Documenti: 107, Mostrati: 41 - 60

Progetto: La collezione Braginsky su e-codices

Inizio: Dicembre 2014

Status: In corso

Finanziato da: Fondazione René e Susanne Braginsky

Descrizione del progetto: La collezione di manoscritti ebraici del collezionista di Zurigo René Braginsky viene generalmente considerata come una delle più grandi collezioni private di manoscritti ebraici nel mondo. Contiene anche un buon numero di begli esemplari di libri risalenti ai primi secoli della stampa. La collezione non contiene unicamente codici risalenti a prima o dopo l'invenzione della stampa ma anche alcune centinaia di contratti di matrimonio miniati e di rotoli del libro di Ester. Nel 2009 alcune centinaia tra i pezzi migliori della collezione sono stati scelti per una mostra itinerante che è stata esposta ad Amsterdam, New York, Gerusalemme, Zurigo e Berlino. Dal 2014 i materiali di questa collezione sono pubblicati su e-codices. Questo progetto è generosamente sostenuto dalla fondazione René e Susanne Braginsky.

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Zürich, Braginsky Collection, B314
Pergamena · 100 pp. · 20.8 x 19 cm · [Francoforte?], copiato da Elieser Sussman Meseritsch, illustrata da Charlotte Rothschild · 1842
Haggadah di Pesach con traduzione tedesca (Haggadah Charlotte Rothschild)

Il codice è stato copiato da Elieser Sussman Meseritsch e illustrato da Charlotte Rothschild (1807-1859) e contiene, oltre al testo in ebraico, una traduzione in tedesco. La Haggadah venne realizzata dall’artista per il settantesimo compleanno dello zio Anschel Mayer Rothschild. Si tratta dell'unico manoscritto ebraico finora conosciuto che sia stato miniato da una donna. Charlotte Rothschild si ispirò ad opere sia ebraiche che cristiane, come per es. manoscritti medievali, il ciclo biblico dipinto da Raffaello nelle Logge del Vaticano e le stampe contenute nella Haggadah stampata ad Amsterdam del 1695. In una sola immagine, la scena del Seder della festa di Pesach, Charlotte Rothschild ha lasciato sullo sfondo le sue iniziali nello schienale di una sedia (p. 42). Il manoscritto servì forse da modello al famoso pittore Moritz Daniel Oppenheim (1800-1882). Nelle sue memorie egli ricorda di aver eseguito, da studente, degli schizzi per Charlotte Rothschild. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B315
Pergamena · 33 ff. · 33.5 x 23.5 cm · [Francia, copiata e illustrata da Victor Bouton] · [seconda metà del XIX secolo (intorno al 1870?)]
Haggadah, con istruzioni in francese (Haggadah di Bouton)

Splendido manoscritto contenente il testo della Haggada nel quale ogni pagina è decorata con ricche bordure costituite da elementi floreali e da decorazioni a penna che delimitano lo spazio dedicato alla scrittura, realizzate prevalentemente con oro e blu di lapislazzulo. Stilisticamente la decorazione è fortemente orientata alla miniatura persiana, soprattutto alle opere della scuola di Schiraz dell’epoca tra il 1560 ed il 1580. L’esecuzione dell’opera viene attribuita a Victor Bouton nato nel 1819 in Lotaringia e attivo a Parigi quale disegnatore, pittore di stemmi e incisore. L’attribuzione si basa su di un analogo lussuoso codice firmato dall’artista e commissionatogli da Edmond James de Rothschild per la madre, e su di una nota biografica che ricorda che l’artista ricevette da un ricco ebreo l’enorme somma di 32'000 franchi d’oro per una Haggadah. L’unica scena (f. 1v) presente nel ms. illustra la festa della prima sera della Pesach nella quale un gruppo di cinque uomini e due donne, in abiti orientali, è seduto al tavolo di Seder mentre il padrone di casa benedice il vino. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B316
Pergamena · 1 f. · 18.5 x 12.1 cm · Vienna, copiato da Aaron Wolf Herlingen · 1751
Septem Psalmi Poenitentiales e Salmo 138

