160-1233/36).
Online dal: 26.09.2017
Il volume in pergamena della certosa di Basilea, di piccolo formato, è composto da tre fascicoli originariamente separati. Il primo è decorato da tre iniziali (1r, 53r, 58r) e contiene lo Stimulus dilectionis di Eckbert di Schönau, preghiere, i salmi penitenziali e una litania di santi. Segue il frammento di un libro di preghiere del quale mancano sia l'inizio che la fine. La terza parte contiene una compilazione dal Soliloquium di Bonaventura e il De vanitate mundi di Ugo di S. Vittore. Salta agli occhi il grande insudiciamento delle cc. 24-53 (Agenda defunctorum e salmi penitenziali), ciò che fa pensare ad un intenso uso di questa parte del codice.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto composito proviene dalla biblioteca della certosa di Basilea e contiene nella prima parte le Orationes et meditationes de vita Christi del mistico Tommaso da Kempis (1379-1471), un importante rappresentante della Devotio moderna. Sia la scrittura che la decorazione del fascicolo rimandano alla scuola neerlandese. A una parte centrale stampata fa seguito una raccolta di suppliche e preghiere in latino.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto di piccolo formato, in latino, proveniente dalla certosa di Basilea, si concentra sulla Passione di Cristo. L'immagine devozionale all'interno della coperta anteriore riprende questo tema, così come i testi, che sono opera per esempio di Ludolf von Sachsen, Bonaventura e Eckbert von Schönau. Il primo testo contenuto nel manoscritto, un lungo testo devozionale De vita et passione Iesu Christi, è stato probabilmente scritto da Heinrich Arnoldi, certosino di Basilea.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto in pergamena di piccolo formato proviene dalla certosa di Basilea, dove fu completato dal copista Johannes Gipsmüller nel 1478. I numerosi testi devozionali dedicati a varie sante sono tramandati in gran parte in forma anonima, e alcuni – come quelli su Margareta, la patrona della certosa di Basilea – possono essere probabilmente attribuiti a Heinrich Arnoldi. Il codice è decorato con illustrazioni a piena pagina dei santi trattati nel testo, oltre a numerose iniziali, queste ultime in stili molto diversi.
Online dal: 10.12.2020
Questo manoscritto, proveniente dalla certosa di Basilea, contiene nella prima parte lo scritto aristotelico De anima nella traduzione di Guglielmo di Moerbeke, copiato dall'erudito Johannes Heynlin nel 1459 a Parigi. Il testo principale, decorato da artistiche iniziali dorate con filigrana, è contornato da fitte glosse di commento marginali e interlineari, scritte in una semigotica serrata. La atipica mancanza di decorazione nell'opera De animalibus di Aristotele, stampata a Venezia nel 1476 e che pure appartenne alla biblioteca di Heynlin, non permette di chiarire se questo manoscritto vi fosse rilegato a costituirne la seconda parte.
Online dal: 25.06.2015
Manoscritto giuridico originariamente in possesso del giureconsulto basileese Arnold Zum Luft (1453-1517). Il manoscritto fu allestito nella seconda metà del XIII sec. a Bologna e contiene il Digestum vetus, la prima parte della tradizione tardoantica del diritto in vigore, con le glosse di spiegazione di Francesco Accursio. Il manoscritto presenta, accanto alla numerazione araba, una romana, talvolta vigesimale.
Online dal: 26.09.2017
Analogamente al C I 1, anche questo manoscritto giuridico bolognese del XIV secolo appartenne a Arnold Zum Luft (1453-1517). Contiene il Digestum novum con le glosse di Accursio, cioè la quarta e ultima parte del corpus del Digesto, con la letteratura giuridica romana. Il manoscritto è riccamente decorato, con una miniatura iniziale e iniziali figurate.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto, scritto da diverse mani dell'Italia del Nord, trasmette la Lectura super codicem del giurista Guilelmus de Cugno o Cuneo, che tenne conferenze a Tolosa nel 1316-1317. L'originale deve essere stato diviso in fascicoli, come testimonierebbe la presenza del manoscritto di annotazioni simili a quelle del sistema della pecia. Nel 1383 il volume era in possesso di un ebreo convertitosi a Treviri ed entrò successivamente nella biblioteca della Certosa di Basilea.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto pergamenaceo, del XIV secolo, contiene i commenti del giureconsulto e canonista Giovanni d'Andrea (ca. 1270-1348) al Liber Sextus Decretalium Bonifacii, che costituisce la terza parte del Corpus iuris canonici. Il volume entrò in possesso della certosa di Basilea durante il concilio (1431-1449).
