Per questo manoscritto sono disponibili le seguenti descrizioni

  • Mohlberg Leo Cunibert, Katalog der Handschriften der Zentralbibliothek Zürich I, Mittelalterliche Handschriften, Zürich 1952, S. 42-44 und S. 358.
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  • Beccaria Augusto, I codici di medicina del periodo presalernitano, Roma 1956, pp. 395-396.
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  • Euw Anton von, Die St. Galler Buchkunst vom 8. bis zum Ende des 11. Jahrhunderts, Band I: Textband, St. Gallen 2008 (Monasterium Sancti Galli, Bd. 3), S. 367, Nr. 65.
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Zürich, Zentralbibliothek, Ms. C 78
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Beccaria Augusto, I codici di medicina del periodo presalernitano, Roma 1956, pp. 395-396.

Segnatura precedente: 451
Supporto materiale: volume membranaceo
Dimensioni: di cc. 162
Numerazione delle pagine: num. rec.
Composizione dei fascicoli: costituito di tre manoscritti, diversi per formato, per età e per contenuto.
Legatura: Legatura moderna in mezza tela nera e in cartone.
Provenienza del manoscritto: Proviene dall'abbazia di San Gallo. A c. 7r: Liber Sancti Galli, e a c. 50v la traccia dell'insegna del monastero. È probabilmente fra quelli, che di là nel 1712 passarono come preda di guerra alla biblioteca di Zurigo.
Unità codicologica: 3. cc. 47-162
Formato: 223 x 164
Condizione: [il manoscritto] anche per indizio di una delle due antiche segnature dei quaderni, oggi appare incompleto al principio.
Disposizione della pagina: a linee piene
Tipo di scrittura e mani: Minuscola del secolo IX, probabilmente di più mani
Decorazione: con titoli e iniziali talvolta in rosso.
Aggiunte: Fra le righe e nei margini correzioni in carattere affine e qualche noterella di grafia del cinquecento.
Contenuto:
Interessa la nostra raccolta il terzo manoscritto, cc. 47-162, che del codice rappresenta la maggior parte.
Contiene una miscellanea letteraria prevalentemente in versi e fra l'altro:
  • cc. 57v-82v Quinto Sereno, Liber medicinalis
  • Precede l'elogio in esametri del carme ad opera di un Jacobus, il quale afferma di averlo trascritto per ordine di re Carlo: >Incipiunt versus.< Herbarum species, pulchros cum germine flores …–… Legit enim famulus stilo animoque Jacobus
    • ed. Orelli, 18.
  • Poi l'indice: cap. 62
    • ed. Reuss, 8-9.
  • c. 59r >Incipit praefatio.< Phoebe salutiferum …–… teneris expone papiris.
  • E il testo: >Ad capitis curationem. I.< Balsama si geminis instillans auribus addas …–… > [Emorroidis medendis] < Adponisque super: pellit medicina dolorem. >Explicit liber Quinti Sereni feliciter. Amen.<
  • cc. 114v-116r Più oltre segue un gruppo di Scolii al poema: >Cap. I.< Septennodiam dicimus herbam, cuius radices in septem nodis videntur …–… >Cap. XLI.< Lactea herba est vulgoque ita dicitur eo quod sucus illius lactis habeat similitudinem. Titimalus similiter
    • ed. Reuss, 21-22.
Origine del manoscritto: Per il testo del poema di Sereno esso deriva evidentemente - e ne è l'unica copia a noi nota - dall'esemplare dell'abbazia di Reichenau, elencato fra i libri scritti da o per Reginberto o da lui acquistati fra l'835 e l'842: «In XXXI libello de arte medicinae metri<ci>s versibus Jacobus nomine ad Karolum regem scribebat, comprehendens capitula LXII, quem mihi frater Colduinus detulit et donavit» ( Mittelalterliche Bibliothekskataloge Deutschlands und der Schweiz, I ed. Lehmann, 261; cfr. Vollmer, X e XI). Negli scolii, che il Vollmer (p. VIII n. 3) propende a credere di Walahfrido Strabo, è stata rilevata una voce altotedesca (ed. Steinmeyer e Sievers, V, 44, n° MLIa). La presenza concomitante dei Carmina Sangallensia e di un poema di S. Colombano indurrebbe però a pensare che nel suo insieme il manoscritto sia stato compilato a San Gallo; senonchè la supposizione è messa in dubbio dal Bruckner (l. c.).
Bibliografia:
  • I. C. Orellius, Helperici sive, ut alii arbitrantur, Angilberti Karolus magnus et Leo papa; Turici, 1832; 2-6: sec. IX-X.
  • F. A. Reuss, Lectiones de scientiarum naturalium historia: Lect. Samonicearum part. I, progr. Univ. Wirceburgensis 1836; Wirceburgi, s. d.; 6: sec. IX-X.
  • E. Duemmler, Die handschriftliche Ueberlieferung der lateinischen Dichtungen aus der Zeit der Karolinger. I in Neues Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde (Hannover), IV (1879), 148; Poetae latini aevi carolini, I, 2, 88, 97-98, 358 in Mon. Germaniae Hist., Poetarum latinorum medii aevi to. I; Berlino, 1881: sec. IX-X.
  • Poetae latini minores rec. Baehrens, III, 103-05.
  • Quinti Sereni Liber medicinalis ed. Vollmer, V-VI e VII-XI: cod. W. 78.
  • Steinmeyer e Sievers, Die althochdeutschen Glossen, V, 44.
  • Sanford, The use of classical Latin authors in the Libri manuales, 208, n° 40.
  • Katalog der Handschriften der Zentralbibl. Zürich. I: L. C. Mohlberg, Mittelalterliche Handschriften; Zurigo, 1932; 42-44, n° 109.
  • Sigerist, A summer of research, 595: cod. 109.
  • Bruckner, Scriptoria medii aevi Helvetica, III, 126.
  • G. Goldschmidt, Katalogisierung der mittelalterlichen medizinischen und alchimistischen Handschriften der Zentralbibliothek Zürich in Gesnerus, II (1945), 154.