Questo calligramma nel quale è raffigurato re David mentre suona l'arpa è realizzato con il testo latino dei cosiddetti Sette salmi penitenziali (6, 31, 37, 50, 101, 129 and 142) e del Salmo 138. Il calligramma è firmato dal famoso artista calligrafo ebreo Aaron Wolf Herlingen, creatore della Haggadah del 1725 (B284) della collezione Braginsky. L'artista ha usato una tecnica nella quale il testo è scritto in lettere minuscole, anche conosciuta come micrografia. Herlingen scrisse questo calligramma per il principe Giuseppe II (1741-1790), figlio dell'imperatrice Maria Teresa e dell'imperatore Francesco I. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B317
Pergamena · 44 ff. · 28.5 x 20 cm · Altona, copiato e decorato da Joseph ben David di Leipnik · 1739
Haggadah di Pesach con commenti (Haggadah Braginsky Leipnik)

Questa Haggadah è stata illustrata nel 1739 da Joseph ben David di Leipnik, e prima che giungesse nel 2007 nella collezione Braginsky, non se ne aveva notizia. Come la maggior parte delle Haggadot dell’epoca, anche questo esemplare prende a modello le incisioni delle Haggadot di Amsterdam a stampa del 1695 e del 1712. Le caratteristiche delle illustrazioni di Joseph ben David, le cui opere sono ben conosciute, vengono rese in maniera esemplare. Nella gamma dei colori dominano le tinte e le gradazioni pastello. Tra i motivi ricorrenti nelle sue Haggadot, e che si rifanno a modelli precedenti, figurano le raffigurazioni del capretto della Pesach, il pane Matzah e le erbe amare. La loro consumazione è una parte della festa della Pesach, durante la quale tradizionalmente si effettua una lettura comune della Haggadah. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B318
Pergamena · 18 ff. · 15.5 x 10.2 cm · copiato e decorato da Nathan ben Simson di Meseritsch · 1728
Tikkun be-erew rosch chodesch (Preghiere per la festa serale prima dell'inizio del Novilunio)

Il sottile libricino, adorno di una legatura con impressioni dorate, contiene le preghiere per la festa della sera che precede il Novilunio, e venne commissionato da Elieser (Lazzaro) von Geldern a Vienna. La pagina del titolo mostra, secondo le convenzioni, Mosé e Aronne. Il copista ed artista Nathan ben Simson di Meseritsch (Velké Meziříčí) in Moravia, era nella prima metà del XIX secolo uno tra i più prominenti illustratori di manoscritti ebraici. Tra il 1723 ed il 1739 egli creò almeno 23 opere del genere. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B327
Carta · 52 ff. · 8.2 x 5.8 cm · [Italia] · [intorno al 1800]
Sefirat ha-Omer ("conteggio dell'Omer")

Il "conteggio dell’Omer" nell'Ebraismo è una benedizione con la quale si contano i 49 giorni che intercorrono tra la seconda sera di Pesach e la festività di Shavuot, e Omer designa il primo covone della raccolta che nel secondo giorno della Pesach viene portato al tempio di Gerusalemme quale offerta. I calendari dell’Omer erano particolarmente apprezzati nel XVIII sec. sotto varie forme e questo esemplare fa parte di un gruppo di sei, realizzati in formato ridotto, che possono essere datati tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. La rilegatura è in argento: nella coperta anteriore è incisa una decorazione floreale e un monogramma e in quella posteriore un uccello simile ad una cicogna con una spiga di frumento nel becco. Il manoscritto contiene 50 illustrazioni dipinte che illustrano praticamente ogni pagina del calendario. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B328
Pergamena · 1 + 20 ff. · 9.2 x 6 cm · Nikolsburg, [copiato e decorato da Samuel ben Zevi Hirsch Dresnitz] · 1725
Seder Birkat ha-mazon (Preghiera dopo i pasti e altre preghiere e benedizioni)