Online dal: 26.09.2017
Manoscritto canonistico contenente la Lectura super librum sextum Decretalium di Domenico da S. Geminiano. Il volume fu vergato nel 1439 da Johannes Berwenstein per Peter Zum Luft, docente presso l'Università del concilio, che più tardi legò la sua vasta raccolta libraria al nipote Arnold Zum Luft.
Online dal: 26.09.2017
Questo manoscritto del secondo quarto del XV secolo contiene la Lectura super Clementinas di Giovanni da Imola e proviene dalla vasta biblioteca del giurista di Basilea Arnold Zum Luft (1453-1517). Il volume, in origine catenatus, contiene delle iniziali della stessa mano che operò anche nel manoscritto C I 21.
Online dal: 26.09.2017
Per ragioni di efficienza, gli scritti di diritto e di diritto canonico sono stati spesso riprodotti con il sistema della pecia, con il quale un modello veniva separato in fascicoli distribuiti tra vari copisti. Così, anche il presente commento alle decretali di un certo «Abbas antiquus», solo più tardi identificato come Bernardus de Montemirato, è stato prodotto in tre parti. Il manoscritto, con una decorazione parsimoniosa, è scritto in littera bononiensis e appartenne alla biblioteca della certosa di Basilea.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, una raccolta di testi a carattere giuridico, contiene quale testo principale la Summa super rubricis decretalium del giurista italiano Goffredo da Trani (morto 1245). Si tratta di un libro di testo sulla raccolta di decreti commissionato da papa Gregorio IX che ha trovato ampia diffusione. Il testo è decorato e completato da cinque piccole iniziali figurate probabilmente di origine francese.
Online dal: 22.03.2018
Questo salterio liturgico (incompleto) fu allestito a Napoli negli anni 1335-1350; la magnifica decorazione è opera del miniatore Cristoforo Orimina. La presenza di tre diverse armi non ha permesso di identificare il suo primo destinatario, il quale probabilmente fu un membro della corte angioina di Napoli. Messo diverse volte in vendita nei secoli XIX-XX, il salterio fu acquistato nel 1968 dal proprietario della collezione dei “Comites Latentes”, ubicata nella Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Questo elegante libro d'ore in formato tascabile fu miniato a Tours intorno al 1480 dal Maître des camaïeux d'or Le Bigot, attivo nell'entourage del pittore Jean Bourdichon. Alle sedici minuscole iniziali istoriate in camaieu d'oro che contiene con il ciclo usuale, ne fa seguito uno originale dedicato ai sette giorni della Creazione. L'artista dimostra un'eccezionale padronanza tecnica conferendo al corpo delle iniziali un carattere evanescente e particolarmente attraente. La raffinata disposizione delle lettere che le circondano ha quale fine di invitare il suo committente anonimo ad apprezzare nel dettaglio la meticolosa combinazione di oro e colori.
Online dal: 14.12.2018
Questo prezioso libro d'ore fu prodotto a Firenze nell'ottavo decennio del XV secolo; la ricca ed elegante decorazione miniata si deve alla bottega di uno dei più famosi artisti fiorentini dell'epoca, Francesco d'Antonio del Chierico, che eseguì sia le pagine incipit dei diversi Uffici sia le iniziali miniate all'interno del testo. Di grande eleganza anche la sua decorazione filigranata. Uno stemma, purtoppo in parte abraso, ci informa che il manoscritto fu eseguito per il matrimonio di un membro della nota famiglia Serristori. Nel 1970 il manoscritto fu acquistato da un collezionista privato che lo depositò alla Bibliothèque de Genève nel suo fondo di Comites Latentes.