Questo minuscolo libro contiene la benedizione del nutrimento, con le consuete aggiunte per Chanukkah e Purim, così come varie benedizioni, quali per esempio la preghiera Shemà da recitare prima di coricarsi, o prima di gustare determinate cose. Presenta una pagina del titolo illustrata, 19 illustrazioni singole, cinque riquadri decorati contenenti singole lettere o iniziali ed un passaggio del testo decorato. Nella pagina del titolo l'artista non ha inserito il suo nome ma comunque annotato che il manoscritto venne terminato nel 1725, sotto il regno dell'imperatore Carlo VI a Nikolsburg (Cechia). Così come altre Birkat ha-mason, anche questa venne redatta per una donna. In un foglio di guardia iniziale inserito in un secondo momento è contenuta, in un ricco ornamento, la dedica a Fradche, moglie di Mosé Gundersheim. Grazie al confronto della scrittura e dell'illustrazione di un'opera simile del 1728 conservata nella Kongelige Bibliotek di Copenaghen (Cod. Hebr. XXXII) si può affermare che entrambe i manoscritti con la Birkat ha-mason sono stati eseguiti dal medesimo artista, cioè Samuel ben Zewi Hirsch Drenitz, che era attivo a Nikolsburg. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B331
Pergamena · 83 ff. · 8.5 x 7.3 cm · Italia [Ancona o Pesaro?], [scritto da Joseph ben Nissim Fermi?] · XVII secolo
Libro della circoncisione

Questo manoscritto di formato ridotto, risalente al XVII secolo, contiene delle preghiere inniche, racconti e benedizioni per la cerimonia della circoncisione. Due sezioni del libretto contengono delle pagine illustrate. Oltre alla pagina del titolo, decorata con un portale di tipo rinascimentale, sono presenti undici illustrazioni con temi biblici e quattro scene di ambientazione contemporanea riguardanti la nascita e la circoncisione. Alcune di queste illustrazioni sono influenzate dall'arte di Federico Zuccaro (intorno al 1540-1609) e di Raffaello. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B332
Pergamena · 4 ff. · 23.5 x 16.8 cm · Padova · 1755
Diploma di dottorato dell'Università di Padova per Israel Baruch Olmo

L'Università di Padova fu fino al 1880 il più importante centro per gli studenti ebraici, mentre l'Università di Bologna non inseriva nelle matricole gli Ebrei. Il diploma di dottorato costituiva il 'biglietto d'entrata' per i medici ebraici nella moderna società formata da nobili e borghesi. L'Università di Padova rilasciava ai suoi diplomati un documento in latino redatto a mano e decorato. Nella pagina iniziale del diploma per Israel Baruch Olmo figura lo stemma della famiglia Olmo: un olmo affiancato da una fontana zampillante e dallo stelo di un cereale. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B344
Pergamena · 39 ff. · 7.7 x 5.3 cm · Vienna, scritto e decorato da Aaron Wolf Herlingen [e Meschullam Simmel di Polná] · 1725
Seder Birkat ha-mazon (Preghiera dopo i pasti e altre preghiere e benedizioni)

Questo minuscolo libro di preghiere costituisce lo speciale risultato del lavoro in comune di due dei più importanti rappresentanti viennesi dell'arte ebraica del XVIII secolo. Aaron Wolf Herlingen scrisse ed illustrò la pagina del titolo, Meschullam Simmel ben Moses di Polná realizzò il resto dei disegni e molto probabilmente copiò i testi con le preghiere. Evidentemente il libriccino costituiva un regalo di nozze. Contiene in totale nove illustrazioni al testo e quattro parole iniziali riccamente decorate. Il libro di preghiere appartenne alla "rispettabile e saggia giovane Hindl". Nel manoscritto si leggono anche delle annotazioni riguardanti la nascita dei suoi bambini tra il 1719 ed il 1741. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B345
Pergamena · 1085 pp. · 49.5 x 36 cm · [Germania] · 1355
Mishneh Torah

Nel corso dei più di 650 anni dall'allestimento, questo manoscritto della Mishneh Torah, una raccolta di leggi ebraiche di Mosè Maimonide, è passato in molte mani. Diverse annotazioni e citazioni fanno pensare che molti importanti rabbini ashkenaziti abbiano potuto utilizzarlo, come per es. Jakob Weil, un famoso erudito e rabbino del XV secolo attivo a Norimberga, Augusta, Bamberga ed Erfurt. Come si può dedurre da note di possesso più tarde, il manoscritto giunse in regioni anche molto lontane tra loro, come l'impero ottomano, il Kurdistan, l'Inghilterra o Gerusalemme. La pagina 1021 mostra un'immagine a piena pagina con l'architettura di un portale in stile gotico. Due sottili colonne, allungate manieristicamente, reggono un timpano decorato con tralci floreali su fondo blu nel quale si legge il nome del capitolo Sefer schoftim ("Libro dei Giudici") in caratteri dorati. Vi sono anche cinque medaglioni, due dei quali contengono il profilo di due uccelli rapaci in posizione di attacco. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, B350
Pergamena · 25 ff. · 35.7 x 26.8 cm · Amburgo, scritto da Elieser Sussman Meseritsch · 1829
Haggadah, con traduzione tedesca di Wolf Heidenheim

Il copista di questa Haggadah è niente di meno che Elieser Sussman Meseritsch, che deve il suo nome al suo luogo d'origine in Moravia, e che più tardi vergò anche il testo della Haggadah Charlotte Rothschild. Attraverso l'uso di vari tipi di scrittura egli suddivise chiaramente tre tipi di testo: il testo ebraico della Haggadah, il classico commento ebraico di Simeon ben Zemach Duran (1361-1444) ed una traduzione tedesca in caratteri ebraici da Wolf Heidenheim (1757-1832). Il programma iconografico della Haggadah di Elieser Sussman è molto inusuale. Nella pagina del titolo vari motivi ornamentali in stile classicistico sono inseriti in modo creativo inseriti nel motivo architettonico di un arco trionfale. Le prime quattro (5v-7r) delle sette illustrazioni sceniche raffigurano i quattro figli ricordati nella Haggadah, ad ognuno dei quali è dedicata una illustrazione; si distingue per originalità quella del figlio che non sa domandare. Le due seguenti illustrazioni dell'attraversamento del Mar Rosso (12r) e di re Davide con l'arpa (15v) sono piuttosto tradizionali. L'ultima scena con la ricostruzione del tempio di Gerusalemme accompagna come di consueto il testo del Adir hu ("O Dio onnipotente, ricostruisci in fretta il tuo Tempio"). (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B351
Pergamena · 26 ff. · 10.5 x 7.2 cm · Amburgo e Altona, scritto e decorato da Jakob ben Juda Leib Schammasch · 1741
Seder Birkat ha-mazon (Preghiera dopo i pasti e altre preghiere e benedizioni)

Fino al momento dell'acquisizione da parte della collezione Braginsky, questo libretto con la birkat ha-mason del 1741 era sconosciuto alla ricerca. Palesemente si tratta di un dono di nozze, dedicato da una donna. Oltre alla pagina con il titolo, con una cornice architettonica e le figure di Mosé e di Aronne, vi sono sei altre illustrazioni nel testo, tra le quali una rara raffigurazione di una donna solo parzialmente immersa in un bagno rituale (12v), oppure una più convenzionale rappresentazione di una donna intenta a leggere lo Shemà prima di coricarsi (17r). Questo libricino è stato copiato ed illustrato da Jakob ben Juda Leib Schammasch di Berlino. Si tratta di uno dei più produttivi artisti ebraici di manoscritti conosciuti della Germania del nord. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, K21
Pergamena · 1 f. · 66.6 x 56.7 cm · Gibilterra · 1822
Ketubah (כתובה), Gibilterra, 4 Tevet 5583 (18 dicembre 1822)