Online dal: 23.06.2014
Questo manoscritto è una compilazione agiografica in prosa francese nella quale sono narrate le vite degli apostoli, dei martiri, dei confessori e dei santi. Alcuni di questi racconti sono attribuiti a Wauchier de Denain. Datato al primo quarto del XIV secolo, è stato decorato dal Maître de Papeleu e dal miniatore Mahiet, e contiene infatti più di ottanta iniziali istoriate.
Online dal: 17.03.2016
Questo libro d'ore riccamente illustrato fu miniato a Tours intorno al 1500, per un committente di origine tolosana. La città di Tours e la Valle della Loira erano diventate nel sec. XV il luogo di residenza della corte dei re di Francia, e questo manoscritto è legato a questo passato di grande prestigio. In effetti due delle miniature di questo libro d'ore sono associate al nome di Jean Bourdichon (intorno al 1457-1521), pittore di corte. Le altre 35 miniature si devono alla mano di tre miniaturisti dell'atelier di Jean Poyer († prima del 1504), anch'esso con sede a Tours.
Online dal: 04.07.2012
Scritto a Napoli nel 1467 e 1468 per Roberto da Sanseverino, principe di Salerno, questa raccolta epistolare raccoglie delle lettere di Diogene il Cinico, di Bruto e di Ippocrate, considerati nel medioevo i veri autori delle lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Messo in vendita a più riprese nel corso del sec. XX, questo manoscritto fu acquistato da prestigiosi collezionisti.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto, di origine francese, giunse nella certosa di Basilea dopo essere stato in possesso di Johannes Heynlin. Il voluminoso tomo contiene i sei scritti sulla logica di Aristotele, alcuni con commento, radunati in epoca postaristotelica per formare il cosiddetto «Organon». L'arte libraria e la scienza si completano a vicenda: i libri della parte principale iniziano ciascuno con una rigogliosa iniziale decorativa, il commento a disposizione si raggruppa strettamente intorno al testo ed è in gran parte disadorno.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto del XIV secolo, realizzato forse con il sistema della pecia, contiene le opere di Alberto Magno Super ethica e De causis et processu universitatis. Per quanto riguarda il sistema della pecia, si tratta di un modo per moltiplicare un modello manoscritto in maniera veloce: invece di copiare un testo intero, questo veniva suddiviso in vari fascicoli in modo tale che diversi scribi potessero lavorare contemporaneamente alla sua trascrizione. Il volume appartenne al domenicano Johannes Tagstern, ed in questo modo giunse alla biblioteca „incatenata“ del convento dei predicatori di Basilea.
Online dal: 25.06.2015
Fin dal IX secolo la Historia animalium di Aristotele, una descrizione ordinata di vari esseri viventi, era disponibile in una traduzione araba che Michele Scoto tradusse in latino intorno al 1220. La decorazione delle iniziali di questo manoscritto, che Johannes Heynlin ha acquistato a Parigi e lasciato in eredità alla certosa di Basilea, è ricca di drôleries. In tutto il volume ci sono annotazioni di diverse mani.
Online dal: 14.12.2017
Il codice, scritto da Johannes Heynlin durante il suo soggiorno parigino tra il 1469 e il 1471, contiene tre ‘classici dell'educazione': le Bucoliche (con commenti), le Georgiche e l'Eneide di Virgilio, così come tutta una serie di opere pseudo virgiliane. Il volume è finemente decorato con iniziali figurate con scene tratte dalle opere di Virgilio, opera di un atelier parigino. Il manoscritto è stato probabilmente rilegato a Basilea, forse su incarico della certosa, che ne venne in possesso quando Heynlin entrò nel monastero.