Nell'epoca nella quale venne allestita questa ketubah la maggior parte del commercio al dettaglio di Gibilterra era nelle mani della locale comunità sefardita; molti dei suoi membri provenivano dal vicino Nord Africa. Questo contratto appartiene ad un primo periodo della locale decorazione delle ketubah, nonostante alcuni elementi già facciano intuire lo sviluppo più tardo. Nella parte superiore sono raffigurati, schiena contro schiena, due leoni accovacciati che portano sulle spalle le tavole con i Dieci Comandamenti abbreviati. La composizione ricorda la parte superiore di uno scrigno della Torah, ed è infatti chiuso in alto da una corona, da intendere quale corona della Torah. I leoni accovacciati sono affiancati da vasi di fiori. Nei bordi, al di sotto di tende da teatri e trombe appese a dei nastri, sono dipinte delle urne collocate su delle fantasiose basi di colonne. Molti elementi in questo contratto di matrimonio sono tipiche delle ketubbot di Gibilterra. La prima parola, mercoledì giorno del matrimonio, è come d'uso ingrandita e decorata. Pure tipico è il monogramma eseguito con lettere latine in basso al centro. Le iniziali SJB rimandano ai nomi (Salomone, Giuditta) e ai cognomi (Benoleil) dei due sposi. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K26
Pergamena · 1 f. · 69.3 cm x 59.2 cm · [Gibilterra] · [ca. 1830-50]
Ketubah (כתובה), Gibilterra, ca. 1830-50

Il concetto di un documento scritto per il matrimonio, conosciuto come ketubah (pl. ketubot), rimanda a delle usanze ebraiche molto popolari, che comprendono la creazione di contratti allegorici di matrimonio per Shavuot. Poiché la festività commemora la Consegna dei dieci comandamenti, delle tradizioni mistiche asseriscono che in quel giorno Mosè, quale pronubo, portò il popolo ebraico (lo sposo) sul monte Sinai (luogo del matrimonio) per sposare Dio o la Torah (la sposa). Mentre sono conosciute molte versioni di ketubot per Shavuot, nelle comunità sefardite erano più diffusi testi poetici composti dal famoso mistico di Safed, Rabbi Israel Najara (1552?-1625?). Divise in tre sezioni, lo speciale testo contenuto nella ketubah della collezione Braginsky è inserito in una imponente struttura architettonica lignea, comprendente tre archi ed un frontone spezzato nel quale trovano posto le tavole del Decalogo. L'architettura lignea è sovrastata da elementi architettonici ordinati dinamicamente. L'intera struttura ricorda il tipico arco sefardita della Torah (ehal) della sinagoga di Gibilterra. Infatti in alto appare il nome di una di queste sinagoghe, Nefuzot Yehudah, fondata nel 1799. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, K29
Pergamena · 1 f. · 80.8 x 54.3 cm · Ancona · 1789
Ketubah (כתובה), Ancona, 14 Tishri 5550 (4 ottobre 1789)

Questo contratto di matrimonio fu allestito nella città portuale adriatica di Ancona, dove risiedeva una delle più importanti comunità ebraiche italiane, e che era anche uno dei più rinomati centri di produzione di ketubbot. La scena principale al centro in altro raffigura il profeta Elia che sale in cielo con il carro di fuoco, mentre il suo meravigliato allievo Eliseo lo guarda dal basso. La scena prende spunto dal primo nome dello sposo, Elia Mordecai, figlio dello scomparso Juda Macerrata. Gli altri due episodi biblici sono inseriti in cartigli ai lati. A destra la scena del trionfo di Mordecai, che rimanda al secondo nome dello sposo, e a sinistra la scena con Davide che tiene la testa di Golia, un riferimento a Davide Camerino, padre della sposa Tova, figlia di Davide, figlio di Abramo Abdiah Camerino di Senigallia. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K37
Pergamena · 1 f. · 40.3 x 33.3 cm · Amsterdam · 1668
Ketubah (כתובה), Amstedam, 2 Nisan 5428 (14 marzo 1668)