Online dal: 18.06.2020
Le sezioni di questo volume della biblioteca dei francescani di Basilea, un tempo rilegate separatamente, contengono diverse opere di Cicerone e la Poetria novella dell'inglese Geoffroy de Vinsauf, e sono sicuramente di origine italiana. Ci sono diversi riferimenti a proprietari precedenti, ma nessuno è stato ancora identificato con certezza: una delle parti apparteneva a Niccolò dei Salimbeni, non certo il giovane ricco dell'Inferno di Dante, ma forse uno dei suoi discendenti a Siena. Un'altra parte era costata al padre di un certo Nicolaus de Monleone 5 ducati e 30 scellini. Il valore dell'intero volume fu infine stimato dagli esperti zurighesi incaricati di preparare una divisione dei beni dopo la separazione dei cantoni di Basilea nel 1833, in 320 franchi svizzeri.
Online dal: 26.09.2024
Il manoscritto del terzo quarto del XV secolo, di origine francese, contiene due opere di autori antichi. Nonio Marcello (IV-V secolo) offre delle spiegazioni a carattere linguistico e contenutistico sugli autori latini per la maggior parte dell'epoca della Repubblica, suddivisi in parte in lemmi in ordine alfabetico; M. Terenzio Varrone († 27 a. C.) si occupa di questioni linguistiche della lingua latina.
Online dal: 25.06.2015
I vari scritti aristotelici nella traduzione latina di Boezio e trattati di Boezio, copiati in una minuta scrittura del sec. XIII, vennero poi rilegati con due aggiunte al testo del XV secolo, probabilmente per l'erudito basilese Johannes Heynlin, che alla sua morte lasciò il volume alla certosa di Basilea. Dal punto di vista codicologico sono degni di nota la controguardia posteriore e il foglio di guardia posteriore: un foglio di pergamena che era stato preparato per un libro di preghiere. Si tratta di due bifogli con il testo capovolto che sono stati piegati prima di essere rilegati, come era solito fare nei fogli a stampa. I due bifogli vennero poi esclusi e non vennero utilizzati per il libro di preghiere; per questo motivo non presentano fori di fascicolo nella piega.
Online dal: 25.06.2015
Il logoro manoscritto cartaceo dalla certosa di Basilea contiene (in parte con commento) diversi trattati per il calcolo del calendario annuale e in particolare per la determinazione delle festività mobili, come il Computus chirometralis di Johannes di Erfurt o il Computus Nerembergensis. Il volume contiene inoltre anche un certo numero di antichi testi in lingua frisone antica e in lingua basso-tedesca: sermoni nuziali, ricette, un glossario latino-tedesco e una breve versione della «niederdeutsche Apokalypse».
Online dal: 04.10.2018
Nota raccolta di detti di saggezza attribuiti al califfo ʿAlī Ibn Abī Ṭālib (morto 661). Ogni detto arabo è seguito da una traduzione in persiano in versi Maṯnawī nel metro Ramal. Le frasi sono anche conosciute come Ṣad kalima o Miʾat kalima e sono state tradotte in persiano più volte. In questa versione il traduttore non è menzionato. La copia è stata realizzata da un noto calligrafo di Shiraz, Ḥusayn al-Faḫḫār, e completata nel mese di Rabīʿ II 952 h. (= giugno-luglio 1545). Il manoscritto proviene dall'eredità dello studioso di islamistica e specialista di turcologia Rudolf Tschudi (1884-1960).
Online dal: 13.06.2019
Il manoscritto arabo persiano, scritto a Herat da ʿAbdallāh al-Harawī e completato a metà Šaʿbān 871 e. [= fine marzo 1467] contiene dati genealogici sul profeta Maometto, sui suoi discendenti e su personaggi della successiva storia dell'oriente del mondo islamico e dell'Asia centrale, tra cui il Khan del Paese dei Mongoli, Tughluq Timur († 1363). Quale committente viene indicato Sayyid Ǧalāladdīn Mazīd Bahādur, che presumibilmente apparteneva al ceto elevato locale. Vi sono inserite citazioni del Corano, preghiere e poesie; un allegato elenca le date esatte della morte di tre persone che potrebbero essere morte nel 869, e che probabilmente appartenevano alla cerchia del committente. L'ornamentazione del libro del manoscritto non è completa, come si può vedere dalla rosetta parzialmente eseguita (3r) e dall'albero genealogico mancante (26v). Di proprietà di Rudolf Tschudi (1884-1960).
Online dal: 14.12.2017
Raccolta di preghiere in forma di litanie (awrād), attribuite ad un certo Šayḫ Wafāʾ. Il manoscritto deve essere stato completato prima del 1746, poiché in quell'anno fu consegnato a una fondazione religiosa da Bašīr Āġā, dignitario della corte osmana. L'autore non può essere chiaramente identificato, dal momento che diverse persone sono conosciute come Šayḫ Wafāʾ. Il manoscritto appartiene probabilmente al contesto del misticismo islamico (Sufismo), che all'epoca era saldamente radicato come istituzione nella società ottomano-turca. Proviene dalla collezione dello studioso di islamistica e specialista di turcologia Rudolf Tschudi (1884-1960).
Online dal: 14.12.2017
Bifoglio proveniente dal sesto volume (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (calendario del mese di dicembre). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio mutilo proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della vita di Bonifacio di Otlo di S. Emmeram e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Dodici fogli sopravvissuto da un graduale di grande formato, realizzato intorno al 1460 nella regione dell'Alto Reno (presumibilmente a Basilea), con canti per la messa adattati alle esigenze dell'anno liturgico. La decorazione delle iniziali e le miniature (ad es. la nascita di Cristo, l'ingresso a Gerusalemme o la rappresentazione della risurrezione) si riferiscono al rispettivo giorno festivo, mentre nell'iniziale per l'Ecce advenit dominator dominus nella iniziale è falsamente raffigurata la presentazione di Cristo al tempio. La decorazione del libro permette di situare il graduale nella tarda cerchia del cosiddetto «Vullenhoe-Gruppe».
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto con estratti da un ‘Martinellus' e dal Carmen Paschale di Sedulio, scritto in area tedesco-anglosassone a cavallo tra l'VIII e il IX secolo, sarebbe giunto da Fulda a Basilea, città della tipografia, nel XVI secolo. Una Vita s. Eulaliae virginis, che originariamente conteneva, è andata perduta. Notevoli sono gli ausili per la scansione all'inizio del Carmen Paschale.
Online dal: 29.03.2019
Bibbia latina concepita come una Pandetta (cioè in un solo volume), secondo la recensione di Alcuino di York. Molti sono gli esemplari di questo tipo di Bibbie di Alcuino realizzate nello scriptorium di S. Martino di Tours in una produzione quasi di massa i quali, per l'utilizzo di una raffinata gerarchia di scrittura e le proporzioni armoniche, vanno annoverati tra i monumenti della produzione manoscritta di epoca carolingia.
Online dal: 07.10.2013
Bibbia latina concepita come una Pandetta (cioè in un solo volume), secondo la recensione di Alcuino di York. Molti sono gli esemplari di questo tipo di Bibbie di Alcuino realizzate nello scriptorium di S. Martino di Tours in una produzione quasi di massa i quali, per l'utilizzo di una raffinata gerarchia di scrittura e le proporzioni armoniche, vanno annoverati tra i monumenti della produzione manoscritta di epoca carolingia.
Online dal: 07.10.2013
L'inno Liber de laudibus Sanctae Crucis composto da Carmina figurata dell'abate di Fulda Rabano Mauro, la cui presente versione ha probabilmente avuto origine nell'831, riempie ogni volta la pagina di sinistra (sono conservate 23 delle 28 figure), mentre in quella di destra si legge la rispettiva versione in prosa; manca la seconda parte, anch'essa redatta in prosa.
Online dal: 20.12.2012
La Bible du XIIIème siècle in antico francese è stata realizzata nella seconda metà del sec. XIII a Parigi. I due esemplari custoditi dalla Burgerbibliothek di Berna (Cod. 27/28) fanno parte degli esemplari più antichi di questo testo conservatisi; sono indipendenti uno dall'altro e probabilmente allestiti nella Francia meridionale. Il Cod. 27 è in parte glossato; conteneva in origine 31 miniature di grande qualità, delle quali oggi ne sono andate perse venti.