La tradizione di far allestire dei contratti di matrimonio illustrati venne ripresa all'inizio del XVII secolo ad Amsterdam sotto influsso dei pittori di ketubah italiani. Verso la fine degli anni '60 del XVII secolo il famoso incisore Salom Italia creò una cornice di rame incisa per le ketubbot della comunità spagnola-portoghese, ciò che d'altra parte ispirò un artista locale anonimo ad eseguire questa versione del 1668 modificata. Questa cornice decorò le ketubbot sefardite prodotte ad Amburgo, Bayonne, Londra, New York e Curaçao per più di duecento anni. Il testo calligrafico commemora il matrimonio di un conosciuto medico sefardita, Daniel Zemach Aboab. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K40
Pergamena · 1 f. · 69.2 x 46 cm · Ancona · 1795
Ketubah (כתובה), Ancona, 13 Adar 5555 (4 marzo 1795)

Questa ketubah decorata, così come la K29 della collezione Braginsky prodotta sei anni prima, rappresenta il massimo punto raggiunto dalla produzione di ketubbot illustrate ad Ancona. Il testo è centrato sotto un arco sorretto da due colonne decorate. Mentre negli esemplari più antichi di ketubbot conosciute provenienti dalla località egiziana di Geniza era normale utilizzare degli archi quali elementi della cornice, le lettere dorate iscritte nei pennacchi aggiungono un altro significato. Le sei lettere ebraiche, un acronimo del salmo 118.20: «È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti», rimandano all'idea che gli sposi simbolicamente entrino in una fase della loro vira attraverso la porta celeste. Nel cartiglio al centro in alto è raffigurato il sacrificio di Isacco, un riferimento al secondo nome dello sposo. La scena, simbolo della fedeltà e della promessa messianica, e che appare in molte ketubbot italiane, nel corso del tempo è diventata uno dei motivi più amati dell'arte ebraica. Non è stata ancora identificata la figura femminile in basso. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K41
Pergamena · 1 f. · 74 x 45.8 cm · Roma · 1798
Ketubah (כתובה), Roma, 22 Sivan 5558 (6 giugno 1798)

L'ornamentazione di questa ketubah, che ricorda l'unione di due importanti famiglie del ghetto romano, i Toscano e i Di Segni, ben rappresenta l'età d'oro della decorazione delle ketubbot a Roma. La cornice decorativa è suddivisa in un bordo interno ed uno esterno. I margini laterali del testo sono decorati da campi con fiori e fondo dorato. Nella cornice esterna, delle iscrizioni micrografiche incrociate realizzano delle superfici a forma di diamante, ciascuna delle quali contiene un grande fiore. L'intero impianto dei bordi interni ed esterni è circondato da piccole lettere quadrate ebraiche, che tutte insieme riproducono il quarto capitolo del libro di Ruth. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K44
Pergamena · 1 f. · 84 x 46.8 cm · Roma · 17 agosto 1763
Ketubah (כתובה), Roma, 8 Elul 5523 (17 agosto 1763)

Le ketubot (sing. ketubah) romane, contratti di matrimonio ebraici, si distinguono solitamente per la elegante grafia, i disegni decorativi e la presentazione attraente. I temi decorativi più popolari includono episodi biblici, rappresentazioni allegoriche e raffinati disegni micrografici. Il testo del contratto di questa ketubah della collezione Braginsky è circondato da una cornice architettonica che comprende un paio di colonne marmoree attorcigliate da foglie dorate e sormontate da capitelli corinzi. Sopra l'arco sostenuto dalle colonne trova posto un largo cartiglio. Vi si intravvede un paesaggio pastorale con un uomo che indossa una lunga veste ed una donna con il petto nudo, uniti da una lunga catena di perle con un pendente a forma di cuore che corre intorno ai loro colli. Il rimando all'armonia famigliare è rafforzato dagli emblemi delle famiglie che appaiono affiancati in un cartiglio sopra all'immagine allegorica centrale. L'emblema a destra, raffigurante un leone eretto che si arrampica su un albero di palma, è quello della famiglia dello sposo, i Caiatte, mentre quello a sinistra, raffigurante un leone eretto accanto ad una colonna bianca, appartiene alla famiglia della sposa, i De Castro. Infine, l'influsso della cultura italiana è evidente nel cartiglio in basso dove è dipinto Cupido sdraiato con accanto un arco e delle frecce. (red)

Online dal: 13.10.2016

Documenti: 107, Mostrati: 41 - 60