Online dal: 07.10.2013
La Bible du XIIIème siècle in antico francese è stata realizzata nella seconda metà del sec. XIII a Parigi. I due esemplari custoditi dalla Burgerbibliothek di Berna (Cod. 27/28) fanno parte degli esemplari più antichi di questo testo conservatisi; sono indipendenti uno dall'altro e probabilmente allestiti nella Francia meridionale. Il Cod. 28, le cui tracce d'uso del sec. XIV rimandano a Valencia, conteneva in origine 52 miniature di grande qualità, delle quali oggi ne sono andate perse sei.
Online dal: 07.10.2013
Manoscritto realizzato a Fleury con una magnifica decorazione sulla prima pagina, costituita da due grandi iniziali nastriformi che rappresentano uno speciale genere dell'arte ornamentale insulare. Il manoscritto miscellaneo contiene, oltre a pezzi minori, il poema epico De bello civili (Pharsalia) di Lucano (metà del I secolo) e una versione della saga di Oreste del poeta africano Draconzio (V secolo). Per quest'ultima, il codice costituisce di gran lunga il testimone più antico. All'inizio il testo di Lucano è riccamente munito di scoli, i quali, a causa del Cod. 370 che contiene solo scoli, sono noti come Commenta Bernensia.
Online dal: 29.03.2019
L'Aratea, tradotta in latino da Germanico, descrive i 48 antichi segni zodiacali ed i miti relativi alla loro nascita. Appartengono ai cicli di immagini più amati dalle scuole monastiche medievali. Il codice bernese, prodotto a San Bertino, è un discendente del manoscritto con l'Aratea di Leida e contiene degli scoli presenti unicamente in questo codice.
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto realizzato in più fasi: i primi due terzi, del primo decennio del XIV secolo, comprendono un frammento della cronaca del mondo attribuita a Baldovino d'Avesnes, le cui miniature sono attribuibili a un pittore della cerchia di Renaud de Bar a Metz; l'ultimo terzo è costituito da vari testi devozionali di un corpus finora poco studiato, prodotti entro la metà del XIV secolo. Molti di questi testi si trovano in altri manoscritti, oggi a Berna, Parigi e Metz, che possono essere attribuiti al più tardo monastero di celestini di Metz. Il volume, che intorno al 1570 era ancora di proprietà privata a Metz, giunse a Berna nel 1632 tramite Jacques Bongars.
Online dal: 26.09.2024
Il manoscritto composito contiene diversi, in parte rari, testi cronachistici riguardanti dei regnanti sia laici che ecclesiastici. Si tratta di un manoscritto proveniente dalla abbazia benedettina di Saint-Mesmin di Micy il cui testo è stato più volte redatto e corretto. Presenta caratteristiche scritture in diversi inchiostri neri e marroni ed è riccamente decorato con molte iniziali calligrafiche in differenti stili. Alcune aggiunte permettono di situare abbastanza precisamente l'epoca di redazione alla metà dell'XI secolo.
Online dal: 22.03.2018
Il cosiddetto Liber ad honorem Augusti di Pietro da Eboli è uno dei manoscritti più famosi e maggiormente richiesti della Burgerbibliothek di Berna. Il codice, straordinariamente decorato, è originario di un atelier della cerchia della corte imperiale nell'Italia meridionale. Copista e miniature sono sconosciuti; tuttavia senza dubbio il testo venne corretto dall'autore stesso. Il testo, un panegirico in latino di circa 1700 distici conservatosi in questo solo manoscritto, è suddiviso in tre parti. I primi due libri descrivono gli antecedenti e la conquista della Sicilia da parte degli Svevi; il terzo libro contiene una celebrazione dei genitori – l'imperatore Enrico IV e la moglie Costanza, figlia ed erede del re Ruggero II di Sicilia – del famoso imperatore Federico II di Svevia, nato a Jesi, presso Ancona il 26 dicembre 1194.
Online dal: 22.03.2018
Il Cod. 207, presumibilmente realizzato a Fleury (St. Benoît-sur-Loire), è uno dei pochi, e di gran lunga il più ricco, rappresentante di un orientamento stilistico formatosi verso la fine dell'VIII secolo a Fleury; con la sua decorazione estremamente ricca e artisticamente di grande qualità, composta da 3 pagine miniate e quasi 140 iniziali, costituisce un eccezionale testimone dell'evoluzione creativa che il linguaggio delle forme insulare ha ricevuto nei centri culturali più importanti del continente. Il manoscritto, costituito dai 197 fogli a Berna e dai 24 fogli a Parigi (BNF, lat. 7520) è il più antico manoscritto grammaticale da Fleury; contiene un Corpus altomedievale di grammatici romani dell'antichità e dell'alto medioevo: Beda, Donato, Maximus Victorinus, Iulianus Toletans, Servius Honoratus, Asper minor, Sergius, Petrus Pisanus, Isidoro, così come numerosi altri trattati ed estratti anonimi.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto contiene la seconda parte della cronaca di Eusebio nella traduzione latina e con la continuazione di Gerolamo. Le tavole, solitamente distribuite su due pagine, sono per lo più concentrate su di una pagina. La decorazione è di grande qualità e testimone della miniatura precarolingia della Francia e dell'Italia del nord. Dalle dettagliate informazioni della pagina del titolo si deduce la data della redazione: il 699; la cronaca di Eusebio di Berna è quindi il più antico manoscritto datato conservato in Svizzera.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto di Prudenzio, riccamente illustrato e prodotto intorno al 900 nella regione del lago di Costanza, va annoverato tra i capolavori della miniatura carolingia. Contiene tutti i sette racconti pubblicati da Prudenzio nell'anno 405 e un'ottava opera aggiunta più tardi. Il codice venne donato dal vescovo Erchenbald di Strasburgo (965-991) alla chiesa vescovile di Strasburgo e giunse più tardi in possesso di Jacques Bongars.
Online dal: 07.10.2013
Manoscritto contenente una versione molto interessante, completamente redatta e corretta dei tre libri delle Sententiae di Isidoro di Siviglia. Rispetto alla tradizione principale, la disposizione del testo è sostanzialmente diversa e contiene numerose spostamenti ed aggiunte. Il codice è stato scritto nell'abbazia di Saint Mesmin de Micy, come si deduce dai segni di possesso (ex libris) scritti intorno allo specchio di scrittura in ogni fascicolo. Nel mezzo si trova un binione, aggiunto in un secondo momento, proveniente da un altro manoscritto (XI sec.) che contiene tra l'altro parti dei Sermones di Fulberto di Chartres.
Online dal: 23.06.2016
Il Fisiologo è una raccolta di descrizioni naturalistiche e allegoriche della prima epoca cristiana dal quale hanno poi avuto origine i bestiari medievali. Il Cod. 318 di Berna venne prodotto nella scuola di Reims e contiene tra gli altri testi, oltre al Fisiologo (fol. 7r-22v), la vita di s. Simeone (fol. 1r-5r), la cosiddetta Cronaca di Fredegario (fol. 23r-125r) e una pericope del Vangelo di Matteo con la traduzione latina di Efrem il Siro (fol. 125v-130r). Il manoscritto appartenne tra gli altri agli umanisti Pierre Daniel e Jacques Bongars, con la cui biblioteca giunse nel 1632 a Berna.
Online dal: 04.07.2012
Evangeliario da Fleury contenente testi dei quattro Vangeli preceduti ciascuno da due elenchi di capitoli. All'inizio è rilegato un quaternione con lettere di Gerolamo a papa Damaso e di Eusebio a Cipriano. La decorazione è costituita da 15 tavole dei canoni e dalla raffigurazione della mano di Dio con i simboli degli evangelisti.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto è in primo luogo famoso per il suo ricco contenuto di fabliaux in lingua francese antica, dei quali un numero considerevole è tramandato in questo unico codice; anche nel caso del frammento dei Sept sages de Rome e del Perceval si tratta di importanti testimoni del testo. A causa del suo grande valore per la poesia francese fu inviato in prestito a Parigi già all'inizio del XIX secolo, qui andò temporaneamente perso e dovette essere riacquistato nel 1836 dalla biblioteca cittadina di Berna per un alto prezzo.
Online dal: 08.10.2015